12/12/2006 ore: 12:00

"Sondaggio" Cala la popolarità del governo (Mannheimer)

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    marted? 12 dicembre 2006

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    Cala la popolarit? del governo
    ? soddisfatto solo il 31% degli italiani

    Renato Mannheimer
      La progressiva caduta di popolarit? del governo costituisce un fatto noto. Da diversi mesi, la numerosit? di chi valuta positivamente l'operato dell'esecutivo ? in diminuzione, tanto che oggi solo il 31% degli italiani si dichiara soddisfatto. ? uno dei valori pi? bassi di consenso mai toccati dopo meno di un anno di governo: di fatto siamo tornati ai livelli di fiducia (o, meglio, di sfiducia) rilevati qualche mese prima delle elezioni (che non corrispondono tuttavia al minimo registrato per il governo precedente: 29%, nel giugno 2005). Il calo riguarda in particolare chi possiede titoli di studio pi? elevati, chi ? impegnato in un' attivit? lavorativa, chi ha dai 35 ai 55 anni, vale a dire i segmenti centrali nella vita socioeconomica del Paese.

      D'altra parte, oltre che (e forse ancor pi?) dalle analisi dell'opinione pubblica, la crisi di fiducia ? rilevabile dalle svariate espressioni di dissenso che si sono succedute anche negli ultimi giorni: da quella dei poliziotti, a quella degli operai di Mirafiori, sino ai giovani del ?Motor Show?. Proprio la variet? di queste manifestazioni e la diversit? dei loro protagonisti indicano qual ? il vero elemento di debolezza dell'esecutivo: la necessit? di tenere conto contemporaneamente di interessi molto differenziati e spesso opposti tra loro. La situazione ? particolarmente critica nell'elettorato di centrosinistra, ove, non a caso, la caduta di popolarit? assume proporzioni maggiori: chi e pi? vicino al centro sostiene che l'azione di governo ? troppo sbilanciata a sinistra, senza che vi siano stati sin qui provvedimenti volti al rilancio dell'economia del Paese e, al tempo stesso, chi si sente pi? a sinistra obietta che, anzi, l'esecutivo non protegge a sufficienza gli interessi dei settori pi? deboli, come invece un vero governo di ?sinistra? dovrebbe fare. Insomma, l'esecutivo scontenta un po' tutti: di qui una continua rincorsa a tamponare le proteste di questa o quella categoria, di questa o quella componente sociale: dagli addetti alla pubblica sicurezza ai professori di universit?, dai precari della pubblica amministrazione ai possessori di ?Suv?.

      Tutto ci?, dipende, come si ? detto, dal fatto che il presidente del Consiglio ? costretto a districarsi tra le divergenti esigenze di una coalizione amplissima. Da questo punto di vista, occorre anzi dire che Prodi ? stato sin qui assai abile a tenere insieme componenti cos? diverse: forse per questo risulta ancora oggi pi? popolare di quanto non lo sia il governo da lui presieduto (il Professore ha il 37% di giudizi positivi), bench? il calo dei suoi consensi personali sia stato nelle ultime settimane assai pi? intenso (meno 12%), specie nel (fondamentale) segmento degli indecisi (meno 19%). Proprio la crisi di popolarit? del Professore ha spinto alcuni a guardarsi attorno, per individuare un eventuale possibile successore: secondo le rilevazioni pi? recenti, il pi? popolare in questo momento ? D'Alema (15% di indicazioni), seguito, quasi a pari merito da Bertinotti e Rutelli (14%) e, subito dopo, da Veltroni e Fassino.

      Ma, con tutta probabilit?, anche costoro si scontrerebbero con i medesimi problemi. In realt?, le difficolt? del governo non sembrano dipendere solo da chi lo dirige, quanto, soprattutto, dalla sua eterogeneit? interna. La quale ? in larga misura frutto a sua volta della legge elettorale, che obbliga di fatto alla formazione di coalizioni cos? ampie.

      Insomma, ? anche il ? porcellum ? (cos? ? stata chiamata l'attuale normativa che disciplina le elezioni) a determinare la persistente inefficacia dell'azione governativa nel nostro Paese. Ed ? proprio la sensazione, sempre piu diffusa, della ?impossibilit? di governare, per qualunque esecutivo, ad alimentare la sfiducia crescente in tutte le istituzioni.

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