5/3/2007 ore: 10:56
"Riforme" Cellulari: da oggi fuorilegge i costi di ricarica
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Da oggi fuorilegge i costi di ricarica Wind fa pagare di più per le carte sotto i 50 euro TORINO Oggi è il D-day delle carte telefoniche: il balzello fisso di 5 euro su ogni ricarica non si paga più, come prescrive il decreto Bersani. Qualcuno ci ha ironizzato sopra, dicendo che è questo l’unico provvedimento di liberalizzazione che il governo sia riuscito a varare; ma anche se fosse così non sarebbe privo di significato rilevare che la telefonia, e in particolare quella mobile, si confermi come il settore liberalizzato in cui gli utenti riescono a percepire davvero dei tagli dei costi, come invece non succede - ad esempio - con le polizze auto, né con la benzina, il gas o l’elettricità (a meno di drastici cali del petrolio sui mercati internazionali, e anche in questo caso con grossi ritardi). Si tenga presente che nel 2005 gli italiani hanno pagato la bellezza di 1,7 miliardi di euro di costi fissi di ricarica cellulare, che da quest’anno dovrebbero risparmiare. Dunque: Tim (da oggi), Vodafone (che ha volontariamente anticipato gli effetti del decreto alla data di ieri) e la compagnia «3» (che è addirittura partita venerdì) cancellano di netto i 5 euro fissi e non si rivalgono su altre voci; Wind ha scelto un meccanismo di adeguamento al decreto in apparenza più complesso, che le organizzazioni dei consumatori già minacciano di sfidare in tribunale. Da Wind, compagnia con 14,5 milioni di clienti, non ci stanno a passare per cattivi e rivendicano il merito di non aver fatto pagare i costi fissi delle ricariche fino a due anni fa, ben prima del decreto Bersani. Poi Wind ha mantenuto questa possibilità a chi ricaricava il cellulare con carte telefoniche di valore pari o superiore ai 50 euro, mentre ha introdotto il costo fisso per i tagli inferiori. Adesso i vecchi clienti Wind continueranno a conservare i piani tariffari che avevano e a non pagare la ricarica se opteranno per le carte da 50 euro o più, mentre se vorranno acquistare tagli inferiori saranno dirottati (gratuitamente) a nuovi piani con costi lievemente accresciuti. Se invece scegliessero di non passare ai nuovi piani e volessero comprare carte da meno di 50 euro ci pagherebbero sopra i costi fissi; secondo Wind sarebbe una loro libera scelta. Il discorso non convince le associazioni di consumatori. «Denunceremo all’autorità giudiziaria i gestori che continueranno a pretendere il costo della ricarica» afferma Paolo Landi, segretario generale Adiconsum, secondo cui potrebbe essere disattesa l’indicazione del governo di eliminare i costi fissi senza aumentarne altri. Per il Codacons, il presidente Carlo Rienzi chiede all’Autorità per le comunicazioni di «verificare i nuovi piani tariffari per accertare che non celino aumenti a discapito degli utenti. Le compagnie che decideranno di fare le furbe, scaricando sui consumatori i minori introiti derivanti dal taglio ai costi di ricarica, o quelle che continueranno a imporre tale balzello dovranno essere pesantemente sanzionate». Per quanto riguarda Tim e i suoi 30 milioni di clienti, oltre ad accreditare da oggi la somma effettiva del taglio della carta telefonica, senza più trattenere i 5 euro di costi fissi, la compagnia annuncia che da aprile offrirà ai clienti la possibilità di decidere da sé l’importo delle ricariche sopra i 5 euro: non soltanto cifre predeterminate e tonde ma anche, per esempio, 12 euro oppure 23 o magari 37, «un meccanismo finora mai sperimentato al mondo»; questo sarà possibile in tutti i punti vendita informatizzati come le tabaccherie, i Totip e le edicole attrezzate. Un’altra novità in arrivo è la possibilità di comprare un cellulare Tim abbinato a un abbonamento (non una carta prepagata) che prevederà il rimborso della tassa di concessione di 5,16 euro a bimestre. Anche Vodafone elimina (anzi lo ha fatto già ieri) i costi fissi di ricarica senza obbligare i sui 26 milioni di clienti a trasferirsi ai nuovi piani tariffari che lancia oggi, con minori costi al minuto. Quanto a «3» ha abolito i costi fissi da venerdì ma sottolinea che già da prima non li faceva pagare, perché i 5 euro corrispondenti venivano restituiti ai clienti in forma di servizi di pari valore. |