Auchan, precarité in arrivo da Parigi
 |
venerd? 7 aprile 2006
Pagina 6 - CAPITALE/LAVORO
Auchan, precarit? in arrivo da Parigi
Orari spezzati, turni elasticizzati, lavoro a chiamata. Il supermarket protesta I dipendenti manifestano davanti a un ipermercato romano. Gli iscritti al sindacato di base Flaica Cub raccontano storie iper-flessibili
AN. SCI.
Precarit? made in France. Il gruppo Auchan ? un vero supermarket della flessibilit?: part time spezzati con orari impossibili, turni cambiati improvvisamente o con preavviso minimo, domeniche lavorate senza maggiorazione - come fosse un giorno qualsiasi - e adesso ? arrivato perfino il famigerato ?job on call?, il ?lavoro a chiamata? introdotto dalla legge 30 (dal governo definita ?Biagi?) e finora poco utilizzato dalle aziende. Alla Auchan di Casalbertone, a Roma, dove ieri i dipendenti hanno inscenato una originale ?Via crucis del precario?, sarebbero stati attivati 6 contratti con questa tipologia. Sei assunto dall'azienda senza un orario prestabilito: vieni chiamato al telefono quando c'? bisogno, e quando non lavori ricevi un'indennit? minima per il fatto che sei a disposizione. La denuncia arriva dalla Flaica Cub, che alla protesta ha portato diverse figure di ?flessibili? della grande distribuzione, sebbene i lavoratori a chiamata - la cui esistenza nel gruppo ci ? stata confermata anche dalla Cgil - non abbiano potuto partecipare: se ti azzardi a fare sindacato non ricevi pi? chiamate.
La francese Auchan ? un vero colosso: oltre agli ipermercati con il proprio marchio, detiene il pieno controllo della catena di supermercati Sma, un tempo condivisa con il gruppo Rinascente. Nel mondo ha 350 ipermercati e 642 supermercati, nel 2004 ha fatturato 30 miliardi di euro. In Italia, gli ipermercati Auchan sono 41, e nel 2004 hanno fatturato 3 miliardi di euro. Contano 13 mila dipendenti. Se includiamo la Sma, dobbiamo aggiungere 1500 punti vendita (214 diretti e il resto in franchising) e 10 mila dipendenti. La politica della multinazionale sembra essere ormai quella di ?liberarsi? dei dipendenti a tempo indeterminato e full time - pi? costosi, soprattutto perch? conservano le domeniche retribuite con la maggiorazione - infornando giovani precari.
Ai neoassunti viene offerto un orario full time di 38 ore solo se ?regalano? all'azienda la domenica, ovvero se danno disponibilit? a lavorare senza maggiorazione (nei contratti dei pi? anziani la domenica viene pagata il 30% in pi?, per i nuovi siamo a zero). Chi ha il full time deve subire l'?orario spezzato?: lavora dalle 7 alle 10, e poi - nella stessa giornata - dalle 16 alle 19. Il che impedisce di organizzarsi il tempo, soprattutto se si abita lontano dal posto di lavoro (e a Roma capita spesso). Chi ha il part time - molto diffusi quelli a 24 ore - guadagna al massimo 600-650 euro al mese. Teoricamente avrebbe un turno fisso, in modo da poter conciliare altri lavori, ma i capireparto cambiano le fasce orarie dall'oggi al domani, chiedendo praticamente una disponibilit? oraria sull'intera giornata. E i part time rappresentano ormai la grande maggioranza dei 450 dipendenti.
Molti sommano altri lavoretti per ?arrotondare? e arrivare alla soglia fatidica dei 1000 euro al mese, ma organizzarsi con questi orari ballerini ? impossibile. Adesso la Flaica Cub chiede che si passi alle elezioni delle Rsu, dato che da anni si va avanti con le semplici Rsa: le elezioni si sarebbero dovute tenere a fine aprile, ma sono state sospese e non si sa quando si potranno svolgere.
|
 |
Per offrire una migliore esperienza di navigazione questo sito utilizza cookie anche di terze parti.
Chiudendo questo banner o cliccando al di fuori di esso, esprimerai il consenso all'uso dei cookie.
Per saperne di più consulta la nostra Privacy e Cookie Policy