Bari. Crac Cedi Puglia, indagato De Feo
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martedì 7 giugno 2005
Pagina VII - Bari
L´amministrativista barese ha istruito le gare per la cessione dei 23 punti vendita del gruppo Crac Cedi Puglia, indagato De Feo Il commissario: "Sono sconvolto" L´accusa per l´avvocato è di interesse privato nell´attività di curatore L´avviso di proroga dell´inchiesta è stato consegnato nei giorni scorsi
GABRIELLA DE MATTEIS
È la seconda fase, il passo successivo nell´inchiesta aperta dalla procura di Bari sul crac da 10 milioni di euro del Consorzio Cedi Puglia. Un avviso di proroga delle indagini è stato infatti notificato, nei giorni scorsi, ad Antonio De Feo, commissario straordinario della società Cedis. L´ipotesi di reato, contestata all´avvocato amministrativista di Bari, è quella di interesse privato nell´attività di commissario. La seconda fase dell´inchiesta che a febbraio scorso ha portato a sette arresti è molto complessa. Antonio De Feo, nel giugno del 2003, è stato nominato dal ministero commissario straordinario della Cedis, una società che faceva capo al gruppo Cedi Puglia e che aveva ottenuto l´amministrazione straordinaria. All´avvocato e ad altri due professionisti, in altri termini, il ministero del Lavoro aveva affidato il compito di gestire la società, impegnandosi a salvaguardare i posti di lavoro di centinaia di dipendenti dell´ex Cedis. Ed è proprio su alcuni aspetti dell´attività di Antonio De Feo, in qualità di commissario straordinario della società, che la procura di Bari sta conducendo alcuni accertamenti. Fu l´avvocato barese, insieme ai due commissari, a istruire su indicazione del ministero, le gare per la cessione dei 23 punti vendita della società, disseminati nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Dopo due tentativi, nell´aprile del 2004, furono aperte le buste. La base d´asta era di 15 milioni e 556 mila euro e le proposte più vantaggiose furono considerate quelle presentate da Sviluppo Sostenibile, che fa capo all´Aligros e da una cordata di imprenditori pugliesi. La società si aggiudicò 13 dei 23 punti vendita, gli altri, invece, furono acquistati dalla società, composta dai fratelli Filippo e Adalberto Tandoi, gli imprenditori agroalimentari che producono pasta e farina, dall´azienda Scarlino Carni e dalla Eurospin srl.
«Sono sconvolto ed amareggiato, da 35 anni svolgo questa attività ed un fatto che tocca anche la mia onorabilità» dice Antonio De Feo che dopo aver ricevuto l´avviso di proroga delle indagini ha rinunciato all´incarico di commissario straordinario e che adesso ricorda i passaggi che portarono alla vendita dei punti vendita. «Ci fu una gara ad evidenza pubblica e su nove società che si presentarono vinsero quelle che fecero la proposta migliore» dice ancora il professionista. L´inchiesta, che riguarda la fase dell´amministrazione straordinaria della Cedis, è solo all´inizio. E non è escluso che presto potrebbe portare ad altre iscrizioni del registro degli indagati. A coordinarla sono il procuratore aggiunto Marco Dinapoli, i sostituti Lorenzo Nicastro, Roberto Rossi e Renato Nitti, gli stessi che hanno chiesto ed ottenuto i sette arresti, eseguiti il 10 febbraio scorso. E per domani è in programma la prima udienza del processo con rito abbreviato che vede imputati Camillo De Bernardinis e Mauro Bosio, rispettivamente amministratore delegato e direttore amministrativo e finanziario del gruppo Conad, Michele Di Bitetto, presidente del consiglio di amministrazione di Cedi Puglia, gli amministratori Gabriele Cozzoli, Pasquale Giangaspero e l´avvocato Pasquale Ronco. Tutti sono accusati di bancarotta fraudolenta per il buco da 100 milioni di euro che, spiega la procura, avrebbe portato al fallimento del consorzio pugliese.
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