11/7/2002 ore: 10:14

Armistizio Ds-Cgil, ma le strategie restano divise

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(Del 11/7/2002 Sezione: Interni Pag. 4)
ALLA FINE LA QUERCIA PROVA A SMORZARE I TONI E RINVIA IL «NODO»-REFERENDUM
Armistizio Ds-Cgil, ma le strategie restano divise
L´ironia di Cofferati: visto D´Alema? Sembra equidistante tra noi e Berlusconi



ROMA
«L´avete visto D´Alema? Sembra equidistante tra noi e Berlusconi». L´impassibile Sergio Cofferati, lasciandosi andare con i suoi, non è riuscito a trattenere questa battuta al termine del lungo incontro con la delegazione Ds. Due ore e mezzo, in un clima teso e aspro. Due ore e mezzo che in Cgil riassumono così: restano divergenze tattiche e strategiche incolmabili. Ciò nonostante, né il Cinese né i dirigenti della Quercia hanno l´intenzione e la forza di arrivare alla rottura, ragion per cui, pur rimanendo differenze e reciproci sospetti, per ora si sigla un armistizio che, salvo sorprese dell´ultima ora, verrà sancito martedì nel direttivo Ds con un ordine del giorno comune, della maggioranza e del correntone, di sostegno alla Cgil. Già, Cofferati vede il rischio di «restare isolato», perciò per ora sembra optare per la tregua. Sarà più o meno un armistizio. Quanto durevole non si sa. E ieri sera i collaboratori del leader della Cgil non scommettevano sui toni che oggi potrebbe prendere la conferenza stampa. L´Ulivo appoggia la Cgil, certo. Ma tra Botteghino e Corso Italia le strategie restano divergenti. Nella giornata della tregua, comunque, durante l´incontro tra le delegazioni del sindacato e dei Ds non si fa cenno alcuno all´intervista rilasciata da Fassino a «Repubblica» in cui il segretario della Quercia intima l´altolà al Cinese. Eppure quella non è stata certo una lettura gradita per il leader della Cgil che la mattina, con il giornale in mano, scrollava le spalle e diceva: «Io vorrei una bella sconfitta? E chi lo dice? Gli strateghi che hanno vinto alle politiche?». Quindi aggiungeva, sempre riferendosi alle critiche di Fassino: «Lui dice di non voler regalare Cisl e Uil a Berlusconi, ma la Cgil a chi la regala, ci ha pensato?». Suppergiù nelle stesse ore Massimo D´Alema ironizzava sul Cinese, che fa diffondere comunicati del tipo: «Negli ambienti della Cgil si apprende...». «Fa come fanno al Quirinale», sibilava il presidente della Quercia. Nonostante il clima tutt´altro che propizio, né Cofferati né la Quercia possono consentirsi il lusso di una rottura. Perciò Fassino nell´incontro stempera i toni, e Cofferati, di contro, rinuncia alla raccolta di firme per le due proposte di legge, che appariva come uno schiaffo all´Ulivo che siede in Parlamento: le firme si raccoglieranno comunque, ma per una petizione popolare. La riunione viene aperta da Guglielmo Epifani. Il futuro segretario spiega che dal centrosinistra ci si aspetta un´opposizione più incisiva, sottolinea la gravità dirompente del Patto per l´Italia, e aggiunge: «Di fatto, chi ha firmato il patto ha sottoscritto il programma di governo». Poi è la volta di Fassino: «Sono convinto - dice il segretario Ds - che si possa e si debba recuperare Cisl e Uil nella battaglia che si farà sul Dpef». E aggiunge: «Non si può pensare che io non voglia sostenere la battaglia sull´articolo 18. Ma il partito ha una funzione diversa». Parlano un po´ tutti, in quella riunione, ma la sensazione di quanto siano ormai distanti Cgil e dirigenza della Quercia la danno gli interventi di Cofferati e D´Alema. Due visioni diametralmente opposte. Dice il Cinese: «Cisl e Uil non sono più recuperabili, l´accordo con il governo lo avevano già fatto prima ancora dello sciopero generale. Ci vorranno dieci anni prima che l´unità sindacale, che è stata rotta, venga recuperata. Il Patto per l´Italia è il primo passo di un attacco a fondo che mira a cambiare radicalmente il quadro sociale e politico, se non si capisce questo si rischia di sottovalutare la gravità di quanto sta accadendo. Contro questo governo ci vuole uno scontro duro e quotidiano». Ma per D´Alema le cose non stanno affatto così: «Se quello che dite voi fosse vero - è il ragionamento del presidente della Quercia - si dovrebbe pensare che c´è un governo forte, invece non è così: le sue politiche e la sua base sociale scricchiolano. E il patto per l´Italia è un accordicchio fragile. Il problema, quindi, a questo punto, non è di buttare Cisl e Uil nelle braccia di Berlusconi, ma di come recuperare queste due organizzazioni al centrosinistra. Bisogna ripensare il ruolo e la strategia del sindacato. La Cgil deve farsi carico di guidare un processo che parta dalle contraddizioni del mondo del lavoro, ma questo si può fare con una proposta alternativa che recuperi Cisl e Uil e che ridia unità al centrosinistra». Una lezioncina su come si fa il sindacalista che Cofferati non ha affatto apprezzato. Quanto al referendum, il Cinese dice «che non si farà ora», quindi i dissensi su questo punto vengono rinviati. Come del resto slitta all´autunno la ripresa delle ostilità tra Cofferati e il tandem Fassino-D´Alema. E alla fine di quell´incontro per alleggerire il clima le delegazioni del sindacato e della Quercia fanno una scommessa: «Quali saranno i titoli dei giornali di domani? Ds: incontro utile, gelo della Cgil».
Maria Teresa Meli

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