16/2/2007 ore: 11:51
Benzinai, altolà del Garante
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Pagina 42 - Economia durano più di 72 ore I gestori: non siamo servizio pubblico ROMA - Tenere i benzinai chiusi dal 27 febbraio al 2 marzo è contro la legge, lo ha deciso l´Autorità garante del diritto di sciopero nei servizi pubblici. Nella riunione di ieri la commissione ha deliberato all´unanimità, si legge in una nota «di indicare alle organizzazioni di categoria che la preannunciata astensione viola il limite della durata massima (che non può superare le 72 ore), nonché quello dell´intervallo minimo (15 giorni) tra l´effettuazione di un´astensione collettiva e la proclamazione della successiva». Dura la reazione dei sindacati dei gestori che non accettano la le l´impostazione del garante: «Quando c´è da precettare, veniamo considerati un servizio pubblico essenziale, ma quando c´è da liberalizzare siamo considerati alla stregua di qualsiasi operatore di libero mercato - polemizza Roberto Di Vincenzo, segretario generale della Fegica-Cisl - siamo una categoria che non è più nell´area del pubblico servizio, come qualsiasi altro operatore commerciale». I sindacati invieranno una nota unitaria al garante per chiedere un incontro anche per modificare di un codice di regolamentazione imposto alla categoria e mai condiviso. Esultano invece i consumatori con il Codacons che ha chiesto al governo di precettare il benzinai nelle date dello sciopero. Da Bruxelles il ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani ha definito le proteste dei gestori «un eccesso di drammatizzazione» invitando a «guardare alle misure, che ora sono in un binario parlamentare lungo il quale la categoria ha la possibilità di far valere le proprie ragioni. Nella vendita delle benzine accade quello che sta già accadendo per i parafarmaci: solo il 20% dei nuovi punti vendita è nei supermercati». Segni di apertura anche dalle compagnie petrolifere, ieri il presidente dell´Unione Petrolifera Pasquale De Vita ha dichiarato: «Siamo favorevoli alle liberalizzazioni purché non ci si fermi a metà: occorre liberalizzare anche gli orari, i turni, gli assetti contrattuali, dare ai gestori degli impianti la possibilità di fare tutto, dalla vendita dei giornali a quella dei tabacchi». Una posizione che non piace alla Fisigic Confcommercio: «Evidentemente le aziende petrolifere stanno pensando a come attrezzarsi per il prossimo futuro, ed è un futuro che prescinde dal gestore - ha dichiarato il presidente Luca Squeri - una rete composta di punti vendita gestiti direttamente dalle aziende o da loro società di servizi, e di impianti ghost, dove non ci sarà neppure il gestore. Sacrosanta la nostra scelta di una chiusura così dura degli impianti». La posizione di De Vita ha suscitato la precisazione di Umberto Carpi, consigliere di Bersani sui temi energetici: «Qualunque intervento di modifica sui contratti non può essere di iniziativa governativa ma deve essere il risultato di una contrattazione tra le parti». |