4/7/2007 ore: 10:39

"Sommerso" In «nero» al pranzo del Papa e di Casini

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    mercoledì 4 luglio 2007

    Pagina 15 - Economia & Lavoro


    LA STORIA - Indagine della Guardia di finanza: azienda di catering, record di irregolarità
      Bologna: in «nero» al pranzo del Papa e di Casini

      di Giulia Gentile

      Lui, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini immortalato mentre taglia una torta scudocrociata sul sito internet della Bologna catering service Srl, non poteva sapere che a preparare quella prelibatezza di panna come tutto il ricevimento del dicembre 2005 erano stati decine di addetti in nero, dal lavapiatti al primo chef. Ma stando alla pagina web del gruppo, ad affidare banchetti e feste alla società di Marzabotto, sull’Appennino bolognese, che ufficialmente metteva in piedi happening per centinaia di persone con quattro assunti regolari, non c’erano solo gli eredi della Dc. Nella sezione intitolata «alcuni esempi di felice collaborazione» si parla di una «cena vescovile in occasione della visita del Papa a Bologna per il Giubileo 2000, la cena della Ferrari a Montecarlo, quella per il centenario della Walt Disney, convegni nazionali politici An, convegni nazionali bancari Unicredit Banca».

      Eventi troppo grandi per passare inosservati ai controlli delle Fiamme gialle, che quantificano in quasi due milioni di euro la somma sottratta al fisco dal 2003 - ultimo anno “buono” prima del condono fiscale - ad oggi. Ben 144, invece, i lavoratori impiegati a vario titolo e in diversi rinfreschi dalla società di catering. Un’attività che è costata una denuncia per reati fiscali e impiego di manodopera irregolare all’amministratore unico della ditta, la bolognese N.F., e l’espulsione di tre immigrati clandestini trovati all’opera nella sede dell’Appennino.

      Il sito on-line recita «offriamo personale altamente qualificato: cuochi italiani e di differenti culture culinarie, camerieri e direttori di sala preparati a rispondere ad ogni tipologia di servizio», con la possibilità di «una “mise en place” di oltre duemila persone». Ma secondo quanto ricostruito dalla Guardia di finanza di Vergato, una volta ottenuta la commessa per un ricevimento in tutta Italia la Bologna catering service reclutava camerieri, lavapiatti e cuochi ogni volta diversi, generalmente sul posto. Solo le figure più qualificate, come gli chef, venivano contattati per più occasioni. La paga andava dai cinque euro all’ora per i manovali, fra cui molti stranieri, fino ai 100-150euro per i cuochi.

      Per riuscire a pagare in nero un numero così consistente di addetti (i rinfreschi di cui si occupava la ditta erano eventi con centinaia di ospiti, impensabile che a gestirli ci fosse solo qualche cameriere) generalmente l’azienda si accordava con i clienti perchè parte dell’incasso venisse dato sottobanco. Oppure evitava di emettere scontrini e ricevute fiscali, tenendo una contabilità parallela in cui venivano ben nascosti i proventi derivanti dalle prestazioni rese, ed evitando in questo modo la totale o parziale fatturazione.

      Moltissimi gli eventi di lusso organizzati dal gruppo, e pubblicizzati su internet: dai matrimoni nelle più belle ville sui colli bolognesi, al ballo delle debuttanti 2004-2005 nella sede dell’Accademia di Modena.

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