Billé lancia l’allarme: «Il Pil potrebbe fermarsi al 2,5%»
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Domenica 7 Gennaio 2001 italia - economia E Billé lancia l’allarme: «Il Pil potrebbe fermarsi al 2,5%» MILANO Il nuovo anno festeggiato con un’esplosione di consumi non deve creare false illusioni: per il 2001 la crescita del Pil scenderà dal 2,7 al 2,5% e anche i consumi delle famiglie registreranno una contrazione, dal 2,3 al 2,2 per cento. È quanto ha detto ieri il presidente della Confcommercio, Sergio Billè, che ricorda la necessità di affrontare due grandi questioni ineludibili: la riforma delle pensioni e la regolamentazione delle immigrazioni.
Schierandosi a fianco del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che pone il problema della competitività dell’Azienda Italia, Billè chiede al Governo una serie di impegni in termini di regole di mercato, efficienza della pubblica amministrazione e miglioramento delle strutture di supporto.
«Le stime del nostro centro studi — ha detto il presidente di Confcommercio — sono tutt’altro che positive: prevediamo un rallentamento del prodotto interno lordo che dovrebbe scendere dal 2,7 al 2,5%, mentre i consumi delle famiglie dovrebbero diminuire dal 2,3% del 2000 al 2,2% per quest’anno. «Naturalmente — sottolinea Billè - sarei ben felice che il futuro smentisse le nostre previsioni».
E, come ha fatto presente il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine d’anno, ricorda Billè, «si profilano problemi di competitivitàche richiedono interventi urgenti in termini di efficienza della pubblica amministrazione, di miglioramento delle strutture di supporto largamente insufficienti come dimostrato dallo scalo milanese di Malpensa lo scorso natale.
Una terza esigenza è poi quella della regolamentazione del mercato, visto che dai monopoli siamo passati a una situazione oligopolistica ben lontana dal libero mercato. E «su queste tre questioni - sono parole di Billè - purtroppo c’è ancora scarsa consapevolezza».
In tema di pensioni, il presidente della Confcommercio, nel sottolineare l’urgenza di una riforma del sistema previdenziale, critica il Governo che, «per evitare dissidi con i sindacati, ha rinviato la questione.
Di fronte all’invecchiamento della popolazione - ha rilevato ieri Billè - non si può non mettere mano al sistema previdenziale che rischia di diventare una palla al piede dell’intero sistema economico.
Secondo il leader dei commercianti, «ci vuole un sistema strutturalmente diverso, altrimenti rischiamo che ciascun lavoratore dovrà mantenere un pensionato e non so — dice il rappresentante dei commercianti — quanti siano disponibili a rinunciare alla metà del proprio reddito o a lavorare il doppio per mantenere qualcun altro».
Anche sul grande tema dell’immigrazione, la ricetta di Billè è strutturalmente agli antipodi della strada sinora seguita. «La Concommercio ha affrontato il problema in termini concreti lanciando un programma formativo in Tunisia.
Non bisogna chiudere le frontiere e neanche far entrare chiunque, ma occorre regolare l’immigrazione sin dai paesi di origine.
I flussi di manodopera - afferma Billè - sono necessari al nostro Paese, ma occorre che siano indirizzati ai settori dove c’è richiesta di lavoro e siano qualificati favorendo programmi formativi nei paesi d’origine».
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