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Agosto in città: restano aperti 7 negozi su 10

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mercoledì 30 luglio 2003
 
 
Pagina 11 - Cronaca
 
 
Agosto in città, spesa garantita restano aperti 7 negozi su 10
          Ma i commercianti di Milano e Torino non rinunciano alla chiusura estiva nel 60-70 per cento dei casi
          Calano i consumi, cambia il commercio: dieci anni fa i locali che non avevano abbassato le serrande erano solo il 38 %
          La Confesercenti: "I saldi non sono andati così bene e le vacanze degli italiani risultano spezzettate. Il deserto a Ferragosto non c´è più"
          Tra le città da record per l´apertura no-stop Firenze, Venezia e Cagliari I consumatori però chiedono più controlli sugli esercizi pubblici

          NICOLA GHITTONI
          FERRUCCIO SANSA

          ROMA - Addio alle strade deserte. Addio ai safari cittadini sotto il sole abbacinante in cerca di un panino. Di un etto di prosciutto improvvisamente diventato più prezioso dell´oro. Ad agosto, secondo la Confesercenti, sette negozi su dieci resteranno aperti. Certo, non dappertutto, ci sono grandi differenze tra le città turistiche (a Firenze prima di Ferragosto quasi il 100% dei negozi saranno aperti) e quelle industriali (a Milano e Torino le chiusure nelle prime due settimane del mese arriveranno al 70%), ma la tendenza di sicuro è cambiata. Soltanto nove anni fa i negozi aperti erano il 38%, la metà di oggi.
          Le ragioni? Due, secondo Marco Venturi, presidente della Confesercenti: «Pesa la crisi dei consumi, soprattutto in alcuni settori. Nell´abbigliamento, per esempio, i saldi non sono andati bene, così i commercianti hanno deciso di sfruttare anche agosto». Ma non sarebbe soltanto questo: «Ormai le abitudini degli italiani sono cambiate - spiega Venturi - Le vacanze sono spezzettate, durano meno e sono distribuite in più mesi. Ad agosto le città non sono più deserte come un tempo. Così i commercianti vengono incontro alle nuove abitudini dei consumatori».
          Alimentari aperti, dunque, ma anche negozi di abbigliamento per quelli che non riescono a rinunciare allo shopping neanche sotto il sole allo zenith, con il termometro fisso oltre i trenta gradi.
          In pratica, secondo Confesercenti, nella prima e ultima settimana di agosto fare acquisti sarà abbastanza facile. Le difficoltà più grandi si incontreranno nella settimana a cavallo del 15 e, ovviamente, il giorno di Ferragosto quando le strade delle città italiane sembrano lo scenario di un film western di Sergio Leone. Deserte.
          A Milano nella settimana di Ferragosto i negozi chiusi arriveranno al 90%. Nel capoluogo lombardo su 25.000 esercizi censiti, secondo il Comune, durante tutto il mese di agosto ne resteranno aperti almeno 9.000. Il periodo più delicato sarà la prima metà del mese (60% dei negozi chiusi). A Torino prima di Ferragosto alzate solo 35 saracinesche su cento.
          Va meglio nelle città di mare o frequentate dai turisti: Firenze, soprattutto, ma anche Venezia (80% dei negozi aperti). A Genova l´apertura varia dal 60 all´85%. A Catania gli alimentari saranno chiusi soltanto a Ferragosto, i panificatori garantiscono l´apertura per mezza giornata nel periodo estivo. A Cagliari fino a Ferragosto addirittura il 97% degli alimentari non chiuderà. Un record.
          «Speriamo. Ogni anno i commercianti diffondono dati molto incoraggianti, poi spesso la realtà è diversa», è cauto Vincenzo Dona, presidente dell´Unione Consumatori. E aggiunge: «Davanti ai pochi clienti, c´è chi, pur avendo dichiarato di restare aperto, alla fine abbassa la saracinesca». L´Unione Consumatori chiede più controlli: «Le autorità dovrebbero verificare che chi ha promesso di restare aperto rispetti l´impegno. E infliggere sanzioni».
          Alla Confesercenti, però, sono sicuri: «Vedrete», spiega Marco Venturi, «quest´anno i negozi aperti saranno il 10% in più rispetto all´anno scorso». Alla base del cambiamento c´è anche la crisi. Le previsioni della Confcommercio sono chiare: rispetto al 2002 - un anno già difficile - nel 2003 i consumi dovrebbero aumentare di uno striminzito 0,3%. Gli italiani si sono buttati sul cibo (+1,4%), sui servizi (+1,2%), ma calano gli acquisti di vestiario (-0,7%), calzature (-1,1%), mobili (-2,1%), automobili (-2,8%, ma addirittura meno 8,3% rispetto al 2000) ed elettrodomestici (-0,7%). Dovrebbe andare meglio nel 2004 (+1,8%), intanto, però, la spesa media delle famiglie italiane non supera i 2.194 euro al mese.
          Vita migliore per chi resta in città, quindi. In molti, però, continueranno a viaggiare. In 23 milioni, secondo Unioncamere, andranno in vacanza. Il 70,8% preferisce l´Italia, il 21,2% andrà all´estero. Le mete preferite? Chi non supererà il confine ha scelto soprattutto le coste romagnole (11,2%), la Toscana (9,8%), la Sardegna e la Sicilia (9,3%). All´estero preferiti i paesi vicini: Spagna (17,5%), Francia (16,9%), Grecia (12%) e Croazia (8,1%). Gli italiani come ogni estate si diffonderanno in mezzo mondo: dagli Usa (4,3%) al Lussemburgo (0,2%). Poi c´è il battaglione degli indecisi: l´8% non ha ancora deciso dove andrà. A due giorni della partenza. L´importante è viaggiare.

 

 
 

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