25/6/2002 ore: 9:33

Art.18, la Cgil ricorre alla Consulta

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(Del 25/6/2002 Sezione: Economia Pag. 7)
L´ESECUTIVO CISL MODIFICA LA BOZZA DEL GOVERNO SUI LICENZIAMENTI E INVITA A «VALUTARE L´EFFICACIA DEL PROVVEDIMENTO»
Art.18, la Cgil ricorre alla Consulta
«Cinque milioni di firme e due referendum contro il governo»



ROMA
Gli scioperi regionali fino a metà luglio, cinque milioni di firme da raccogliere entro l´inizio di autunno, due proposte di legge d´iniziativa popolare, due quesiti referendari contro le deleghe del governo, altre due querele, ricorsi alla Consulta, uno sciopero generale. Un programma niente male, quello che attende la Cgil nei prossimi mesi, illustrato ieri in una conferenza stampa da Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani, che hanno alzato ulteriormente il livello dello scontro col governo. Il progetto è evidente: contrastare in ogni modo possibile («con le armi della democrazia», chiarisce il leader Cgil) i disegni dell´esecutivo, che pure si accinge a siglare con Cisl e Uil un «patto sociale» che per la Cgil è un «patto scellerato». E così, fino all´11 luglio proseguirà il calendario di scioperi regionali già programmati. Quasi a evidenziare i tentennamenti del centrosinistra, e per contrastare l´operazione politica condotta da Rifondazione col suo referendum, fino alla fine di settembre/inizio ottobre la macchina organizzativa della confederazione di Corso d´Italia sarà spremuta a fondo per raccogliere la cifra stratosferica di cinque milioni di firme in calce a due progetti di legge d´iniziativa popolare e a due «schemi» di referendum abrogativi. Il primo prevederà l´estensione dei diritti e delle tutele ai lavoratori che oggi non ne godono, «a partire dai collaboratori coordinati e continuativi»; il secondo, per una «riforma vera degli ammortizzatori sociali». Una volta raccolte le firme, i progetti dovranno essere esaminati dal Parlamento (anche se è scontato il «no» della maggioranza). Diverso è il discorso per i quesiti referendari annunciati, che serviranno per abrogare rispettivamente la delega del governo già all´esame del Senato sul mercato del lavoro (il progetto di legge 848) e la delega che modifica l´articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (848 bis). In questo caso, la raccolta delle firme dei cittadini si dovrà fare due volte: una di qui all´autunno (che avrà una valenza solo politica), l´altra (quella necessaria per andare nel 2004 al referendum) quando i provvedimenti del governo diventeranno legge dello Stato. La raccolta delle firme, spiega Cofferati, si concluderà per il giorno (ancora da definire, ma fissato per «il primissimo autunno») in cui si terrà lo sciopero generale già indetto dalla sola Cgil. C´è poi il capitolo giudiziario-legale. La Cgil annuncia il sostegno ai ricorsi giudiziari dei singoli lavoratori contro la riforma dell´articolo 18 decisa dal governo, che a dire dei sindacalisti è incostituzionale, comportando una diversità di trattamento per i dipendenti delle aziende con più di 15 dipendenti. Occorrerà naturalmente che un pretore giudichi la richiesta «non manifestatamente infondata», e si rivolga alla Corte Costituzionale. E infine, altre due querele sono in arrivo: una per il ministro del Welfare Roberto Maroni, che in un'intervista a ha denunciato rischi per la sua sicurezza personale segnalati dalle autorità preposte dopo i «preoccupanti proclami» di Cofferati; l´altra per il titolare delle politiche agricole Gianni Alemanno, reo di aver definito alcune dichiarazioni di Cofferati «quasi di sapore mafioso». «Quando non sanno più che dire - spiega il leader Cgil - cercano di infangare il nome di questa organizzazione con affermazioni gravi e infamanti, accreditando sospetti gravissimi, vale a dire l'idea di un legame tra la nostra organizzazione sindacale e frange violente». La tesi di Cofferati, ribadita nel pomeriggio a un convegno a Napoli con i magistrati di Magistratura Democratica, è che il governo usa lo stesso metodo con tutti: «Prima si dice che il dissenso e lo sciopero sono di natura politica, e poi si passa alla sua criminalizzazione». Intanto, oggi riprende la trattativa sul Mezzogiorno e l'emersione, un tavolo cui la Cgil ha ribadito di voler partecipare (così come all'incontro del 2 luglio sul Dpef). E ieri, con la discussione nell´esecutivo Cisl (oggi toccherà al Consiglio generale, composto da tutti i delegati eletti all'ultimo congresso) il sindacato di Savino Pezzotta ha esaminato la bozza di accordo presentata dal governo. Un testo che sull´art.18 ha già subito qualche aggiustamento: nella bozza consegnata dal governo alla Cisl e illustrata ai membri dell´Esecutivo da Pezzotta - rivela «il Nuovo.it» - è cancellata la parte che permetteva al Parlamento di «valutare l´opportunità della proroga» o «altre iniziative legislative a sostegno dell´occupazione regolare» al termine della sperimentazione della riforma dell´art.18. Adesso, il testo si conclude con l´invito a «valutare l'efficacia del provvedimento». Che potrebbe anche essere inteso da qualcuno come un ristabilimento del diritto sospeso al termine del triennio di sperimentazione.
Roberto Giovannini

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