Berlusconi: "Cambieremo anche giustizia, istituzioni e scuola"
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La lista è di quelle impegnative:Berlusconi - lo riferiscono alcuni europarlamentari del Pdl, che gli hanno parlato al telefono - dice che nel 2010 il governo intende varare tre riforme: della giustizia, della scuola, e del fisco. «Sarà un anno impegnativo - avrebbe detto il premier - ora divertitevi, ma poi siate pronti a rimboccarvi le maniche perché ci sarà da lavorare su tre obiettivi: giustizia, scuola e fisco. Spero che gli altri collaborino a farle, altrimenti andremo comunque avanti da soli». Ovviamente la «giustizia» è al primo posto, vale a dire per essere chiari i provvedimenti che servono a Berlusconi per evitare i processi Mills e diritti Mediaset, oltre che un nuovo «Lodo Alfano» sotto forma di legge costituzionale.
Poi toccherebbe alla scuola e al fisco: «Siamo stati bravi a non aumentare le imposte - ha detto Berlusconi - ora faremo una riforma del fisco».
Una riforma fiscale che non significherà - sempre che si faccia - una reale riduzione delle tasse nel 2010: «Questa frase dal presidente Berlusconi non è mai stata pronuncia- ta», ha precisato dopo il sottosegretario alla Presidenza Paolo Bonaiuti. A parte che lo stato pessimo dei conti pubblici, complice la recessione e il cattivo andamento delle entrate, rendono davvero problematico (se non impossibile) immaginare di poter alleggerire il carico fiscale nell`anno appena iniziato, è noto che il ministro dell`Economia Giulio Tremonti si è sempre detto molto scettico sulla possibilità di intervenire in campo tributario prima della fine della legislatura.
Per questo, eventualmente, una ipotetica riforma del prelievo potrebbe seguire lo stesso percorso seguito qualche anno fa per la riforma delle pensioni:
il Parlamento approva un testo che poi comincia ad avere effetti in un momento successivo.
In quell`occasione il centrodestra scaricò sul secondo governo Prodi l`onere «politico» dell`intervento, in questo caso si pensa di spostare in avanti l`onere finanziario di un taglio delle tasse.
In ogni caso è bastato l’accenno a scatenare reazioni e commenti. Ironici quelli del Pd, che con il responsabile economico Stefano Fassina invita Berlusconi a mettersi d`accordo con Giulio Tremonti. Sempre Fassina afferma che prima di tutto bisogna «introdurre un sostegno al reddito per gli oltre 250mila lavoratori che hanno perso il loro lavoro e che non possono contare su alcuna forma di sussidio».
Questo è uno dei tre punti sollecitati dal segretario della Uil Luigi Angeletti, che chiede nell`ordine la difesa dei posti di lavoro a rischio, poi un taglio delle tasse sui redditi da lavoro attraverso bonus per i figli oltre alla riforma degli ammortizzatori sociali. La Cgil si dice pronta «ad aprire una vera e propria vertenza con il governo sul tema della riforma del fisco, che è una delle priorità assolute ed è tema su cui misureremo la distanza tra il dire e il fare da parte del ministro Tremonti», dice il segretario confederale Agostino Megale. Il leader della Cisl Raffaele Bonanni invece chiede una «profonda riforma del sistema fiscale», con la rimozione della legge Vanoni che «appartiene a un`altra epoca, una legge che nella trasformazione dell`Italia e degli italiani oramai è iniqua, ingiusta, inefficiente». La richiesta è quella di un assegno per le famiglie, che sono state «un pesante ammortizzatore sociale in questo periodo di crisi».