5/12/2006 ore: 10:59
"Sindacale" Confindustria, Cisl e Uil sposano la linea D'Alema
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pagina 4 PATTI. LA CGIL NICCHIA di ETTORE COLOMBO sposano la linea D'Alema rilancia, Montezemolo pure, Epifani no Cisl e Uil sposano appieno la linea confindustriale. Per il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ?il sindacato ? pronto a fare la sua parte? mentre il segretario generale aggiunto Pierpaolo Baretta, oltre a sottolineare l'importanza di una discussione ?che lega finalmente il dibattito sulla crescita a quello sulla redistribuzione?, chiede soprattutto ?una strategia negoziale complessiva, sulle riforme, a partire dalle pensioni, per non isolare un tema solo?. Per il segretario della Uil Luigi Angeletti, ?il governo pu? fare cose importanti per favorire un patto, come per esempio non mettere tasse sugli aumenti salariali legati alla produttivit?. La Uil ? disponibile - sottolinea - ma sappiamo che non tutti nel movimento sindacale la pensano allo stesso modo?. Il riferimento ? alla Cgil. Epifani non interviene, per ora, nel dibattito, anche se i suoi spiegano che le priorit? sono altre, dalla sicurezza sul lavoro (?rispetto al quale il silenzio delle imprese ? imbarazzante?) al nodo precariet?. Conferma il segretario confederale Mauro Guzzontato: ?Le nostre priorit? si chiamano pensioni e precariet?, vogliamo discutere subito di questo. Per il resto, vedo solo una enunciazione di titoli, ma non un'agenda precisa. Inoltre, resta aperta la necessit? di una posizione unitaria con Cisl e Uil?. Poi c'? la Fiom, radicalmente contraria non foss'altro perch? teme che rimettere mano al patto del'93 vuol dire ?ridiscutere? (e dunque svellere) l'attuale struttura contrattuale. I riformisti interni sono molto pi? possibilisti, ma con rigorosi paletti. ?Innanzitutto deve essere chiaro - spiega il presidente dell'Ires-Cgil Agostino Megale - che l'aumento della produttivit?, che non ? un mostro, come pensano i massimalisti della Fiom, deve andare di pari passo con il superamento della precariet? e dunque sarebbe meglio parlare di patto per la produttivit? e la stabilit? del lavoro. Poi, bisogna coinvolgere anche il sindacato. Trovo curioso che il presidente D'Alema, al suo seminario, non l'abbia fatto?. Megale, per cominciare, propone di dare vita a dei ?forum? sulla produttivit?, per capire come si forma e a chi va, ma rifiuta l'idea, ?cara a Bombassei (vicepresidente di Confindustria, ndr.) che si produce di meno perch? si lavora di meno e si sciopera di pi?. E' vero il contrario: in Italia si lavora di pi? della media Ue e le ore di sciopero sono fisiologiche, il vero problema ? il nanismo industriale?. Per Megale, per?, ?il 2007 ? l'anno buono affinch?, assieme agli ammortizzatori sociali e alla stabilit? del lavoro, si metta mano al patto per una nuova politica dei redditi?. Solo che Confindustria si rifiuta - e lo ha ribadito anche ieri con una nota ufficiale - di buttare a mare la legge Biagi, che difende (?le norme sulla flessibilit?, a partire dal pacchetto Treu, hanno fatto crescere di tre milioni i posti di lavoro?, spiega la nota) ma anche e soprattutto di ?sfogliare i petali della margherita uno ad uno, come cerca di fare il ministro Damiano con l'ipotesi di avviso comune sui contratti a termine. Bisogna affrontare invece i problemi tutti assieme, all'interno di un nuovo quadro e, appunto, di un nuovo patto sociale?. La parola torna alla Cgil. |