"Telecom" Piano Bersani sulle reti Tim
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marted? 19 settembre 2006
Pagina 7 - Primo Piano
UN PROGETTO PER UNIRE GAS, ELETTRICIT? E TELEFONI ANCHE CON UN INTERVENTO PUBBLICO
Piano Bersani sulle reti Tim, c’? gi? una cordata
Costamagna in societ? con l’ex dg del gruppo
retroscena FRANCESCO MANACORDA
MILANO I tre advisor che Marco Tronchetti Provera aveva scelto per le prossime mosse di Telecom - la Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti, la Lehman Brothers guidata da Roberto Magnoni e Mediobanca - non hanno ancora ricevuto alcun mandato formale, ma sono gi? al lavoro. E sui pezzi della Telecom ?scorporanda? - ossia la rete fissa e la telefonia mobile - gi? si scaldano a bordo campo le squadre che vogliono giocare le partite. Squadre che potranno avranno capitali in gran maggioranza stranieri, ma che inevitabilmente dovranno presentare passaporto italiano. Il clima politico rende ardue soluzioni troppo smaccatamente esterovestite.
Cos? sulla Tim che - come ha ripetuto domenica il neopresidente Guido Rossi - non ? in vendita, ma che alla vendita appare comunque destinata, si sta gi? concretizzando un gruppo di investitori: i capitali sono prevalentemente stranieri e vengono da fondi di private equity, ma la fascia da capitano ce l’ha un imprenditore italiano ben noto, che per ora resta senza nome. Le illazioni si sprecano. Roberto Colaninno? E’ convinto che qualsiasi sua mossa nell’universo Telecom gli scatenerebbe addosso molti nemici. Carlo De Benedetti allora? L’Ingegnere, a chi lo ha sentito, ha spiegato che no, che lui a Telecom e affini non ci pensa nemmeno e che peraltro non considera una buona idea quella di spezzettare il gruppo. Certo, c’? Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, che ?a titolo personale? ha detto che una cordata italiana sarebbe cosa buona e giusta, ma l’aria che tira non sembra quella che porter? l’azienda della famiglia Berlusconi alla conquista di nuovi mercati.
Movimento si registra anche per la rete Telecom, anzi pi? generalmente per le reti. Il ministro dell’Industria Pierluigi Bersani avrebbe un suo progetto che prevede di coinvolgere ancora la Cassa depositi e prestiti e forse direttamente le Fondazioni bancarie. Un progetto che non si fermerebbe solo alla rete Telecom, ma vorrebbe creare appunto quella ?grande rete? - i telefoni, ma anche l’elettricit? con Terna e il gas con Snam Rete Gas - a partecipazione pubblica che sta nel programma dell’Ulivo. Un progetto che ricorda da vicino anche quello, preparato dalla banca d’affari Vitale & associati che propone di mettere insieme tutte le reti - compresa Autostrade - ma con una presenza della mano pubblica, attraverso la Cdp, assai limitata.
Dietro lo schieramento di cordate per i singoli pezzi di Telecom, c’? un altro tema: per tutta la Tim, se mai dovesse essere messa in vendita, la Telecom potrebbe chiedere una cifra attorno ai 35 miliardi di euro. Con meno di 10 miliardi di euro, invece, oggi ci si porta a casa il 25% dell’intera Telecom, superando d’un balzo il 18% in mano a Olimpia ed evitando l’Opa obbligatoria. Abbastanza perch? qualcuno ci pensi. Del resto il tema di ingresso di nuovi azionisti pare proprio essere stato affrontato questa estate con l’onnipresente Rupert Murdoch. Lo sostiene la nota ufficiale emessa il 14 settembre dal governo, nella quale si parla di un colloquio del 19 luglio nel quale Tronchetti avrebbe illustrato un progetto ?finalizzato all’ingresso di Murdoch in Telecom Italia attraverso il conferimento di Sky Italia?. E anche Tronchetti, nella sua lettera pre-dimissioni a tre membri del governo riferisce, secondo quanto ha riportato il Sole 24 Ore, ?di aver avuto l’approvazione del governo sull’ingresso di Murdoch nell’azionariato di Olimpia?. E non ? un caso se proprio nelle settimane estive il banchiere d’affari Claudio Costamagna ha sondato alcuni imprenditori assai liquidi per sapere se fossero interessati ad entrare nel capitale di Telecom. E’ accaduto, ad esempio, alla De Agostini, che non ha per? allo studio alcun dossier telefonico.
Per quel che riguarda Costamagna, gi? consulente di Murdoch, gi? advisor ufficioso di Prodi, c’? poi da registrare una curiosa coincidenza. Il 26 luglio scorso, alla Camera di commercio di Milano ? stato depositato l’atto di nascita di una nuova societ? con capitale sociale di 10 mila euro: la Sciuveki, proprio come una zona di Pantelleria, isola dove lo stesso Costamagna ha casa. Soci della Sciuveki, al 50% ciascuno sono Costamagna e Giuseppe Sala, che ne ? amministratore unico e nella cui residenza milanese ha anche sede la societ?. Ma chi ? Sala? Si tratta dell’ex direttore generale di Telecom Italia Wireline e responsabile dei grandi clienti - dunque uno degli uomini pi? importanti dell’organigramma che sta sotto l’ad Riccardo Ruggiero - uscito per? bruscamente dalla Telecom nel maggio scorso. Fonti vicine all’ex banchiere di Goldman Sachs spiegano che la partnership Costamagna-Sala ? nata con l’obiettivo di creare una ?boutique? finanziaria, che svolga sia funzioni di consulenza, sia - in prospettiva - di private banking e gestione del risparmio. Per il momento, si dice in piazza Affari, la Sciuveki avrebbe ottenuto qualche mandato proprio come advisor e adesso Costamagna potrebbe avere l’obiettivo di farla confluire nella Mittel, la finanziaria di cui potrebbe prendere presto la guida operativa. Ma certo, appare significativo che uno dei principali attori delle convulse vicende Telecom di questa estate abbia stretto un’alleanza professionale e societaria con un tale esperto del settore come Sala.
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