An compatta sul dialogo sociale

Il congresso - Tutte le correnti si riconoscono nella linea di Fini per cambiare senza tabù e conflitti An compatta sul dialogo sociale
Alemanno e Storace raccolgono consensi sulla modifica sui licenziamenti in cambio di fondi per il lavoro Guido Compagna
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(DAL NOSTRO INVIATO)
BOLOGNA - Alleanza nazionale si riconosce, con tutte le sue componenti, nella svolta gradual-riformista indicata da Gianfranco Fini nella relazione di apertura del Congresso. E questo vuol dire che - anche se i toni di Gianni Alemanno non sono gli stessi di Ignazio La Russa o di Domenico Nania - il progetto politico complessivo vede unita e solidale tutta la destra italiana. La quale, mentre conferma una responsabile e convinta adesione al Governo della coalizione che ha vinto le elezioni, rivendica a se stessa il ruolo di motore riformatore, e «avanguardia di Governo», secondo l'immagine di Francesco Storace. Sarà nella giornata di oggi, al termine del dibattito, lo stesso Fini a raccogliere e condurre a sintesi politica le indicazioni congressuali. Ma sin d'ora è chiaro che il Congresso, fortemente segnato dalla sua relazione di apertura, non gli ha reso difficile quel compito. Nasce così a Bologna la destra riformista, pronta sfidare il Centro-sinistra proprio su un terreno che sembrava esclusivo appannaggio di quest'ultimo. An è così decisa a giocare la sua partita fuori casa. Ma non farà catenaccio. Anzi, andrà all'attacco. Senza chiudersi dunque in difesa accetterà, tutta unita, di mettere mano alle riforme del mercato del lavoro. Senza paura di infrangere anche il tabù della riforma dello Statuto dei lavoratori (articolo 18 compreso). Una partita che giocherà insieme agli alleati, ma volendo avere forte voce in capitolo su quella che dovrà essere l'impostazione non soltanto tattica, ma anche strategica, del gioco. E allora, articolo 18 sì, ma soprattutto tanto «dialogo sociale». Ieri i rappresentanti della Destra sociale (Alemanno e Storace) hanno mostrato forte soddisfazione per il fatto che tutto il partito si sia detto pronto a fare proprio il documento su riforme e coesione sociale. In esso si impegna la presidenza del Consiglio a coordinare il dialogo con le parti sociali «finalizzato alla redazione del Dpef per il reperimento e la ripartizione delle risorse sul versante dello sviluppo e delle riforme sociali». Insomma, mentre si mette mano all'articolo 18, bisogna avere eguale attenzione a mettere in campo adeguati ammortizzatori sociali, per i quali devono essere trovate risorse con il Dpef. Al tempo stesso sono pronti due emendamenti alla delega, che hanno già ottenuto anche l'adesione del relatore al provvedimento. Il primo ha lo scopo di chiarire bene che la nuova disciplina «è strumento di stabilizzazione dei rapporti di lavoro sulla base di trasformazioni da tempo determinato a tempo indeteminato, solo in riferimento ai contratti di lavoro già conclusi alla data di entrata in vigore della legge». Il secondo che prima di modificare l'articolo 18 si dovranno definire bene le regole per gli ammortizzatori sociali. Resta il fatto che, in Alleanza nazionale, la preoccupazione che le riforme si portino avanti con la minore conflittualità possibile, non è soltanto della Destra sociale. Se Alemanno insiste sulla ripresa ad ogni costo del dialogo sociale con i sindacati, Adolfo Urso, che mette bene in chiaro che «non si può piegare la testa nè davanti ad Agnoletto nè a Cofferati», parla di «riformismo solidale», vale dire: riforme sì, ma nella solidarietà. E altrettanta attenzione a tutelare le parti più deboli dei rapporti sociali, viene da La Russa. È toccato poi a Nania rivendicare il grande ruolo svolto dal gruppo dirigente di An per creare in Italia la democrazia dell'alternanza. Dal dibattito congressuale è venuta la chiara conferma che tutta Alleanza nazionale non identifica certo il riformismo con il liberismo, e che su questa linea è pronta a farsi valere anche nella maggioranza. E qui sarà il vero esame - forse più impegnativo ancora di quelli finora affrontati - per la destra non soltanto di Governo, ma al Governo. Domenica 07 Aprile 2002
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