Bombe rudimentali alla Fiat e alla Cisl
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30 luglio 2002
Bombe rudimentali alla Fiat e alla Cisl di Carlo Brambilla La sede della Cisl di via Dante a Monza, non è sorvegliata da alcuna telecamera. Il segretario degli alimentaristi brianzoli, Maurizio Beretta, che alle 8.45, ha trovato, insieme ad un collega, la bomba incendiaria ha raccontato subito la sua prima impressione: «Chi l'ha piazzata voleva che fosse trovata». L’obbiettivo era facile: per raggiungere l'ingresso della sede sindacale, costituita in pratica da una vetrina, basta scavalcare un cancello metallico alto un paio di metri, senza punte sulla sommità. Racconta Beretta: «La bomba, era contenuta in un secchio da vernice e sopra c'era un orologio collegato a dei fili che entravano nel secchio. Lo abbiamo trovato proprio di fianco all'ingresso, in bella evidenza». Beretta e il collega hanno subito chiamato i carabinieri, che sono arrivati in pochi minuti e hanno iniziato le operazioni di bonifica, non prima di aver fatto evacuare gli abitanti del palazzo in cui si trova la sede del sindacato brianzolo. Quasi un’ora prima era scattato il primo allarme a Milano quando, verso le 7,30, un impiegato della concessionaria Fiat ha visto un ordigno, nascosto dietro una fioriera e appoggiato alla vetrina. L’impiegato ha subito allertato una guardia giurata che ha poi chiamato il 112. Immediato l’intervento degli artificieri, Gli stessi che poi si catapulteranno a Monza. Molte le reazioni locali di partiti e istituzioni. Giovanni Panzeri, segretario generale della Cgil di Milano ha dichiarato: «Sono atti intimidatori che tentano di sfruttare le tensioni, le difficoltà e le divisioni di oggi. È necessaria una risposta ferma e unitaria da parte delle forze sociali, politiche e istituzionali. Mi auguro che gli inquirenti risalgano al più presto ai responsabili del gesto criminale». Luciano Pizzetti, segretario regionale Ds, ha detto: «Esprimo la piena solidarietà a Cisl e Fiat per gli attentati terroristici cui sono stati fatti oggetto. È evidente che nell'ambito di un contesto di forte dialettica sociale, c'è chi agisce per determinare un clima di tensione che ha come primo obiettivo la delegittimazione non solo della protesta sociale, ma anche del confronto». |