22/7/2002 ore: 12:40

«Vita difficile per il Bingo con norme troppo incerte»

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sabato 20 luglio 2002


Consoli (Formula Bingo): bisogna alzare il montepremi

«Vita difficile per il Bingo con norme troppo incerte»

G.D.
ROMA - «I ritardi nel decollo del Bingo sono dovuti a molte cause, in primo luogo l'incertezza normativa sulla nuova categoria di operatori, ma anche il meccanismo delle giocate. È tempo di intervenire per tirare una linea con il passato, dare certezza agli operatori che hanno investito e rilanciare un gioco che può dare grandi soddisfazioni all'erario». Luciano Consoli, l'ex editore di iniziative sfortunate (La Voce, Liberal) che è stato il profeta del Bingo in Italia, chiede una serie di modifiche per evitare il flop del gioco "importato" da Spagna e Inghilterra. L'ex militante del Pci è impegnato in questi giorni a definire la compagine azionaria del «Riformista», un nuovo quotidiano promosso dal suo amico Claudio Velardi, il più stretto collaboratore di Massimo D'Alema quando l'ex leader ds era presidente del Consiglio. «Come il Foglio è la spina nel fianco della destra, vogliamo fare un giornale che sia la spina nel fianco della sinistra», spiega Consoli, amministratore delegato in pectore della nuova iniziativa che i promotori vogliono far uscire «verso novembre». Intanto, la spina nel fianco di Consoli è il mezzo flop del Bingo. Due anni fa, ai tempi del governo D'Alema, quando maturò la cornice normativa a favore del Bingo, Consoli ha fondato con altri soci la Formula Bingo Spa. È una società che aiuta, attraverso «consulenza, assistenza, servizi centralizzati», gli operatori che vogliono aprire una sala in concessione dai Monopoli di Stato. Terminato il centro sinistra, per il Bingo la vita è diventata più difficile. Delle 420 sale «di prima fascia» immaginate nei programmi di Consoli ne sono state aperte la metà, 217: di queste 124 appartengono al «network» di Formula Bingo. Ma tra i clienti di Consoli ci sono anche molti imprenditori che alzano la voce perché sono rimasti bloccati con l'investimento. «È mancato un quadro normativo completo che chiarisca in quale categoria merceologica vengono classificati i gestori delle sale», osserva Consoli. «Chi li assimilava a cinema, chi a ristoranti, chi a discoteche: sono scaturiti problemi di autorizzazioni urbanistiche con i Comuni, le Asl, i vigili del fuoco. Ci sono state sperequazioni tra Comuni, alcuni più rigidi, altri più flessibili». Così, malgrado la proroga del termine per l'apertura delle sale dal 13 dicembre dicembre 2001 al 13 marzo 2002, «ci sono ancora 40 sale pronte, ciascuna con un investimento di alcuni milioni di euro, che non possono aprire. È necessario - dice Consoli - sbloccare questa situazione, con una sanatoria che chiuda con il passato e crei le condizioni per riaprire la graduatoria ai vincitori della seconda fascia. Così nei prossimi sei mesi potrebbero subentrare altri 150 concessionari vincitori della seconda graduatoria e si arriverebbe almeno alle 420 sale previste della prima fascia». La sanatoria è contenuta in un emendamento al decreto legge "omnibus", presentato alla Camera. «In sostanza - dice Consoli - chi ha completato i lavori entro il 16 luglio 2002 potrà chiedere il collaudo entro dieci giorni e aprire la sala, pagando la penale di 180mila euro per apertura ritardata». Il vicepresidente di Formula Bingo chiede anche innovazioni per alzare il montepremi e attirare più giocatori. «Nella nostra sala Bingo si paga solo la cinquina e la tombola. Ma è come proiettare lo stesso film per sei mesi, al cinema non ci va più nessuno... All'estero si può vincere di più se si fa supercinquina o superbingo, cioè se si vince con un numero ridotto di estrazioni». Un'altra richiesta è «il collegamento telematico fra più sale in cui si gioca la stessa partita, in modo da alzare il montepremi». Consoli sostiene la necessità di legalizzare i videopoker (o «videolottery»), per intercettare «un giro d'affari aggiuntivo, oggi clandestino, che è stimato in 7,5 miliardi di euro l'anno, metà del mercato ufficiale dei giochi». L'altra innovazione cui tiene è l'introduzione di uno «standard unico» per le reti telematiche dei concessionari, con libertà d'accesso per tutti a pagamento, «attraverso il roaming come per la telefonia». Formula Bingo ha appena creato una joint venture con Sesterzi, un operatore che «è un provider nelle scommesse ippiche e sportive», per allargare la sua attività a questi settori e alle «videolottery».

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