23/6/2005 ore: 10:33

"StatoLiquido" Il Cavaliere: era solo una battuta

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    giovedì 23 giugno 2003
      Pagina 5

      IL GOVERNO NON VUOLE DARE TROPPO PESO ALL’INCIDENTE
        Il Cavaliere: era solo una battuta
        come avrei potuto corteggiarla?
          La Farnesina sdrammatizza: è una tempesta in un bicchier d’acqua
          è già successo altre volte, mica ci dichiareranno guerra per questo
            Ugo Magri
              ROMA
              Silvio Berlusconi, quando ieri è giunta notizia della protesta diplomatica finlandese, si trovava in conclave con i fedelissimi a Palazzo Grazioli. Con loro stava chiedendosi che raccontare oggi ai coordinatori regionali e provinciali azzurri, convocati a Roma per ascoltare il Verbo. Il suo umore, inizialmente non dei migliori perché queste interminabili riunioni di partito lo stufano assai, era via via progredito volgendo al bello. Tanto che, appreso dell’incidente con la Finlandia, non ha saputo resistere al gusto della battuta, confezionandone un’altra delle sue. Ha dato di gomito a Guido Crosetto, parlamentare piemontese, mostrandogli la foto della presidentessa Tarja Halonen sulla seconda pagina di Repubblica. «Guardala qua... Ma ti pare che potessi corteggiarla sul serio? E’ chiaro che la mia era soltanto una spiritosaggine...».

              Su questo nessuno ha dubbi. Nemmeno quei parlamentari dell’opposizione che ieri hanno colto la palla al balzo per segnalare la gaffe internazionale del premier, l’ennesima per il verde Paolo Cento, che ha trasformato in autogol il successo dell’Agenzia per la sicurezza alimentare strappata proprio alla Finlandia, secondo l’esponente della Margherita Renzo Lusetti. Berlusconi certamente scherzava, nel vantarsi di aver «rispolverato tutte le arti di play-boy» per convincere la signora Halonen a non opporre resistenza, facendole «perfino la corte». Era un modo paradossale per far capire che, nello sforzo di portare a Parma l’Agenzia contesa, le aveva provate tutte, ma proprio tutte, spendendosi con generosità. Il guaio è che a certe latitudini coltivano un diverso senso dell’umorismo. E quello del Cavaliere non è parso, a Helsinki, dei più raffinati.

              Berlusconi con i suoi se n’è stupito. A lui non era sembrato minimamente di aver ecceduto. «Ma siamo seri», ha detto ai cronisti. Lasciarsi un po’ andare per guadagnare in simpatia è la sua tecnica: chi ha dimenticato le celebri corna nel vertice europeo di Caceres? E comunque, perfino nel caso in cui stavolta lo scherzo fosse stato male interpretato, era chiaro l’intendimento giocoso, non c’era la volontà di offendere. Perché dunque convocare il nostro ambasciatore e trasformare la vicenda in un affare di Stato? Sintomatico il commento di Paolo Bonaiuti, portavoce del premier: «Era un sorriso, una carineria, un modo di manifestare simpatia in un’occasione e in un ambito festosi... Non può certo essere lo spunto per un caso diplomatico».

              Alla Farnesina non si coglieva, ieri sera, un particolare allarme. «Mica la Finlandia ci dichiarerà guerra per questo», hanno alzato le spalle dalle parti di Gianfranco Fini. Nemmeno le feluche, sempre sul chi vive, stavolta si sono mostrate in apprensione. «E’ una tempesta in un bicchier d’acqua, una storia senza conseguenze», a sentire ambienti diplomatici bene informati. In fondo, fanno notare, quante volte l’Italia ha convocato ambasciatori di altri paesi per proteste dello stesso tipo? Quando tre anni fa esponenti del governo svedese, tanto per restare sopra il sessantesimo parallelo, si espressero molto criticamente su Berlusconi, «pure il rappresentante di Stoccolma fu convocato dal nostro ministero degli Esteri per dirgliene quattro. Si voleva far sapere a tutti che il governo italiano non incassava e basta. E’ così che funziona nelle relazioni internazionali».
                Naturalmente, poi, se Berlusconi l’altro giorno avesse evitato di indossare i panni del «latin lover», sarebbe stato tanto meglio per tutti. A Carlo Azeglio Ciampi, già preoccupatissimo per le questioni europee, pare si sia accapponata la pelle. Perfino tra i consiglieri del premier qualcuno privatamente è disposto a riconoscere che il Cavaliere stavolta è stato ben poco galante con la signora Halonen. Se non altro perché ha trasformato quel lungo braccio di ferro con la Finlandia, concluso da un faticoso compromesso, in una sorta di pochade, con la presidente finlandese che rinuncia all’Agenzia per la sicurezza alimentare in cambio dei corteggiamenti di un attempato signore... A parti invertite, chissà se Berlusconi avrebbe riso.

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