20/6/2005 ore: 10:14
«Un patto per rilanciare l´Italia»
Contenuti associati
Pezzotta fa questo ragionamento dopo aver letto (e condiviso) un articolo che Luca Cordero di Montezemolo ha pubblicato sul Sole 24 Ore di ieri. Nell´articolo, il presidente degli industriali confessa tutto il suo disincanto per la politica. Il prossimo - spiega - sarà un semestre, anzi un «anno bianco». Una lunga parentesi piena di niente, che i partiti spenderanno nell´attesa delle elezioni generali del 2006. Poi si apriranno le urne, ma neanche quello - teme il numero uno della Confindustria - sarà un momento di svolta. Montezemolo osserva i politici, alfieri della «partitocrazia», farsi una concorrenza esasperata che li distrae dalle decisioni «più urgenti». Oggi, forse anche domani. Il presidente degli industriali non cita mai Berlusconi, né fa espliciti riferimenti al sindacato. Ma quando indica nella economia sommersa una «degenerazione da combattere», prende le distanze dal premier (che ha appena lodato le virtù del sommerso), mentre si avvicina alle preoccupazioni sindacali. Ed è da qui, dalla malattia del sommerso, che Pezzotta riparte. Non a caso. Lui, il capo della Cisl, cita Berlusconi, eccome. Gli chiede conto della sua difesa d´ufficio dell´economia in nero, che il sindacato non riesce proprio a considerare - come invece il premier - un argine alla crisi. Pezzotta gli chiede conto anche degli attacchi del ministro Maroni all´euro («ogni tentazione autarchica andrebbe tacitata»). E di una politica di riduzione fiscale «un po´ strana». Quindi Pezzotta invita il Parlamento, in questo crepuscolo di legislatura, a concentrarsi su «due o tre cose importanti», accantonando le discussioni sulla loro organizzazione interna o sui partiti unici. Il capo della Cisl è anche certo che il futuro dell´Italia non passi attraverso il federalismo, la devoluzione tanto cara a Umberto Bossi o il presidenzialismo. Bisogna cambiare la prospettiva, logica ed anche geografica, per concentrarsi altrove. Sul Sud, per la precisione. In questo quadrante d´Italia, il governo (quello attuale, poi il nuovo) dovrà «investire in termini di fiscalità di vantaggio». Ma anche portare «aeroporti, porti, strade, treni». Pezzotta chiede, inoltre, aiuti veri alle imprese che «rafforzino le grandi e facciano crescere le più piccole». |