18/11/2005 ore: 11:31

"StatoLiquido" Il Cavaliere studia una par condicio che torni utile anche ai centristi

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    venerdì 18 novembre 2005
      Pagina 2 - Primo Piano

      I TECNICI DI FORZA ITALIA AL LAVORO PER TROVARE UNA FORMULA CHE TUTELI TUTTI I PARTITI DELLA COALIZIONE

      Il Cavaliere studia una par condicio
      che torni utile anche ai centristi

      retroscena
      Augusto Minzolini
        inviato a DURUSU (Turchia)

        Quelle parole Silvio Berlusconi le scandisce mentre alle sue spalle si intravedono le sagome di due suoi grandi amici, il presidente russo Vladmir Putin e il premier turco Erdogan, con il quale ieri il Cavaliere ha inaugurato a Durusu un gasdotto che attraversa il Mar Nero costruito dall'Eni, dal gruppo russo Gazprom e da quello turco Botas. «Andiamo avanti con calma - spiega il premier -. Dobbiamo fare una cosa alla volta. Prima approviamo la legge elettorale, poi poniamo la questione della par condicio. Un tema che va posto seriamente non fosse altro perché la legge elettorale è cambiata e la par condicio è stata calibrata sulla vecchia legge elettorale. Proprio questo è uno degli argomenti che ci spinge ad insistere».

        Già, Berlusconi continua ad essere convinto che la modifica della par condicio ha una valenza strategica in questa campagna elettorale. Certo il premier può contare su una serie di alleanze internazionali (ieri anche Putin e Erdogan lo hanno elogiato). I sondaggi, a suo dire, vanno sempre meglio: «Ora siamo 48 a 48 con il centro-sinistra». L'approvazione della devolution da una parte gli crea dei problemi, ma dall'altra glielo risolve: «E' solo una razionalizzazione del rapporto Stato-Regioni su argomenti come la Sanità e la Scuola. Comunque io ero convinto di vincere le prossime elezioni anche prima dell'approvazione della devolution». Ed anche la sofferenza di questi giorni di Clemente Mastella nel centro-sinistra dimostra che i suoi avversari sono divisi e che forse potrebbe maturare qualche "sorpresa" prima del voto: «Lo sapete come stanno le cose - ha raccontato ieri Berlusconi-. Mastella mi ricorda quel capitano che telefona al suo maggiore e gli dice: «Ho catturato 22 soldati nemici». L'altro gli ordina: «E allora portali». E il capitano gli risponde: "Purtroppo non mi fanno venire"». Infine anche il ritorno di qualche figliol prodigo gli conferma che l'atmosfera nel paese sta cambiando: Vittorio Sgarbi è tornato a bussare alla porta del Cavaliere, il quale aprirebbe pure solo che Gianfranco Fini non vuole.

        Ma, a parte questo, il premier è consapevole che la «comunicazione» e l'informazione sono i nodi principali che deve risolvere in questa campagna elettorale. E' lui il primo a sapere che se non riesce in questa operazione le sue chance di rimontare il centro-sinistra diminuiscono. E per raggiungere questo obiettivo la modifica della «par condicio» è essenziale. Ecco perché il premier non demorde. Anzi. Il confronto con gli alleati sul tema, in particolare con gli ex-democristiani, continua, e Berlusconi non dispera. «Dobbiamo trovare una formula - ripete Lucio Malan, il tecnico del Cavaliere sull'argomento - che tuteli anche l'Udc».
        Il problema dei problemi, ovviamente, e la rintroduzione degli «spot» in un equilibrio che non favorisca solo Berlusconi e Forza Italia, ma l'intera coalizione. Tra le idee c'è anche quella di accompagnare spot di programma, accompagnati al lancio di tutte e tre le candidature per Palazzo Chigi avanzate dai diversi partiti del centro-destra: quelle di Berlusconi, di Fini e di Casini affiancate. Questa è un'ipotesi ma ce ne possono essere anche delle altre. L'unico dato certo è che il premier vuole cambiare l'attuale legge che considera molto penalizzante per il suo schieramento.
          Per avere qualche possibilità di successo, però, - sia per gli equilibri presenti in Parlamento, sia per i tempi brevissimi in cui il provvedimento deve essere approvato - Berlusconi ha bisogno di trovare un'intesa con gli alleati. «La verità - ammette con una punta di realismo Mario Valducci, uno degli inventori della nuova legge elettorale - è che la modifica della par condicio per noi è un sogno. Certo tenteremo ogni cosa, ma non possiamo rischiare di andare avanti troppo per le lunghe proprio per evitare che le elezioni si svolgano dopo il 9 aprile. Per noi un rinvio a maggio sarebbe, infatti, esiziale. Al rischio di un accorpamento con le elezioni amministrative che di certo non ci favorirebbe, si aggiungerebbe anche quello di andare alle urne sulla scia dei festeggiamenti che la Cgil farà per celebrare il suo centenario. Da quanto sappiamo spenderanno un mare di soldi anche con il contributo, ahimè, dello Stato. Per questa campagna elettorale i nostri avversari si sono inventati anche un centenario».

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