Bergamo. Servizi, intesa che «deve far scuola»
 sabato 12 luglio 2003
Servizi, intesa che «deve far scuola» I sindacati: ora puntiamo all'estensione del modello su tutte le realtà orobiche
Un contratto aziendale innovativo che potrebbe fare scuola per la provincia di Bergamo. È il giudizio espresso dai sindacati confederali circa il contratto di secondo livello sottoscritto dalle organizzazioni di categoria con la Markas Service srl di Bolzano e la Colser di Parma. Due imprese di servizi (pulizia, ristorazione e servizi complementari, soprattutto nell'ambito ospedaliero, la prima; pulizia e facchinaggio la seconda) che vantano diversi appalti in Bergamasca, specialmente nel settore sanitario: dai Riuniti di Bergamo all'Azienda Ospedaliera di Treviglio, gli Ospedali di Calcinate, Grumello, Romano, San Giovanni Bianco, Sarnico e le Aziende Sanitarie locali. Si tratta di un contratto integrativo che, nell'intera provincia, interessa oltre 500 lavoratori. Un accordo raggiunto dopo sei mesi di trattativa e che vale per tutti gli appalti Markas e Colser in Bergamasca. Nello specifico, il nuovo contratto prevede un premio risultato massimo di 500 euro annui, articolato su due obiettivi: l'assiduità (per un massimo di 392 euro) e la qualità (100 euro). «Naturalmente - spiega Mirco Rota, segretario provinciale Filcams-Cgil - l'erogazione del premio sarà proporzionata all'effettiva presenza del lavoratore, in concorrenza con la qualità del lavoro prestato, necessaria per mantenere i contratti d'appalto». «Premio di risultato, ma anche altro - ha aggiunto Giacomo Ricciardi della Uil-Trasporti -: un trattamento economico domenicale maggiorato del 30% e la possibilità, per le lavoratrici, di richiedere l'anticipo della liquidazione trascorsi 2 anni dall'inizio del rapporto di lavoro». Sindacati soddisfatti, quindi, e aziende che non sembrano essere da meno perché «il nuovo accordo offre l'opportunità per valorizzare le risorse umane». Ma l'accordo sottoscritto non deve restare un caso isolato. I sindacati, infatti, intendono estenderlo a tutte le imprese del settore. «A fine anno - ha detto Rota - avevamo presentato una piattaforma integrativa provinciale valida per tutte le aziende di settore, ma la trattativa non ha avuto esito per il rifiuto della maggiori aziende interessate». «Ora speriamo che il loro atteggiamento cambi - evidenzia Renato Lorenzi della Fisascat-Cisl -. Quello di oggi vuole essere anche un segnale politico forte, affinché le associazioni datoriali che hanno respinto le nostre richieste, ora sottoscrivano la nostra piattaforma provinciale». «Intanto abbiamo segnalato la situazione al Prefetto di Bergamo per richiederne l'intervento - ha concluso Ricciardi -. Se le cose non cambieranno, a settembre ci attiveremo per indire lo stato d'agitazione».
Claudia Esposito
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