Allarme Bce per i conti dell’Italia

12 Marzo 2004
SOTTO TIRO LE UNA TANTUM E LE SPESE. POSSIBILE IL MANCATO RISPETTO DEL PATTO DI STABILITA’ Allarme Bce per i conti dell’Italia Grilli denuncia sforamenti per 2,7 miliardi nella Sanità
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Stefano Lepri
ROMA I conti pubblici dell’Italia sono a rischio, sostiene la Banca centrale europea. Quest’anno o il prossimo «andamenti economici sfavorevoli potrebbero provocare il superamento del limite del 3%». Critiche più severe sono rivolte a Germania, Francia e Portogallo, che quel limite di deficit rispetto al prodotto interno lordo, fissato dal trattato di Maastricht, come si sa l’hanno già sfondato; ma gli appunti all’Italia sono numerosi e pungenti, nel bollettino mensile pubblicato ieri a Francoforte. Gli «andamenti sfavorevoli» che la Bce scrive di temere sono già comparsi, negli ultimi giorni, in numerose previsioni di osservatori economici. Si parla ormai di una crescita del prodotto lordo 2004 all’1-1,2%, contro l’1,9% su cui il governo di Roma ha costruito le proprie previsioni di finanza pubblica. Il bollettino nota che «per normali fluttuazioni cicliche» dell’economia» i programmi impostati «non paiono offrire sufficienti margini di sicurezza»; tra l’altro «resta incerto se le misure una tantum verranno sostituite da una azione più duratura». Come in altri Paesi, vi sono «rischi evidenti» nella «insufficiente specificazione degli interventi sulla spesa». L’analisi della Bce sembra avere molti punti di contatto con quella della Banca d’Italia, che entro il mese pubblicherà il proprio bollettino economico semestrale. Il timore comune è che l’utilizzo sostenuto delle una tantum abbia raggiunto i suoi limiti e difficilmente possa essere ripetuto ancora nella misura dei due anni passati. Le spese correnti continuano a crescere e la Banca d’Italia vede il rischio il timore che senza piegare questa tendenza negli anni prossimi le tasse debbano essere aumentate, anziché ridotte. Uno dei capitoli di spesa che resta difficile frenare è la sanità. Ne ha parlato il ragioniere generale dello Stato Vittorio Grilli in Senato. Nel 2003 si è verificato uno sforamento di 2,7 miliardi di euro (0,2% del prodotto lordo) rispetto alle somme concordate tra Regioni e governo nell’estate 2001; comprendendo i rinnovi di contratti di lavoro e delle convenzioni, il cui onere si scaricherà sul 2004, si arriva a 5,2 miliardi. Metà degli sforamenti proviene da tre sole Regioni, Lazio Campania e Sicilia (due governate dal centro-destra, una dal centro-sinistra, ndr). Grilli è anche preoccupato per l’amontare dei debiti contratti dagli enti locali, di cui non si ha un panorama aggiornato; ha esortato le agenzie internazionali di rating a considerare separatamente ogni emittente e a non scaricare sullo Stato eventuali problemi degli enti locali. L’esame della finanza pubblica nei Paesi euro è condotto dalla Banca centrale europea solo con cadenza trimestrale. Questa volta il bollettino contiene un lavoro più approfondito, con giudizi dettagliati sui «programmi di stabilità» di cascun Paese, da cui solo Spagna, Irlanda e Finlandia escono bene. In Germania, Francia e Portogallo «sussiste il forte rischio che perduri o si ripresenti una situazione di disavanzo eccessivo». Posto che la serietà dei rischi per la finanza pubblica dipenderà dall’andamento dell’economia, la Bce rileva che la principale incognita per la ripresa europea sta nei consumi privati. E «il livello ancora basso della fiducia dei consumatori» è in parte «legato alla persistente percenzione dei consumatori di una inflazione più elevata di quella misurata dalle statistiche ufficiali. Ma secondo la Bce le statistiche sono esatte; la loro unica mancanza, difficile da eliminare, è che non si tiene conto delle spese sostenute dalle famiglie proprietarie della casa dove abitano, che tra l’altro sono solo il 41% in Germania, e assai più numerose in Italia.
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