4/10/2005 ore: 11:59
"StatoLiquido" La Chiesa non muove più il voto cattolico
Contenuti associati
Pagina 8 QUANTO VALE IL LEGGENDARIO «CENTRO»? BREVE VIAGGIO IN UN «ELETTORATO SENSIBILE AL MODERATISMO, NON A RUINI» JACOPO IACOBONI Il Centro in Italia è in linea di massima voto cattolico, spiega Ilvo Diamanti. «Il fatto è che la Chiesa non sposta più voti, è una delle poche cose su cui gli studi concordano. Ai leader politici, dunque, esibire posizioni filo-cattoliche serve ad accreditarsi come moderati in genere, più che come cattolici». E allora ci risiamo: il Centro. Può arrivare al quaranta per cento dell’elettorato (secondo Tito Boeri), al trenta (è la stima di Luca Ricolfi), al trenta-quaranta (secondo Giovanni Sartori), al trentacinque (secondo Diamanti), al sessantacinque per cento, sogna il rifondatore democristiano Gianfranco Rotondi. Tolta come si capisce l’ultima stima, il punto di partenza più o meno è condiviso. Poi tutto si fa complesso, complice la materia doro-morotea, e la storia di un decennio travagliato, che ha fatto del Centro leggenda. Lamberto Dini se lo sognava «terza gamba dell’Ulivo», Clemente Mastella a inizio estate davanti alla piscina ceppaloniana («non è a forma di cozza, scrivetelo, guagliò») profetizzava «vedrete che da qui al 2006 sempre più gente correrà dietro ai voti cattolici», Sergio D’Antoni li sta cercando da un decennio e ancora non li ha trovati. Più che probabile che abbia ragione un bipolarista convinto come Giovanni Sartori: «Nel 2006 vince appunto chi conquista questo elettorato di centro». Ecco: ma chi, conquistare? Ora, da chi è composto questo venticinque per cento di presunto voto cattolico non-allineato? «Gli insofferenti, gli insoddisfatti, i disincantati», dice Diamanti. «I democristiani delusi dai due poli», direbbe semplicemente Cirino Pomicino, non per caso era ancora in ospedale convalescente dopo l’attacco di cuore, anno 1997, quando a Di Pietro che era andato a trovarlo disse, togliendosi la maschera d’ossigeno: «Rifaremo il Centro». Una fissazione più che una missione politica. Un mito. Il voto cattolico. Il punto è come conquistarlo, questo spicchio di ontologia politica premoderna resuscitata dalla tarda modernità: chi sono i votanti cattolici da ghermire? Secondo Diamanti «vivono più al sud che al nord. Hanno un livello di istruzione medio basso, a differenza dei centristi convinti, che ce l’hanno medio-alto. Occupano una posizione periferica nel mercato del lavoro». Li si conquista in modi diversi: «Aggredendo la fetta di mercato, ma soprattutto blandendoli». Emilio Fede ha pensato di conquistarli televisivamente. È nato persino un «Sudoku del Centro». Il tema piace, incide, nevrotizza, anche. Massimo D’Alema ritiene che «un terzo polo che si colloca nella sfida tra noi e la Casa delle Libertà può aspirare al massimo al 12 per cento, ed è una previsione dello stesso Mastella». «Se parliamo di un partito di Centro», ragiona Sartori, «è vero, è un’entità mitologica che non si sa neanche bene cosa possa essere». Se invece parliamo dell’elettorato cattolico o centrista, «la stima di D’Alema è farlocca, quell’elettorato vale un trentacinque-quaranta per cento». Al vecchio Vanni non interessa tanto frugare se lì dentro ci siano anche elettori che hanno già deciso per chi votare: «Di sicuro in quel segmento un’amplissima parte sono voti tecnicamente “oscillanti”». Li si può catturare «elargendo prebende, ma anche demonizzando l’avversario», se è vero, come assicura, che la demonizzazione non spaventa affatto i moderati: gli Stati Uniti insegnano. Nella corsa affannosa c’è anche chi, come Luca Ricolfi, propone di cambiare dicotomia, e anziché quella tra elettori moderati (cattolici) e radicali vorrebbe una tra «scongelatori» e «congelatori» del sistema: un asse trasversale in cui dalla parte della modernizzazione finirebbe, per esempio, il centro di Monti «ma anche un partito come la Lega»; mentre dalla parte del congelamento e del «partito della spesa» «finirebbero ampi settori del centro cattolico, stile Udc». Col che si torna al punto di partenza: cos’è ontologicamente il voto cattolico? |