"Unipol" Le cooperative scaricano il loro banchiere
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mercoledì 28 dicembre 2005
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TERREMOTO A BOLOGNA - CONSIGLIO STRAORDINARIO DELLA COMPAGNIA IN PROGRAMMA PER DOPODOMANI. NESSUNA INCERTEZZA SULL’OFFERTA ROMANA: SI VA AVANTI
Le cooperative scaricano il loro banchiere
Fioccano le smentite sul cambio a Unipol, ma la Holmo attacca: comportamenti lontani da noi
Alessandro Barbera
ROMA Nonostante le smentite ufficiali dei piani alti di Via Stalingrado, le dimissioni di Giovanni Consorte da numero uno di Unipol sembrano sempre più vicine. L’ultima tegola sulla testa dell’ingegnere ieri è arrivata dalla Lega delle cooperative.
Nelle ore in cui i magistrati milanesi lo ascoltavano sulle operazioni per la scalata a Bnl, i vertici delle coop rosse hanno diffuso alle agenzie di stampa una nota che suona come un vero e proprio atto di sfiducia. Il comunicato firmato dal presidente Giuliano Poletti e dal vice Giorgio Bertinelli non lascia troppo spazio alla fantasia: «Qualora venissero accertati comportamenti del tipo di quelli riferiti in questi giorni dai mezzi di informazione», il movimento «non potrebbe fare a meno di considerarli lontani dal comune sentire e dal sistema di valori di riferimento della cooperazione».
Legacoop in quanto tale non è presente né nel consiglio di amministrazione di Unipol, né tantomeno in quello della controllante Holmo. Ma è l’organizzazione che tiene insieme tutte e 38 le cooperative azioniste di quest’ultima. E non è un caso che proprio oggi si riunisce il consiglio di amministrazione. Dice infatti la Lega: «Compete agli organi della compagnia e della società che la controlla fare le necessarie valutazioni ed assumere le iniziative che ritengano più idonee a tutelare l'attività, l'immagine e i progetti di sviluppo della compagnia assicurativa».
Insomma, una richiesta solo un po’ velata di dimissioni che però per Legacoop non mette in discussione il destino dell’Opa Unipol su Bnl. «Una iniziativa legittimamente promossa e sostenuta con convinzione dalla grande maggioranza delle cooperative in base ad una valutazione positiva sul piano economico e imprenditoriale». Come a dire: le vicende giudiziarie che riguardano Consorte non hanno nulla a che vedere con l’operazione.
LA SMENTITA DI UNIPOL. Ancora ieri mattina alle indiscrezioni di stampa sul destino aziendale di Consorte e Sacchetti la compagnia aveva risposto con un comunicato di secca smentita. Anzi, «il presidente ha personalmente convocato un cda straordinario per venerdì prossimo, 30 dicembre». In poche ore lo scenario è completamente cambiato. Non è però ancora chiaro se Consorte rassegnerà davvero le dimissioni e quando. C’è chi dice accadrà oggi durante il consiglio di Holmo e chi invece è convinto che la sede più appropriata sarebbe quella di Unipol. Di certo fra le cooperative è in atto una «moral suasion» perché Consorte e Sacchetti lascino i proprio incarichi senza interventi dall’esterno. Ma ai piani alti delle coop ci si sta preparando anche all’ipotesi che lui non rassegni le dimissioni. «In quel caso potremmo fare valere il principio “simul stabunt simul cadent”», spiega una fonte. «Una ipotesi tecnicamente complicata, ma che in sostanza ci obbligherebbe alla nomina coatta di nuovi vertici». L’ipotesi che circola con più insistenza è che la guida di Unipol vada al numero uno di Holmo Pierluigi Stefanini. Una sorta di temporaneo commissariamento al quale seguirebbe la nomina di nuovi vertici.
L’OFFERTA PROSEGUE. Nonostante il terremoto al quartier generale della compagnia e l’inchiesta della magistratura, l’offerta di Unipol su Bnl prosegue senza sosta. Ieri Unipol ha adeguato l’offerta alle richieste della Consob, ma tutto l’iter autorizzativo è di nuovo in alto mare. La Consob dovrà dare un nuovo via libera, Bankitalia è in attesa di un altro giudizio dell’Isvap (l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni) a cui Via Nazionale aveva rinviato il dossier. Non a caso nel comunicato di ieri di Legacoop c’è la richiesta esplicita alle autorità di viglianza di accelerare i tempi. «Un pronunciamento definitivo» che sblocchi «una situazione di incertezza che rischia di provocare danni alla società promotrice e ai suoi azionisti».
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