Accordo per Termini Imerese. Auto e fiori per il dopo Fiat
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Far crescere insieme fiori e macchine ecologiche, vetture di lusso e pellicole per cinema. O magari tornare a produrre solo automobili, sotto il sole di Sicilia. In attesa di conoscerne la vocazione, è arrivata una prima intesa sul futuro prossimo di Termini Imerese, che dal prossimo anno sarà orfana della Fiat. Ieri al ministero dello Sviluppo economico, le istituzioni interessate dalla reindustrializzazione del sito abbandonato dal Lingotto hanno siglato un primo accordo sui soldi pubblici da investire e sulle aziende che parteciperanno al rilancio del polo. Il documento, sottoscritto da ministero, Regione Sicilia, Comune e Fiat, prevede un finanziamento complessivo, tra soldi pubblici e investimenti privati, di quasi un miliardo di euro. Per la parte pubblica, il ministero guidato da Paolo Romani metterà cento milioni di euro, mentre la Regione ne aggiungerà altri 350.
I PROGETTI All’intesa economica si aggiunge il via libera alle imprese che hanno manifestato il loro interesse a produrre nell’area palermitana. Si tratta di sette progetti, più un ottavo arrivato fuori tempo massimo che allo Sviluppo economico ritengono in stand-by, congelato. I sette progetti in ballo non si escludono l’un l’altro: possono quindi coesistere la produzione di auto elettriche, vetture di lusso, gli studios per il cinema e la televisione, attività di floricoltura, di energia da biomasse, di protesi mediche ortopediche e un’attività di logistica e grande distribuzione. Insieme, tutte queste attività darebbero a regime occupazione a 3.300 persone, molte di più delle 1.2-1.400 di oggi. Almeno così sostiene il ministro Paolo Romani, che già ieri parlava di «intesa storica». La firma ufficiale all’accordo di programma arriverà domani. Solo dopo potrà partire il confronto vero e proprio con i sindacati, che ieri hanno partecipato all’incontro da osservatori. «Sospendiamo il nostro giudizio fino a quando non sarà aperto il confronto sul piano industriale », annuncia cauto Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil. Mentre è positivo il giudizio di Cisl, Uil e Ugl, che hanno presenziato all’appuntamento con i segretari Luigi Sbarra, Paolo Pirani e Giovanni Centrella. Per quest’ultimo «l'accordo pone le basi per salvaguardare lo stabilimento», permette di «accompagnare tutti i lavoratori dal momento della cessazione dello stabilimento Fiat al nuovo impianto con ammortizzatori sociali e un percorso di riqualificazione», aggiunge Luigi Sbarra. Mentre per Paolo Pirani adesso «occorre passare dall’accordo al merito dei singoli piani anche per agevolare gli investimenti previsti». Il ministro Romani è arrivato a all’incontro dopo un viaggio ad Algeri. Dall’Africa ha aggiunto altre considerazioni anche sul tavolo di sabato tra Berlusconi e Sergio Marchionne, che tra l’altro è atteso oggi in Commissione attività produttive alla Camera. Romani è tornato a criticare la Fiom-Cgil, primo oppositore alle condizioni volute dal manager Fiat per confermare gli investimenti promessi: «Basterebbe leggere il comunicato di sabato per convincersi» del piano industriale del Lingotto, ha commentato. «Se qualcuno per totale pregiudizio non vuole nemmeno pesare le parole che sono state espresse e concordate, se ne assume la responsabilità».