Accordo sull’arbitrato, no della Cgil
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ROMA— Non si potrà chiedere al lavoratore, al momento dell’assunzione, di impegnarsi a ricorrere all’arbitro privato anziché al giudice nel caso fosse licenziato. Le controversie riguardanti i licenziamenti non potranno cioè entrare nelle clausole compromissorie firmate col contratto di assunzione. Lo hanno stabilito ieri tutte le associazioni imprenditoriali e i sindacati, tranne la Cgil e la Lega delle cooperative, con una dichiarazione comune sottoscritta al ministero del Lavoro. Con essa si pongono le basi dell’accordo (avviso comune) tra le parti sociali per l’attuazione della recente legge in materia di arbitrato del quale prenderà atto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Che proprio ieri, con un’intervista al Sole 24ore, auspicava un accordo sull’esclusione dei licenziamenti dalle clausole compromissorie. Soluzione che poi è stata proposta ieri pomeriggio da Cisl e Uil e illustrata alle altre parti sociali dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in un incontro al ministero del Welfare, inizialmente convocato per discutere delle direttive europee sull’orario di lavoro.
«Le parti— dice la breve dichiarazione — riconoscono l’utilità dell’arbitrato, scelto liberamente e in modo consapevole dalle parti, in quanto strumento idoneo a garantire una soluzione tempestiva delle controversie in materia di lavoro a favore della effettività delle tutele e della certezza del diritto. Le parti si impegnano pertanto a definire con tempestività un accordo interconfederale escludendo che il ricorso delle parti alle clausole compromissorie poste al momento della assunzione possa riguardare le controversie relative alla risoluzione del rapporto di lavoro». In sostanza, si evita che il lavoratore possa essere ricattato con l’offerta di assunzione solo se si impegna a rinunciare al giudice in caso di licenziamento. «Abbiamo mantenuto la promessa di salvaguardare i lavoratori più deboli e replicato agli attacchi di chi era in malafede», dice Bonanni che, insieme con la Uil, attacca la Cgil anche sullo sciopero generale di oggi, definendolo «inutile». Per il leader della Cgil, Gugliemo Epifani, invece, «il ricatto resta». Sacconi conferma che rispetterà l’intesa tra le parti sociali e invita a superare le polemiche sull’articolo 18. Soddisfatte sono anche le associazioni imprenditoriali.