Bari. Nuova udienza sulla vertenza Ce.di
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
 BARI - 10 giugno 2003
Nuova udienza in tribunale sulla vertenza del consorzio agroalimentare Ce.di, lo «sconto» dei creditori Banche e Conad si accontenterebbero del 40 per cento dei crediti Le banche «salvano» la Ce.di Puglia? Gli istituti di credito hanno detto sì al concordato preventivo proposto per l'ormai annosa vertenza della società consortile che opera nella grande distribuzione. Ieri, in tribunale, si è tenuta l'udienza interlocutoria, alla vigilia di quella ritenuta decisiva per mettere la parola fine alla questione. Secondo l'accordo, quindi, le banche - insieme ad altri principali creditori, tra cui la Conad - si accontenterebbero del 40 per cento di quanto dovuto. E si parla di una montagna di miliardi di vecchie lire. Ma gli istituti hanno fatto alcune precisazione che i liquidatori della Ce.di dovranno valutare ed eventualmente approvare. L'udienza è stata rinviata a lunedì prossimo. La fotografia del caso «Ce.di» emerge chiaramente dalla relazione che il commissario giudiziale ha depositato in tribunale tracciando un po' il bilancio della gestione della società. Il dissesto di Ce.di deriva proprio dal suo interno: i principali creditori della Ce.di., non a caso, sono l'ex presidente e vice presidente del gruppo, entrambi a capo di due gruppi commerciali che hanno accumulato debiti per 90 miliardi di vecchie lire. Tutto denaro venuto a mancare nelle casse della «Ce.di», di fatto impossibilitata a far fronte ai vari pagamenti sospesi. A provocare il dissesto finanziario della società, quindi, è stato l'enorme ritardo dei pagamenti da parte dei due principali componenti del consiglio di amministrazione. Ma la posto di versare entro 60 o 90 giorni, hanno allungato i tempi a dismisura creando un vuoto nella casse della società. Perché? Questo ancora non si sa. Sul caso Ce.di, ricordiamo, da qualche mese sono accesi anche i riflettori della procura. Intanto, l'asta-bis dei supermercati ex Tarantini - cui è legato il caso Ce.di - è stata aggiudicata per l'ennesima volta dal gruppo «Sidis» di Barletta. L'offerta della società di distribuzione facente capo all'imprenditore «Paride Tatò distribuzione» - facente parte di un gruppo di otto "preventivi" - è stata accolta dalle banche cui era passato il controllo della «Sil.mart», società proprietaria degli undici punti vendita baresi da cui dipendono le sorti di 170 lavoratori. Gli istituti di credito, che vantano crediti per oltre 40 miliardi di vecchie lire, hanno infatti deciso di assumere il controllo delle quote sociali, estromettendo da ogni decisione l'assemblea dei soci della società, partecipata al 45 per cento dalla Ce.di. Due settimane fa, la precedente asta, aggiudicata sempre a Tatò, era stata oggetto di polemiche da parte di un sindacato e dei lavoratori per «referenze» non ottimali del nuovo datore di lavoro. Il giudice delegato e il commissario giudiziale - cui era stato chiesto un parere - decisero che l'aggiudicatario avrebbe dovuto adeguarsi a nuovi parametri. Di qui la nuova convocazione, venerdì scorso, e l'ennesima decisione di accettare la proposta di «Sidis». Dalla gara, dunque, sono rimasti esclusi Carrefour e Conad. La «Sidis» si impegna a prendere in carico tutti i 170 dipendenti degli ex Tarantini, da nove mesi senza stipendio. Ai lavoratori, saranno pagati subito tutti gli arretrati (nella misura dell'80 per cento) e in più sarà garantita, entro trenta giorni la riapertura dei punti vendita. Prima di mettere in moto la macchina, però, servirà firmare il contratto. E' davvero finita l'odissea di centinaia di famiglie?
Nicola Pepe
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