IL CASO Fini chiede che il Dpef venga discusso e approvato prima del 5 luglio: "Sia di rigore e sviluppo" An e Udc riaprono sulle pensioni "No alla fiducia, sì a cambiamenti" RICCARDO DE GENNARO
ROMA - Alleanza nazionale e Udc alzano la voce, frenano su pensioni e tagli di bilancio, rilanciano il dialogo con le parti sociali, non escludono modifiche, seppure lievi, alla delega previdenziale. Come dire: la linea Tremonti-Lega è sbagliata. In particolare, il ministro Gianni Alemanno dubita che il ricorso alla fiducia sulla riforma previdenziale anche alla Camera sia opportuno. Nello stesso tempo, all´unisono con il vicepremier Gianfranco Fini, esclude una manovra-bis e chiede che il Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) sia «un documento forte e di sviluppo». Dopodichè «si può anche fare un ragionamento sui tagli». Analoga la presa di posizione del responsabile economico dei centristi Udc, Ettore Peretti: «Vogliamo mantenere gli attuali livelli di spesa sociale», dice. E, al contrario di quanto lascia immaginare Tremonti, sostiene che «eventuali risparmi di spesa derivanti dalla riforma previdenziale vanno reinvestiti nel Welfare». Fini, dal canto suo, insiste sulla necessità di attivare «un meccanismo virtuoso per la crescita dell´economia», ma mette l´accento sul fatto che «il Dpef dovrà essere attento e rigoroso» ai fini di «un contenimento della spesa» e per «evitare lo sforamento del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil». An, che preme anche perché il Dpef venga approvato entro il prossimo 5 luglio, giorno in cui si riunirà l´Ecofin, ieri ha riunito il direttivo economico. Ne è sortita, come ha detto Alemanno, «una prima valutazione politica», senz´altro ai fini di un cambiamento della linea della politica del governo. Ironizza a questo proposito il presidente dei Ds, Massimo D´Alema: «Guardo con commozione al vicepresidente del consiglio perchè mentre aspetta di assumere la regìa economica del governo il film sta finendo». Quattro giorni prima della riunione dell´Ecofin potrebbe essere il momento della verità per le pensioni. La commissione Lavoro della Camera ha infatti convocato in audizione per il primo luglio Cgil, Cisl e Uil sulla riforma previdenziale. Ieri il relatore del provvedimento a Montecitorio, Luigi Maninetti (Udc), e il presidente della commissione Domenico Benedetti Valentini (An) hanno assicurato che la maggioranza è disponibile non a stravolgimenti ma perlomeno a qualche ritocco ulteriore della delega. Il governo è tuttavia unito nel sostenere l´esigenza di un´approvazione definitiva del provvedimento entro il mese di luglio. Questo fa pensare che difficilmente ci sarà una quarta lettura al Senato. Poi non resterà che attendere il varo dei decreti attuativi. L´opposizione, che aveva annunciato battaglia, assicura che non farà ostruzionismo: «Vogliamo un dibattito senza finalità dilatorie», dice Renzo Innocenti, vicepresidente dei deputati Ds. Le mosse dei sindacati si sapranno oggi al termine della riunione delle segreterie unitarie, che decideranno eventuali iniziative di mobilitazione. Da escludere uno sciopero generale in luglio e solo sulle pensioni. Probabili assemblee nei luoghi di lavoro e, forse, una seconda assemblea unitaria dei delegati.
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