5/12/2006 ore: 10:59

"Sindacale" Confindustria, Cisl e Uil sposano la linea D'Alema

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    marted? 5 dicembre 2006

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    PATTI. LA CGIL NICCHIA di ETTORE COLOMBO
      Confindustria, Cisl e Uil
      sposano la linea D'Alema
        Il governo
        rilancia,
        Montezemolo
        pure,
        Epifani no


        Una discussione che, all'interno del mondo sindacale, sembrava sapere solo di stant?o, quella su un nuovo ?patto per la produttivit?, potrebbe ricevere nuova linfa grazie al pressing che il governo unionista potrebbe mettere in campo a partire dal 2007. Il vicepremier Massimo D'Alema ? stato molto chiaro, al convegno di Italiani/Europei convocato - alla presenza del gotha bancario e industriale, ma ?senza nemmeno la presenza di un esponente del sindacato?, si fa notare con una punta polemica dentro la Cgil - lo scorso weekend a Sesto San Giovanni. ?Serve un nuovo patto tra le forze sociali come condizione per affrontare le nuove sfide del Paese?, ha detto D'Alema, non dimentico di quando era lui presidente del Consiglio e aveva la Cgil di Cofferati di fronte: ci prov? allora, nel 1998 (quando prese il nome di ?patto di Natale?), e ci riprova adesso. A ruota lo segue il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta: ?Finito il percorso della Finanziaria, dobbiamo far partire un patto sulla produttivit?. Del resto, lo stesso ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa ne aveva accennato a pi? riprese, il ministro Damiano lavora da sempre per cercare nuove e migliori forme di concertazione - a volte perseguita e ottenuta, a volte meno - tra le parti sociali e anche Prodi sarebbe della partita. Per i montezemoliani, per?, il punto non ? stabilire ?a priori? lo strumento, e cio? se si tratter? di un ?nuovo patto del '93 o di una sua semplice manutenzione?, quanto l'obiettivo, e cio? ?far tornare a crescere la produttivit?, che negli altri Paesi aumenta e invece in Italia diminuisce, sia per cause interne al modo di produrre che esterne?. Certo ? che Confindustria non vede l'ora di sedersi intorno al tavolo e cominciarne a discutere. Ambienti vicini al presidente Montezemolo - che sull'idea di un nuovo ?patto sociale? rilanci? la sua azione alla ripresa settembrina e ne riformul? i termini, ponendolo come ?obiettivo di fase? della seconda parte del suo mandato, davanti ai giovani industriali a Capri - spiegano puntuti non solo che ?D'Alema ha raccolto una sollecitazione nostra, espressa a pi? riprese?, ma anche che ?la Cgil, di fronte a pareri numerosi e importanti che chiedono di darvi il via, non pu? continuare a condizionare il quadro e la discussione mettendosi di traverso?. Ma fanno anche capire di essere disponibili a ?discutere di tutto, senza incanaglirsi sui nomi e i contenitori?.

        Cisl e Uil sposano appieno la linea confindustriale. Per il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ?il sindacato ? pronto a fare la sua parte? mentre il segretario generale aggiunto Pierpaolo Baretta, oltre a sottolineare l'importanza di una discussione ?che lega finalmente il dibattito sulla crescita a quello sulla redistribuzione?, chiede soprattutto ?una strategia negoziale complessiva, sulle riforme, a partire dalle pensioni, per non isolare un tema solo?. Per il segretario della Uil Luigi Angeletti, ?il governo pu? fare cose importanti per favorire un patto, come per esempio non mettere tasse sugli aumenti salariali legati alla produttivit?. La Uil ? disponibile - sottolinea - ma sappiamo che non tutti nel movimento sindacale la pensano allo stesso modo?. Il riferimento ? alla Cgil. Epifani non interviene, per ora, nel dibattito, anche se i suoi spiegano che le priorit? sono altre, dalla sicurezza sul lavoro (?rispetto al quale il silenzio delle imprese ? imbarazzante?) al nodo precariet?. Conferma il segretario confederale Mauro Guzzontato: ?Le nostre priorit? si chiamano pensioni e precariet?, vogliamo discutere subito di questo. Per il resto, vedo solo una enunciazione di titoli, ma non un'agenda precisa. Inoltre, resta aperta la necessit? di una posizione unitaria con Cisl e Uil?. Poi c'? la Fiom, radicalmente contraria non foss'altro perch? teme che rimettere mano al patto del'93 vuol dire ?ridiscutere? (e dunque svellere) l'attuale struttura contrattuale. I riformisti interni sono molto pi? possibilisti, ma con rigorosi paletti. ?Innanzitutto deve essere chiaro - spiega il presidente dell'Ires-Cgil Agostino Megale - che l'aumento della produttivit?, che non ? un mostro, come pensano i massimalisti della Fiom, deve andare di pari passo con il superamento della precariet? e dunque sarebbe meglio parlare di patto per la produttivit? e la stabilit? del lavoro. Poi, bisogna coinvolgere anche il sindacato. Trovo curioso che il presidente D'Alema, al suo seminario, non l'abbia fatto?. Megale, per cominciare, propone di dare vita a dei ?forum? sulla produttivit?, per capire come si forma e a chi va, ma rifiuta l'idea, ?cara a Bombassei (vicepresidente di Confindustria, ndr.) che si produce di meno perch? si lavora di meno e si sciopera di pi?. E' vero il contrario: in Italia si lavora di pi? della media Ue e le ore di sciopero sono fisiologiche, il vero problema ? il nanismo industriale?. Per Megale, per?, ?il 2007 ? l'anno buono affinch?, assieme agli ammortizzatori sociali e alla stabilit? del lavoro, si metta mano al patto per una nuova politica dei redditi?. Solo che Confindustria si rifiuta - e lo ha ribadito anche ieri con una nota ufficiale - di buttare a mare la legge Biagi, che difende (?le norme sulla flessibilit?, a partire dal pacchetto Treu, hanno fatto crescere di tre milioni i posti di lavoro?, spiega la nota) ma anche e soprattutto di ?sfogliare i petali della margherita uno ad uno, come cerca di fare il ministro Damiano con l'ipotesi di avviso comune sui contratti a termine. Bisogna affrontare invece i problemi tutti assieme, all'interno di un nuovo quadro e, appunto, di un nuovo patto sociale?. La parola torna alla Cgil.

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