20/1/2006 ore: 10:25
«Vantaggi dal Tfr; sul premier si muova l´Antitrust»
Contenuti associati
Zanda, mentre conferma le sue accuse sul decoder in una nota che invia all´Antitrust, ne formula di nuove. Sono concentrate stavolta sul decreto legislativo 252 del dicembre 2005 che riguarda le liquidazioni (Tfr) dei lavoratori. Questi soldi sono oggi nelle mani delle imprese; e il decreto ne regola il trasferimento ai fondi pensione, consentendo il decollo della previdenza complementare. Si parla di somme enormi. Zanda calcola che le sole imprese private non finanziarie trattengano ogni anno 14,3 miliardi, che si vanno ad aggiungere ai 127 miliardi già accumulati negli anni alla voce Tfr. Ora Luigi Zanda ricorda che «il premier, con la famiglia, è azionista di maggioranza di un importante gruppo assicurativo, Mediolanum» che ha «oggettivi e rilevanti interessi nel mercato dei fondi pensione». E´ proprio il settore che registrerà un´enorme «espansione», effetto del decreto legislativo del governo Berlusconi sul Tfr. Certo, anche in questo caso il premier ha adottato la tecnica della "sedia vuota". Al momento di approvare il decreto legislativo sul Tfr, «ha abbandonato temporaneamente la seduta del consiglio dei ministri». Questa tecnica però - accusa ora Zanda - non esclude una sua partecipazione («anche diretta e determinante») alla «definizione» delle nuove regole su Tfr, liquidazioni, previdenza complementare. Insomma: la tesi accusatoria è che il premier ha dettato norme che investono un settore (previdenziale, dopo quello televisivo) in cui ha «interessi economici di preminente rilevanza». Proprio per questo Zanda invita l´Antitrust ad aprire una seconda istruttoria, sempre ai sensi della legge del 2004 sul conflitto di interessi. (a.fon.) |