17/4/2002 ore: 9:57

Bologna. Angeletti al governo: "Il Paese reale è qui"

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BOLOGNA
 
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BOLOGNA - «Grazie a tutti gli amici e i compagni che non hanno visto e udito niente»: la speaker sindacale si sente in dovere di consolare gli esclusi dal comizio di Bologna, cioè la maggioranza, visto che per riempire piazza VIII Agosto, la più capiente della città, è bastato uno solo dei tre cortei previsti. Gli altri due si sistemeranno alla meglio ingolfando le vie circostanti, accontentandosi delle banane distribuite da un gigantesco Berlusconi di cartapesta, e dei concerti improvvisati dalla Sinistra giovanile. Ancora meno posto ci sarà per i diecimila studenti e quasi altrettanti no-global arrivati in ritardo per essere passati a cantare una serenata non proprio amorevole sotto le finestre di Confindustria.
«Siamo 350 mila» assicura dal palco prima di dare la parola al segretario nazionale della Uil Luigi Angeletti per un discorso dai toni infuocati: «Il paese reale è in queste piazze, e non ci sono abbastanza piazze per contenerlo. Se Berlusconi pensa ancora di non capire le ragioni di questo sciopero s´affacci e si renda conto che è lui a non capire il paese che rappresenta». Per il leader Uil l´equazione "libertà di licenziare=più occupazione" è «una stupidaggine concettuale» dietro a cui si nasconde l´incapacità degli imprenditori italiani di sostenere la competizione coi paesi più avanzati: «Si sono ormai rassegnati a competere coi paesi più poveri e deboli, e per far questo cercano di far diventare più poveri e più deboli i lavoratori, di trasformarli in sudditi che piegano la testa per paura». E il braccio di ferro col governo è ormai una questione di democrazia: «Berlusconi scambia il verbo governare col verbo comandare. Ma non si governa contro i lavoratori. Speriamo che il governo questa sera abbia capito. Altrimenti continueremo».
(m.s.)

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