Attentato alla Cisl, rivendicazione delle «Cellule rivoluzionarie»
ROMA
14 marzo 2004
Ordigno incendiario a Cinecittà
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Attentato alla Cisl, rivendicazione delle «Cellule rivoluzionarie» Il gruppo eversivo romano intitolato a Mario Galesi, il Br morto nel conflitto a fuoco con la polizia
Sono stati i componenti delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria i responsabili del fallito attentato incendiario dello scorso 10 marzo, alla sede Cisl-Roma Sud Est di via Ciamarra, a Cinecittà. La rivendicazione è arrivata su un volantino, all’interno di una busta spedita dalla Capitale, al quotidiano «L’Unità». Sul documento c’è il simbolo di una stella a cinque punte su fondo scuro ed è firmato dalla cellula romana delle Cor, «Mario Galesi», il brigatista ucciso il 2 marzo 2003 sul treno Roma-Firenze, nel conflitto a fuoco in cui è morto l’agente Emanuele Petri e che ha portato all’arresto della brigatista Nadia Desdemona Lioce. Nel volantino, attibuito dagli investigatori ad un gruppo anarco-insurrezionalista, viene rivendicato anche l’attentato compiuto, sempre nelle prime ore di mercoledì, ai danni dell’agenzia di lavoro interinale «Kelly Service» di via Siria: un candelotto di polvere pirica è stato lanciato contro la vetrata. Di questo secondo attentato fino a ieri non si sapeva nulla. Quello contro la Cisl è stato scoperto da un passante, che poco prima delle otto ha notato due taniche piene di benzina davanti all’ingresso della sede sindacale. L’uomo si è insospettito e ha chiamato i carabinieri. Gli artificieri dell’Arma hanno definito «piuttosto grossolano» l’ordigno, i recipienti avevano nella parte superiore una confezione di polistorolo con dei fiammiferi, «diavolina» e uno zampirone spento in più punti, forse dall’umidità del mattino. Il documento riporta alcune frasi inneggianti alla lotta armata: è stato esaminato dalla Digos, che lo ritiene attendibile. Gli esperti dell’antiterrorismo sospettano che la formazione eversiva ancora non sia completamente organizzata, «i documenti trovati sono scarsi e piuttosto confusi, si ispirano a ideologie marxiste e al tempo stesso anarchiche. Anche il "modus operandi", riguardo agli attentati incendiari, fa pensare a persone con scarsa perizia tecnica». La firma «Cor» appare nell’estate dello scorso anno in Toscana, quando sono stati rivendicati alcuni attentati incendiari a Pisa contro il sindacato Ugl, l’abitazione del consigliere circoscrizionale Giacomo Mannocci (An), ad un cantiere per la costruzione di una caserma dei carabinieri, a un’agenzia di lavoro interinale. A luglio le «Cellule» hanno inviato un proiettile, accompagnato da una lettera di minacce, alla redazione pisana de «La Nazione». Lo scorso dicembre la sigla è apparsa per la prima volta nella Capitale: sono state incendiate le saracinesche della sede di Fi in via Pandosia e di An, in via Etruria e poi, a febbraio, alla sede di Pisa dell’Italia dei Valori, è arrivata una lettera di minaccia con quattro bossoli. Sul fallito attentato alla Cisl di via Ciamarra la Procura ha aperto un’inchiesta, gli accertamenti sono affidati al pm Erminio Amelio.
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Maria Rosaria Spadaccino
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Cronaca di Roma
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