20/9/2004 ore: 11:41
«Spiagge, presenze calate del 15%»
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Vertice sull’estate nera del turismo Anche nelle settimane più «calde» dell’estate Paolo-il-cameriere di Portovenere ha lavorato bene solo nei weekend. E Annamaria-l’albergatrice non ha mai cambiato più di mezza dozzina di asciugamani per volta alle famigliole tedesche rimaste fedeli alla vacanza italiana. Speranze di riscatto infrante. Dopo le polemiche, è il momento del confronto. I guru del settore si incontrano oggi e domani a Genova, dove si tiene la Conferenza nazionale del turismo italiano. Per discutere di ombrelloni chiusi, stranieri in fuga, politiche dell’ospitalità inesistenti. Più che una conferenza, un’asta. Dove gli addetti ai lavori sono d’accordo almeno sul segno negativo da mettere davanti ai numeri del bilancio dell’estate 2004. La base di partenza: «meno 4 per cento», dicono gli industriali di Federturismo, gli albergatori di Confturismo, gli agricoltori di Agriturist; «meno 10», rialzano i campeggiatori di Federcamping; «meno 13», i tour operator di Astoi; «meno 15», i balneari di Sip e Fiba; «meno 20» gli albergatori di Assoturismo. Gli unici a dar cifre fuori dal coro (nel senso di fuori dal vertice), sono le agenzie viaggi di Fiavet che hanno deciso di disertare la conferenza in segno di protesta: «meno 7». Se ciascuno giocasse al lotto una combinazione diversa, nel migliore dei casi non riuscirebbe a ripianare le perdite di quella che ormai tutti chiamano «l’estate peggiore degli ultimi 10 anni». «Cifre a nove zeri», anticipano gli addetti ai lavori. Per il presidente Sib-Confturismo Riccardo Scarselli i numeri di bilancio sono come il mal di denti: «Non mi danno pace. Qualcosa abbiamo recuperato rispetto alle punte del meno 30% di giugno e luglio, ma a questo punto pensiamo di chiudere la stagione con una perdita di presenze e consumi del 15%». Quindi la mappa provvisoria del flop nel mese del solleone: «Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Calabria e Puglia meno 20%, Lazio meno 15, le altre regioni meno 10». E settembre? «Pure se triplicassimo le presenze rilevate lo scorso anno, il 2004 rimarrà un anno nero». Anche perché non ci sono solo i turisti in calo: «Da mesi aspettiamo un confronto con il governo sull’annunciato aumento del 300% delle tariffe demaniali senza ottenere risposta». Punta il dito sul calo dei consumi il presidente della Fiba-Confesercenti Renato Pagani: «Se da una parte la flessione delle presenze ha influito negativamente sui consumi, dall’altra risulta evidente un dato di fatto: le famiglie in vacanza spendono meno». Certo: gli ombrelloni chiusi saltano all’occhio. Ma anche le chiavi rimaste appese nelle hall degli alberghi e i cartelli «affittasi» ormai impolverati pesano sui bilanci di fine stagione: «Negli alberghi abbiamo registrato un meno 15-20%, solo le città d’arte si salvano», tira le somme il presidente di Assoturismo-Confesercenti Claudio Albonetti. «Quanto ai contratti d’affitto ci sono picchi anche del 40%». Meglio è andata ai campeggi: «Quanto a ospiti segniamo un meno 10%, quanto a fatturato una contrazione dell’8», dicono da Federcamping-Confturismo. E ancora di più agli agriturismo: «Confermiamo le previsioni: meno 4%», afferma il direttore nazionale di Agristurist Giorgio Lo Surdo che non nasconde però perdite anche del 30 in regioni come Umbria e Toscana dove ci sono più strutture e tariffe più alte. «E’ rimasto a galla chi ha saputo essere fedele al binomio agricoltura-ospitalità e resistere alla tentazione di scimmiottare gli alberghi». Voce dopo voce il presidente di Federturismo-Confindustria Costanzo Jannotti Pecci fa un bilancio dell’intero settore: «Abbiamo perso il 4%: colpa del calo di turisti stranieri e della domanda interna, certo. Ma soprattutto il segnale che qualcosa non va». Indispensabile un «mea culpa»: «Gli operatori non si sono guardati attorno per vedere cosa stava succedendo nei Paesi vicini». Il presidente di Fiavet Antonio Tozzi punta sulla necessità di ripristinare un ministero del Turismo. Ma lui, alla due giorni di confronto, non ci sarà (anche in polemica con il poco tempo messo a disposizione per gli interventi): «In questa stagione i viaggi organizzati in albergo o villaggio, specialmente quelli di fascia medio alta, hanno perso tra il 4 e il 7%. E nei primi otto mesi i voli tradizionali hanno registrato un meno 17%: il sistema va rivisto». Ma aggiunge: «E’ dall’11 settembre del 2001 che attendiamo una "manna" che non arriva. Il turismo è in forte sofferenza e la politica dei pannicelli caldi non serve a nulla». Alessandra Mangiarotti |