22/9/2006 ore: 11:35

"Telecom" Affidati «poteri eccezionali» al manager indagato

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    venerd? 22 settembre 2006

    Pagina 4 - Primo Piano
      DOCUMENTO
        E la Telecom affid?
        ?poteri eccezionali?
        al manager indagato
          L’incarico a Tavaroli nel settembre 2005
          Lui aveva lasciato l’azienda da quattro mesi

          Gianluca Paolucci
            MILANO
            Un indagato in una delicata inchiesta di spionaggio abusivo che riceve, davanti al notaio, una delega a continuare a fare intelligence da parte di una societ? importante, addirittura ?strategica? per il Paese, perdipi? quotata. La storia di Giuliano Tavaroli e del suo rapporto con la Telecom ? complicata, e ad ogni risposta spuntano nuove domande. Quand’? che Tavaroli smette di lavorare per Telecom? Quando finisce la sua ?collaborazione? con l’azienda, quando smette di rappresentare Telecom davanti ad ogni autorit?, ente, agenzie, pubbliche amministrazioni ?locali, estere o sovrannazionali?. Compiendo ?ogni atto necessario o opportuno?, investito ?di ogni pi? ampia facolt? per perseguire determinati fini, ?in modo che non gli si possa mai opporre insufficienza od indeterminatezza di poteri?. La delega pubblicata in questa pagina riguarda ?analisi e implementazione delle pi? opportune iniziative per la prevenzione e la gestione delle eventuali crisi collegate ai rischi di terrorismo internazionale?. Non lascia dubbi. Non ? una generica consulenza, n? riguarda una semplice missione di ?studio?, ma ? un incarico operativo. Conferito direttamente dall’ad Carlo Buora, numero due del gruppo, da anni accanto a Marco Tronchetti Provera. La data ? del 23 settembre 2005, giusto un anno fa. E c’? scritto che Giuliano Tavaroli pu? firmare documenti sotto alla dicitura ?Telecom Italia spa?.

            Le due verit?
            Ora, serve forse un po’ di storia. Ufficialmente, quel 23 settembre Giuliano Tavaroli aveva gi? lasciato Telecom da almeno quattro mesi. Ufficialmente, era diventato responsabile delle attivit? di Pirelli in Romania e non si occupava pi? di sicurezza. Lo racconta lui stesso, a pi? riprese, nelle varie interviste rilasciate in questi mesi. Anche a questo giornale: ?Ho smesso di lavorare in Telecom il 5 maggio del 2005 quando sono stato svegliato dai carabinieri che mi hanno consegnato una richiesta di proroga dell’indagine del pm Napoleone e un contestuale decreto di perquisizione?, dice Tavaroli nell’agosto scorso. La sua verit? parla dell’incarico in Romania - singolare, per un ex carabiniere che si ? sempre occupato di sicurezza, fare l’amministratore di una filiale estera di un grande gruppo -, ?poco dopo - ? ancora Tavaroli che parla - c’? l’attentato di Londra, cos? Telecom mi richiama perch? coordini, con un contratto di consulenza, un progetto di survival ability, ovvero per farmi verificare se in caso di attentato Telecom abbia requisiti di sopravvivenza nella sua rete di comunicazioni. A gennaio ho consegnato il progetto e sono tornato in Romania, fino a maggio scorso, quando sotto i colpi della libera stampa ho deciso di dare le dimissioni?. Per? qualcosa non torna: se l’incarico ? di luglio, come noto finora, perch? l’ad Carlo Buora chiama il notaio alla sede di Telecom per conferire la delega a Tavaroli il 23 settembre? E perch? solo in quella occasione gli viene revocata la delega precedente, quella relativa alla sicurezza, quando era noto dall’inizio di maggio che era sotto indagine da parte della procura di Milano, con accuse - associazione per delinquere, per l’acquisizione di informazioni riservate - piuttosto gravi per un dirigente di una societ?, per di pi? quotata? La societ? dichiara che Tavaroli non lavora pi? per loro da mesi
              La legge violata
              Le carte che La Stampa pubblica mostrano per? una realt? diversa. Mostrano che Tavaroli, gi? indagato nell’inchiesta sul Telecomgate, ufficialmente fuori dall’azienda da mesi, poteva - per ipotesi - parlare legittimamente con il Sismi, con la Cia, con il governo italiano o statunitense in nome e per conto della Telecom. Mentre i magistrati stavano indagando su di lui e sul suo ruolo nell’utilizzo indebito, anche ai danni della sicurezza nazionale, basta ricordare il caso Abu Omar e il presunto ruolo avuto da Tavaroli nella vicenda. Ai fini della lotta al terrorismo, della prevenzione di attacchi a Telecom, ma ?investito della pi? ampia facolt? ai fini della presente procura in modo che non gli possa mai opporre insufficienza o indeterminatezza di poteri?. La questione non riguarda solo l’opportunit?. Esiste una legge, la 231 del 2001, che stabilisce una responsabilit? delle imprese quando non sono in grado di prevenire reati commessi dai propri dipendenti. Inoltre, Telecom ? una societ? quotata e la permanenza di Tavaroli l’ha esposta ai rischi di una azione di responsabilit?, come notava il Sole 24Ore di alcuni mesi fa, cercando di stabilire il nesso tra preciso tra l’abuso dell’intercettazioni e un possibile danno per la societ?.
                Ma quando ha smesso?
                ? in questo contesto - avvisi di garanzia per intercettazioni illegali, falle nella rete di sicurezza e da non dimenticare il caso Abu Omar, nel quale il coinvolgimento di Tavaroli emerger? solo successivamente, almeno sulla stampa - che i vertici del gruppo Telecom aspettano quattro mesi per revocargli i poteri precedenti e per assegnargli un altro, importante incarico. Che peraltro, a differenza del fare il manager in Romania resta nelle sue competenze specifiche: l’intelligence. D’altre parte, gli amici di Tavaroli lo descrivono come grande esperto di questa materia, forse il migliore in Italia. I suoi nemici, chi l’ha avuto di fronte in qualche caso, usano altre parole e paragoni non proprio lusinghieri: il pi? gentile ? ?pericoloso?.
                  Ultimo dubbio - ma in questo caso potrebbe trattarsi di un problema di aggiornamento, per quanto singolare, o un disguido, una svista o chiss? cos’altro - ? che Tavaroli a tutt’oggi risulta ancora nell’elenco delle persone titolari di una procura per Telecom Italia. Basta una visura alla Camera di commercio per verificare.

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