22/1/2003 ore: 11:56
Bari. I dipendenti Cedi bloccano la stazione
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Traffico ferroviario interrotto alle 8 da centinaia di manifestanti: si teme che sfumi anche la cassa integrazione I dipendenti Cedi bloccano la stazione Il tribunale rinvia la decisione, esplode la rabbia: "Così finiremo per strada" Ignorate per ora le offerte di Conad e Carrefour "Forse si preferisce arrivare al crack per ricomprare l´azienda con quattro soldi" "Speravamo invano che il commissario straordinario fosse finalmente nominato" ANTONIO MASSARI
Nella stazione ferroviaria di Bari si sono presentati intorno alle 8, occupando i binari del lato sud. Alle 10 i manifestanti erano ormai più di un centinaio e - fatta eccezione per un Eurostar e un regionale ai quali è stato permesso il transito - molti treni hanno accumulato notevoli ritardi, in particolare quelli della tratta Lecce - Bari diretti a Milano. Tra le lamentele dei viaggiatori, poco prime delle 11, i manifestanti si sono poi diretti in Prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta per più di un´ora dal viceprefetto aggiunto Mario Volpe. «Speravamo che fosse nominato il commissario straordinario, che finalmente qualcuno decidesse a chi affidare la nostra azienda - spiega Sebastiano Marzulli, barese, dipendente dell´ex supermercato Tarantini, una delle strutture appartenenti al gruppo Ce.di - Carrefour e Conad hanno dichiarato ufficialmente di essere interessate a rilevare la Ce.di: ci chiediamo perché i liquidatori non si siano ancora mossi. Se i giudici hanno chiesto tempo, insomma, è anche perché i liquidatori non hanno svolto adeguatamente il loro lavoro: qualcuno preferisce che l´azienda giunga sull´orlo del fallimento per poterla rilevare con quattro lire, salvare le licenze e lasciare per strada i lavoratori». All´incontro con il viceprefetto hanno partecipato anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil: «Abbiamo chiesto l´impegno delle istituzioni - commenta Domenico Ferrigni, della Cisl - questa contestazione nasce dalle posizioni assunte dai giudici che sembrano lasciare in piedi l´ipotesi del fallimento. Non capiamo perché non sia stato ancora avviato il concordato preventivo. Le richieste avanzate da Carrefour, Conad, Rinascente e Selex dovrebbero essere già una garanzia, mi sembrano sufficienti». Ma sul concordato, spiega il viceprefetto aggiunto Volpe, la prefettura può ben poco: «Si tratta di una decisione che spetta alla magistratura. Naturalmente i lavoratori sono preoccupati, sperano che il tribunale si muova in tempi rapidi. I sindacati stanno lavorando con serietà e noi faremo ciò che è possibile: presenteremo questa situazione al ministero del Lavoro, spingeremo verso una mediazione». Anche a Lecce una delegazione ha incontrato il prefetto Giovanni D´Onofrio che ha contattato il ministero del Lavoro. «Se da Roma non giungeranno notizie positive andremo avanti con forme di protesta più eclatanti» ha dichiarato il segretario regionale della Uil Tucs Giuseppe Zimmarri. Insomma, la contestazione non si ferma: prossima tappa Roma, dove il 27 gennaio si terrà una manifestazione nazionale davanti al ministero. Nell´attesa, per i dipendenti si consuma il dramma di chi è senza stipendio ormai da mesi: «Sono in arretrato con gli affitti, mia moglie non lavora e abbiamo un figlio di 7 anni - spiega Marco Cutrignelli - speravo nella tredicesima per pagare qualche bolletta scaduta. Niente da fare. Sono anche indebitato con la banca per un finanziamento di qualche anno fa: se non paghi non ti fanno più credito». |
IL SINDACALISTA Lorusso (Cgil) "Ma il fallimento è ancora lontano" È ottimista il segretario generale Filcams Cgil-Puglia, Giuseppe Lorusso, che sulla possibilità del concordato non sembra nutrire molti dubbi: «Credo che si farà - spiega - i giudici si sono riservati di decidere in tempi brevi. Lo spettro del fallimento mi sembra lontano, anche se in questi casi il dubbio è obbligatorio. Ci auguriamo che il tribunale nomini presto il commissario straordinario, in modo che quest´ultimo possa contattare i gruppi che vogliono rilevare l´azienda e si accordi. La Cgil, poi, interverrà in seguito all´accordo con il privato. Non abbiamo preferenze, l´importante è che siano salvaguardati posti di lavoro e salari: la Ce.di Puglia si estende sino in Sicilia, è una grande risorsa economica sia per la manodopera sia per il valore delle sue licenze. Ma non si deve dimenticare che la Ce.di è composta dai suoi lavoratori: il gruppo che la rileverà non deve mettere a repentaglio le loro esistenze e i loro diritti». |