Berlusconi invita a pranzo Cofferati: riparliamoci

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(Del 11/7/2002 Sezione: Interni Pag. 7)
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L´«AVANCE» DAL PALCO DEL MAURIZIO COSTANZO SHOW |
Berlusconi invita a pranzo Cofferati: riparliamoci |
«L´intesa sull´art.18 è temporanea. Tremonti? Creativo è lui, non la sua finanza» |
ROMA Ospite di Maurizio Costanzo, Silvio Berlusconi ha inaspettatamente invitato Sergio Cofferati a una «colazione di lavoro». E non si tratta di una boutade se solo pochi minuti prima il presidente del Consiglio ha dichiarato, prendendo implicitamente le distanze da qualche suo ministro: «Se Cofferati si vuol sedere alle trattative del Patto per l´Italia è il benvenuto. Non arrivo ancora a credere che con Cofferati la cosa finisca qui e che ci sia un no definitivo. Lui è anche umanamente simpatico, ma davvero mi stupisco che sia preso da questa voglia di far politica che lo porta a vedere tutto in una prospettiva politica facendo giocare al sindacato un ruolo non a favore dei lavoratori ma per porsi come leader del centro-sinistra». Un Berlusconi, quello che ha parlato e duettato per oltre un´ora sul palco del «Maurizio Costanzo Show» davanti a una claque entusiasta, di ottimo umore e incline alla battuta virata sul privato. Ha ricordato di aver «cantato con i grandi della terra», intonando «con Bush un happy birthday to you in onore della prima ballerina della Scala». Ha esclamato «la musica unisce» rimembrando di aver trovato con «il presidente francese Mitterrand» un´armonia sulle note di «Douce France e altre canzoni transalpine» e di aver «passato molte ore a parlare di jazz con Bill Clinton che non canta ma suona il sax. Ogni argomento è buono per stringere rapporti con i leader di altri Stati», mentre con la signora Putin, «appassionata di canzone napoletana», ha trascorso una serata al Cremlino con «un´orchestra di cinquanta elementi che ha suonato le mie canzoni»: «undici canzoni napoletane», per la precisione. Non si è risparmiato battute sui ministri: «Ne convocherò uno al giorno in Sardegna, dove andrò a fare footing, e deve venire con i compiti per le vacanze fatti». E ha ribadito un impegno che gli sta a cuore: «Via dalle strade le prostitute, guerra a coloro che fanno la tratta delle schiave, via dalle strade i venditori ambulanti e lotta a chi fornisce merci taroccate». Ma naturalmente il cuore politico dell´intervento di Berlusconi è sulle polemiche sul Patto per l´Italia. Per ribadire la sua linea «morbida» il premier, dopo aver invitato Cofferati a partecipare alle trattative, ha voluto anche precisare che sull´articolo 18 la posizione del governo non è quella espressa nei giorni scorsi dal ministro Marzano: «Dopo tre anni di pratica di questo accordo, un accordo temporaneo, ci siederemo ancora al tavolo con i sindacati e le altre forze sociali e vedremo se avremo raggiunto i fini che ci proponiamo. Se questo non dovesse succedere noi cambieremo, d´intesa con i sindacati, questo accordo». Del resto, secondo Berlusconi l´articolo 18 «è diventato un simbolo a fini propagandistici. Con questo passo non si è toccato, non dico l´articolo 18, ma addirittura la giusta causa e non c´è nessun lavoratore che sia toccato nei suoi diritti da questo accordo». Nella sua offensiva pacificatrice, inoltre, Berlusconi ha voluto spezzare una lancia a favore di Giulio Tremonti definito «ottimo e creativo ministro che non fa finanza creativa: grazie a lui abbiamo potuto fare lo scorso anno una finanziaria che non ha aumentato le tasse nonostante avessimo ereditato un extradeficit di 32 mila miliardi di lire». E se Cofferati «ha deciso di non firmare un ottimo patto firmato da trenta associazioni di datori del lavoro e anche da associazioni legate alla sinistra, come le cooperative», per Berlusconi è da sottolineare «che nel 2002 siamo vicini ai 400 mila nuovi posti di lavoro», passo importante per la realizzazione dell´obiettivo di un milione e mezzo di posti di lavoro da creare nel corso della legislatura. Un Berlusconi ottimista che ha confermato che il nuovo ministro degli Esteri sarà designato «nei primi giorni di agosto», visto che la riforma della Farnesina, che dovrebbe impegnare «la nostra diplomazia alla missione di sostenere il made in Italy nel mondo», è oramai compiuta nelle sue linee essenziali. Ma alla domanda di Costanzo se il nuovo ministro degli Esteri sarà un «tecnico» o un «politico», il presidente del Consiglio ha evitato di compromettersi: «Non vorrei entrare in una telenovela». Poi, a proposito dell´emergenza idrica in Sicilia, ha detto di non «possedere la bacchetta magica» ma di aver avviato un piano di «costruzione di opere pubbliche che non si fanno da trent´anni». E ha aggiunto, sorridente ma polemico nei confronti di Costanzo: «Con i tuoi amici della sinistra non avremmo avuto neanche questo». n. r.
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