"Unipol" Scalata Bnl: il pm Toro è sotto inchiesta
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martedì 3 gennaio 2006
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MAGISTRATURA E AFFARI - IL PROCURATORE CAPO DI ROMA: HO SEGUITO PASSO PASSO CON IL MIO COLLEGA LO SVILUPPO DELLE INDAGINI, NON CI SONO STATE LACUNE
Scalata Bnl, il pm Toro è sotto inchiesta
L’accusa di Perugia è violazione del segreto d’ufficio in concorso con Consorte e Castellano
Guido Ruotolo
ROMA Il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, titolare delle indagini sulle scalate Unipol-Bnl e Bpi-Antonveneta e l’ex presidente di Unipol, Gianni Consorte, sono indagati a Perugia per rivelazione del segreto d’ufficio, in concorso con il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Francesco Castellano. Toro e Consorte saranno sentiti dal procuratore Nicola Miriano e dai pm Alessandro Cannevale e Sergio Sottani venerdì 13 gennaio.
Il procuratore capo di Roma, Giovanni Ferrara, difende a spada tratta il suo collega: «Ho seguito personalmente con il collega lo sviluppo delle indagini. Non ci sono state lacune. Non è detto che per questo provvedimento Toro debba lasciare il coordinamento delle indagini».
Un passaggio obbligato, l’interrogatorio, che nasce sulla base delle intercettazioni telefoniche tra Consorte e Castellano, e tra Consorte e il suo vice, Ivano Sacchetti, e la sua compagna, Liana Bertolazzi. E dell’interrogatorio di venerdì scorso di Francesco Castellano che ha ammesso di aver parlato con il procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, suo amico, di fatti che rappresentano l’oggetto delle inchieste coordinate dallo stesso procuratore aggiunto romano.
Obietta l’avvocato di Castellano, Jacopo Pensa: «Francesco Castellano ha solo dato conto ai pm di Perugia del clima che c’era nei suoi incontri, per altro fugaci, con il collega Achille Toro ma non gli ha rivolto alcuna accusa».
I due magistrati, Castellano e Toro, a sentire il difensore del Presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, «hanno solo parlato della vicenda relativa alla scalata di Unipol a Bnl così come appariva sui giornali»: «Il presidente Castellano da canto suo ha invece negato che ci siano stati riferimenti all’inchiesta in quanto tale. Anche perchè mi sembra, sempre in base a quello che ho letto, che a Roma Consorte sia stato iscritto molto dopo i colloqui».
Vedremo gli sviluppi delle indagini perugine. Nella comunicazione della Procura umbra, l’invito a comparire nel quale si annuncia al destinatario che nei suoi confronti viene contestato il reato previsto dall’articolo 326 del Codice penale, la violazione del segreto istruttorio, si fa riferimento in particolare all’ipotesi che il procuratore aggiunto Toro abbia rivelato al presidente Castellano il contenuto dell’esposto della Banca di Bilbao, la spagnola Bbva, in riferimento alla presenza e al ruolo nella scalata alla Bnl della Deutsche Bank, e in riferimento all’anomalia rappresentata dall’utilizzo dei capitali degli assicurati per la scalata stessa.
Ieri mattina, in procura, a piazzale Clodio, si è svolto una riunione tra il procuratore Ferrara e i suoi aggiunti. Riunione tesa, al termine della quale sia Ferrara che Toro hanno evitato un incontro ravvicinato con i giornalisti. Poi, al telefono, Ferrara ha fatto sapere che per la Procura l’incidente di Perugia non avrà nessuna conseguenza, anche perché, si sono convinti i vertici della procura romana, l’inchiesta di Perugia è destinata a risolversi in una bolla di sapone. «Abbiamo accertato attraverso Internet- fanno sapere a piazzale Clodio - che i giornali economici già a maggio scrissero sui contenuti dell’esposto della Banca di Bilbao».
Il primo esposto risale effettivamente al maggio scorso, ma il secondo - secondo la Procura di Perugia - sarebbe stato depositato proprio il 12 luglio. Data importante ai fini di questa indagine. Quella sera, infatti, Consorte si incontrò a Bologna con Castellano, che arrivava da Roma dove aveva incontrato il suo amico Achille Toro, ed era diretto nella sua Milano. «Questi qua - dice dopo quell’incontro il presidente di Unipol, parlando al telefono con il suo vice, Ivano Sacchetti - hanno fatto un esposto, dicendo che noi abbiamo utilizzato i soldi degli assicurati per fare l’operazione. Sono gli spagnoli...».
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