Art. 18, il Governo certifica i diritti acquisiti

Tremonti lancia una scommessa alle parti sociali: ci vediamo tra sei mesi per contare i nuovi posti di lavoro Art. 18, il Governo certifica i diritti acquisiti D'Amato: accettiamo la sfida, vogliamo solo regole come quelle dell'Europa
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ROMA - La notizia dell'assassinio di Marco Biagi non era ancora arrivata quando dagli studi della Rai si è cominciato a registrare la puntata di "Porta a Porta" condotta da Bruno Vespa. Quando la trasmissione era ormai alla fine, uno dei collaboratori del ministro del Welfare Maroni ha riferito della morte di Marco Biagi (si veda pag. 2 e 3). Per più di un'ora, quindi, gli ospiti della trasmissione hanno parlato delle riforme del lavoro senza sapere quello che di lì a poco sarebbe successo. Una scommessa sull'occupazione. È quella che il Governo chiede al sindacato sulle modifiche all'articolo 18. A lanciarla è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti che ieri ha partecipato insieme al suo collega del Welfare, Roberto Maroni, al presidente di Confindustria, Antonio D'Amato e ai leader di Cisl e Uil, alla trasmissione televisiva "Porta a Porta". «Tra sei mesi incontriamoci - ha detto Tremonti rivolgendosi a Pezzotta e Angeletti - e se c'è una fabbrica che fa licenziamenti, avrete vinto voi. Ma se fa assunzioni allora avremo vinto noi». Una sfida respinta dal sindacato (che giudica inutili e dannose le nuove misure) ma raccolta dalle imprese. «Noi imprenditori - ha detto il leader degli industriali D'Amato - accettiamo la scommessa lanciata dal Governo. Siamo infatti convinti che queste nuove misure faranno crescere le imprese e soprattutto creeranno occupazione». Ma D'Amato ha indicato nella riforma del Governo una risposta anche all'Europa. «Le misure decise dal Governo - ha detto - sono le stesse che in altri Paesi europei sono già in vigore da anni. Chiediamo, quindi, solo di allinearci alle regole europee». Non solo scommesse. Il Governo vuole dare anche certezze ai lavoratori «visto il clima di paura dovuto alla disinformazione e alle falsità che sono circolate», ha detto Maroni puntando l'indice contro la Cgil e mostrando anche un volantino dell'organizzazione di Cofferati, a suo giudizio, «pieno di menzogne». La proposta del ministro del Welfare è dunque quella di lanciare una «certificazione dei diritti» per i lavoratori assunti con contratti a tempo indeterminato, esclusi dalle nuove norme sull'articolo 18. «In questo modo - ha detto - lavoratori saranno sicuri che i loro diritti non verranno toccati». Il Governo ha tenuto una porta aperta al dialogo su temi ritenuti essenziali dal presidente di Confindustria: «Siamo sempre seduti al tavolo di trattativa, ci piacerebbe poterci confrontare davvero con il sindacato perché ci sono molte cose da fare per dare un lavoro a chi non lo ha». D'Amato ha soprattutto rilanciato il tema del sommerso «una battaglia di civiltà, legalità e trasparenza del mercato» e degli ammortizzatori sociali. Proprio sul nuovo stato sociale Maroni ha lanciato al sindacato l'offerta a un confronto: «Si tratta di trovare risorse ingenti per una vera riforma, alcune stime parlano di 5 miliardi di euro ma il Governo s'impegna a trovare queste nuove risorse a fronte di una ripresa del confronto». E il ministro dell'Economia ha rilanciato sul fisco: «Vogliamo aiutare chi ha bassi redditi, per questo già dal prossimo anno sarà in vigore una riforma fiscale che agevolerà le fasce più basse di lavoratori». Non è mancata la polemica con la Cgil. «La manifestazione del 23 marzo - ha detto Tremonti - è una bella festa di primavera. Cofferati fa politica da tempo per interesse personale e non fa il bene della sinistra». Ad augurarsi un confronto serrato è D'Amato: «Mi piacerebbe trattare a un tavolo con sindacati e Governo. Fino a quando avremo manifestazioni e girotondi senza affrontare i problemi, non daremo soluzioni ai giovani disoccupati». Il confronto con il '94 è tornato anche nel dibattito. «Nel '94 abbiamo fatto degli errori e avevamo contro tutti, dall'Europa alla Banca d'Italia». Intanto la Confartigianato prevede con le nuove misure sull'articolo 18, 200mila nuovi posti di lavoro (a fronte di 100mila imprese tra i 10 e 15 addetti interessate dal provvedimento). Mercoledí 20 Marzo 2002
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