21/6/2006 ore: 11:52

"Referendum" Un invito che sfida letture strumentali

Contenuti associati

    mercoled? 21 giugno 2006

    Pagina 13 - Primo Piano

    la nota

    Un invito che sfida letture strumentali
      di Massimo Franco

      L’appello a votare era prevedibile. Un capo dello Stato che avalla l’astensione sarebbe a dir poco sorprendente. In pi?, la prospettiva di una Costituzione cambiata o confermata da un’esigua minoranza referendaria non pu? non preoccupare il presidente della Repubblica: renderebbe pi? rappresentativa perfino la riforma approvata a maggioranza dal centrodestra. Giorgio Napolitano non si ? fatto frenare neppure dall’allarme contro l’astensionismo, lanciato il giorno prima da Silvio Berlusconi. E ieri, dalla sua Napoli, ha fatto un passo in pi?. Dopo aver definito ?non giustificato? il non voto, quasi prevedendo le tensioni postreferendarie ha cercato di smussarle e incanalarle. Qualcuno lo ha definito un appello ?alla Ciampi?. Ma la differenza ? che il suo predecessore era stato eletto da quasi tutto il Parlamento. Napolitano, invece, si comporta come se non fosse stato solo il centrosinistra a portarlo al Quirinale; e offre una sponda istituzionale al fronte berlusconiano. Il suo invito al dialogo, tuttavia, plana su basi fragili, soprattutto dal punto di vista politico. ? difficile che chi vincer? il 25 e 26 giugno sia pronto dal giorno dopo a tendere la mano ai perdenti. Le divisioni nell’Unione e nel centrodestra frustrano il bipolarismo ?maturo? additato ripetutamente dal capo dello Stato.
        Non a caso gi? si parla di una ?pausa? di qualche mese, prima di rimettere mano alle riforme. Nel centrosinistra affiora un oltranzismo ostile alla discussione oltre i confini della maggioranza. E all’opposizione i leghisti un po’ aprono alla trattativa, un po’ arrivano a teorizzare che voterebbe ?no? anche il terrorista Bin Laden. Si tratta di atteggiamenti agli antipodi rispetto all’esigenza di riconoscimento reciproco, ribadita da Napolitano. D’altronde, quando esorta l’Unione ad ?assumere un metro di giudizio non distruttivo nel bilancio dell’azione di governo che si ? in precedenza osteggiata?, e l’opposizione a non chiudersi a riccio, il capo dello Stato viene ascoltato a met?.
          Il governo si mostra pronto ad avallare l’invito a non disertare le urne. Lascia cadere invece le parole che suonano come una critica all’approccio liquidatorio della maggioranza contro le riforme berlusconiane. Ma il centrodestra non ? da meno. Tende a far propria solo una parte del ragionamento presidenziale: quella che pu? portare voti al fronte del ?s? al referendum, al quale il presidente della Repubblica ieri ? stato iscritto, maldestramente, d’ufficio. Sono reazioni strumentali che probabilmente Napolitano aveva messo nel conto; ma che ha considerato meno importanti della necessit? di insistere sulla tregua istituzionale, comunque venga interpretata.
            Che abbia un seguito, ? da vedere. Il suo ?auspicio di una intensa e attenta partecipazione al voto? prescinde dal risultato che ci sar?. Ha il valore di un monito, perch? si vota sul futuro ?della Carta che ha costituito l’atto fondativo della nostra Repubblica?, ricorda Napolitano. ? evidente la preoccupazione per un’astensione massiccia. E i sospetti che il centrodestra gi? semina per possibili brogli fra i circa 2 milioni e mezzo di elettori all’estero, non promettono nulla di buono. Invece di una ripresa del dialogo, il referendum potrebbe segnare un secondo scontro sulle irregolarit?, dopo quello seguito al voto di aprile.riguardato sia gli uomini (+1,6%), sia le donne (+1,8%).

          Close menu