Art.18, la Cassazione dice sì al referendum
13 dicembre 2002 |
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Pagina 35 - Economia |
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IL CASO Il 14 gennaio la decisione della Corte Costituzionale Art.18, la Cassazione dice sì al referendum
MILANO - La Corte di Cassazione ha dato il via libera sugli articoli 18 e 35 dello Statuto dei lavoratori. Ieri la Corte ha notificato ai promotori (Verdi, Rifondazione Comunista, Fiom, Socialismo 2000 ed esponenti della Cgil) l´ordinanza definitiva con la quale l´ufficio centrale per i referendum giudica conformi alle disposizioni di legge le richieste di una consultazione popolare. La Corte ha accettato inoltre la distinzione e le proposte di definizione dei due quesiti formulate dai presentatori, anche se in un primo momento aveva chiesto loro di accorparli. In pratica, la Corte ha ritenuto sufficiente il numero di firme presentato, circa 700 mila, le ha giudicate valide, ha stabilito che i quesiti sono posti in maniera corretta e non fuorviante. Ora, secondo quella che è la procedura, ci sarà il passaggio dei quesiti sotto la lente di ingrandimento della Corte Costituzionale, che è chiamata a valutare, il 14 gennaio, la conformità costituzionale dei quesiti e della stessa norma così come restante nell´eventualità dell´abolizione delle parti sottoposte a referendum. Con questo atto, secondo i promotori del referendum, si apre la via al voto popolare per la primavera del 2003 per l´estensione dei diritti e delle tutele previste dallo Statuto dei lavoratori anche a chi opera in aziende con meno di 15 dipendenti. Tutti i lavoratori, nel caso di una vittoria del quesito referendario, secondo le intenzioni dei promotori sarebbero protetti senza distinzioni sia per quanto attiene i diritti di tutela contro il licenziamento, sia per quanto concerne diversi diritti sindacali come quello di poter svolgere assemblee sui luoghi di lavoro e affiggere documenti in bacheca. Grande soddisfazione tra i promotori che puntano ad avviare da subito «la costituzione dei comitati regionali per il Sì a partire dai luoghi di lavoro e con una grande apertura alla società, alle personalità della cultura, alle associazioni e alle forze politiche». Inoltre il Comitato è deciso a «promuovere una giornata dei diritti da costruire insieme con tutti i soggetti sociali e politici che condividono ispirazioni e ragioni di questa battaglia». Di «grande soddisfazione» parla il presidente del Comitato promotore, Paolo Cagna Ninchi, che sottolinea come «la sentenza della Corte esprime di fatto un giudizio di uniformità dei quesiti».
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