19/6/2006 ore: 11:26

"Sindacato" La destra che seduce gli operai

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    sabato 17 giugno 2006

    Pagina 13 - Economia


    L’analisi

    La destra che seduce gli operai

    Angelo Faccinetto

    Va oltre la Fiat, e oltre il sindacato, il significato del voto per il rinnovo delle Rsu di Mirafiori. Il pesante arretramento di Fiom, Fim e Uilm - quasi undici punti percentuali in meno rispetto all’ultima votazione, pur sfiorando sempre il 67% - a vantaggio soprattutto di Fismic e Ugl, la ?geografia? interna del voto e l’altissima partecipazione (circa l’87%) richiamano l’andamento del recente voto politico. E chiedono al sindacato, e pi? in generale al centrosinistra, una riflessione attenta.

    Il responso delle urne ? chiaro. Fiom e Fim avanzano tra gli impiegati e cedono tra gli operai. Non solo. Al ?montaggio?, dove prestano la propria opera i lavoratori meno qualificati, a uscire vittoriosi non sono neppure gli ?ultrasinistri? dei Cobas - che passano dal 2,4 al 4,2% - ma gli esponenti della ?destra sociale?. L’Ugl quasi raddoppia e sfiora il 15 per cento. Come alle elezioni politiche di aprile - e la citt? di Torino non ha fatto eccezione - sinistra, centrosinistra e le organizzazioni sindacali, che ad essi si richiamano per cultura e scelte, faticano a far passare tra gli operai il loro messaggio. Mentre quello che giunge da destra si afferma con una facilit? inimmaginabile in passato.

    Certo, l’emergenza per gli stabilimenti torinesi del Lingotto sembra essere alle spalle. E questo ha ridotto almeno in parte l’appeal dei confederali, la cui capacit? di mobilitazione e di rapporto con governo ed istituzioni d? sicurezza nei momenti difficili. Ma dietro il successo del sindacalismo moderato c’? anche un’altra richiesta. Che non ? quella di una minore, ma, se possibile, di una maggiore concertazione, vista come metodo per ottenere quei risultati che non richiedono necessariamente le grandi mobilitazioni.
      Alla Fiat, dopo dieci anni, si ? tornati a trattare per il contratto integrativo, cio? a parlare di salario. Le urne, con ogni probabilit?, hanno espresso anche il timore per una possibile vertenza dai tempi lunghi. E la Fismic - ritenuta pi? corporativa e aziendalista - ? vista come il cavallo su cui puntare per raggiungere pi? in fretta, e in modo meno traumatico, i risultati sperati. ? un errore. Per questo la risposta di Fiom, Fim e Uilm non pu? farsi attendere. E deve anzitutto puntare a rafforzare l’unit? di azione e a ricostruire, nel segno della democrazia pi? piena, il ruolo contrattuale dei delegati. Gli obiettivi - aumenti salariali, condizioni di lavoro migliori, rafforzamento della missione produttiva degli stabilimenti torinesi - sono condivisi. Per risalire vanno raggiunti.

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