23/11/2006 ore: 10:33

"Sindacale" In Corso d’Italia torna la fase «arcobaleno» (B.Ugolini)

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    gioved? 23 novembre 2006

    Pagina 15 - Economia & Lavoro


    L’analisi
      CONFRONTO - Il dibattito al direttivo segna un momento di discontinuit? col recente passato
        In Corso d’Italia torna la fase ?arcobaleno?

        Bruno Ugolini
          Una lunga, impegnativa discussione, anche aspra, ma non una rottura eclatante, come qualcuno avrebbe potuto supporre o addirittura auspicare. Semmai una specie di “arcobaleno” d’espressioni: la maggioranza di Epifani, i dissenzienti di “Lavoro e societ?” (portatori di un loro documento), un’area d’astenuti tutti della Fiom e della “Rete 28 aprile” (Giorgio Cremaschi).

          Nessuna scomunica, nessuna radiazione, ma semmai un richiamo al rispetto reciproco. Magari anche a norme statutarie che stabiliscono diritti e doveri. Come il diritto “di manifestare liberamente il proprio pensiero e il proprio diritto di critica con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Ma anche l’obbligo “di difendere l’unit? e l’immagine della Cgil”.

          Le diverse posizioni su quanto ? avvenuto nel recente passato (la partecipazione accanto ai Cobas al corteo contro il precariato il 4 novembre e il plauso allo sciopero contro la Finanziaria indetto dai comitati di base) sono rimaste immutate.

          Non ? nata per? una nuova minoranza, la Fiom non ha sfiduciato Guglielmo Epifani, non ha votato contro il documento che approvava la sua relazione. Gianni Rinaldini, ma anche Giorgio Cremaschi, hanno preferito l’astensione. ? stato, crediamo, un passaggio importante e significativo. Questo non vuol dire che siano cancellate difficolt? e incomprensioni. ?, con tutta probabilit?, solo l’inizio di un chiarimento che potr? avere nuovi sviluppi il prossimo 27 novembre al comitato centrale dell’organizzazione dei metalmeccanici.

          Nel sottofondo di questa discussione, a parte le possibili “incompatibilit?” tra Confederazione e Cobas, sta il giudizio sulla legge Finanziaria, sui suoi contenuti. E anche qui ? da segnalare una larga condivisione su un giudizio capace di vedere luci e ombre.

          ? sembrata, in definitiva, quest’animata riunione del Comitato direttivo Cgil, almeno stando alle scarse dichiarazioni rilasciate, l’apertura di una nuova fase. ? ormai alle spalle l’era cofferatiana, l’era di un sindacato “senza se e senza ma”, costretto quasi esclusivamente all’opposizione. Ora l’organizzazione di Epifani ha di fronte una fase nuova e diversa. Altre prove assai impegnative sono alle porte, quelle che parlano di sistema previdenziale e quelle che parlano di riscrittura delle leggi sul lavoro. Appuntamenti decisivi ai quali non baster? andare declamando il rifiuto del “governo amico” o “governo nemico”. Sar? il momento non degli aggettivi, ma delle proposte, sia da parte del governo che da parte del sindacato.

          E soprattutto sar? necessario suscitare la partecipazione degli interessati, il mondo del lavoro. Affinch? la famosa fase due li possa vedere protagonisti e capaci di conquistare risultati. Senza la paura ossessiva, quando risulta bloccante, di perdere la propria autonomia.

          Aveva ragione un segretario confederale, Paolo Nerozzi, quando tre giorni fa scriveva su questo giornale che “il rischio per il sindacato ? quello di passare dall’autonomia rispetto al quadro politico all’indifferenza, e quindi ad una progressiva corporativizzazione nelle sue iniziative”.

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