27/6/2006 ore: 11:21
"Referendum" La parabola di Silvio&Umberto
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Pagina 1 e 10 - Interni la storia dal patto del ?93 alla sconfitta Adesso appare difficile e forse anche un po? presuntuoso delimitare il campo, certo catastrofico, della sconfitta. Valutare il numero dei caduti, la quantit? delle rovine. Pi? semplice ? raccontare quale strano miscuglio di umori e di rendite sia uscito a pezzi dalla battaglia referendaria. Perch? Berlusconi e Bossi si ?fidanzarono? nell?autunno del 1993, litigarono e fecero pace nell?estate del 1994, quando il Cavaliere prest? al Senat?r anche il pigiama per dormire ad Arcore. Ma poi ruppero di nuovo nell?inverno. Il ribaltone. Allora Berlusconi disse che Bossi - cos? si chiama di cognome Mamma Rosa, pure costretta a votarlo - era tecnicamente matto. Questi rispose alternando fin troppo documentate accuse di mafia e un campionario di indimenticabili volgarit?. Per? poi alla fine del 1999 si rimisero insieme. Tutto dimenticato, comprese le querele. Ma siccome giusto in quegli anni la vita pubblica italiana andava colorandosi di fasulla naturalezza e succedanei d?intimit? si scrisse che i due s?erano lungamente guardati negli occhi e da quel giorno si vedevano a cena tutti i luned?. Per chi prende in moglie un?attrice, precis? Berlusconi con il consueto buon gusto, era quella la sera che per anni egli aveva dedicato all?amore: ecco, ?da adesso, invece, il luned? sera ? dedicato a Umberto?. E non di rado finiva in baldoria, con tutti attorno al pianoforte. A questo rito meta-coniugale partecipavano in genere - anche se non s?? mai capito bene a quale titolo cerimoniale: testimoni? esecutori? eredi? - tanto il pirotecnico ministro Tremonti, gi? fondatore del Comitato "Emma Bonino for president", quanto l?assai schivo sottosegretario Brancher, gi? sveltissimo seminarista paolino arruolato dalla Finivest. Poi furono segnalati ad Arcore anche i ministri Calderoli, o Castelli, o Maroni, o addirittura il preteso delfino Giorgetti, l?incertezza e poi l?agitazione dei leghista aggravandosi in proporzione alla malattia di Bossi. Certo, all?inizio era tutto di pi? facile cura. Ma il cemento politico dell?intesa appariva chiaro a tutti fin da allora, anzi si trattava di un autentico dono di nozze: la devolution, come venne detta con sospettosissimo anglismo; in pratica, lo stravolgimento dell?impianto costituzionale. Come non si fatica a intendere, la convenienza del matrimonio era reciproca. E per giunta ben dispiegata alla faccia degli altri del centrodestra, Fini e Casini. Nel febbraio del 2000 si scrisse che l?accordo, segretissimo, era stato depositato presso un notaio di Milano; e nel luglio, proprio su Repubblica, vennero fuori gli aspetti economici. In pratica, la Lega aveva un sacco di debiti e il partito berlusconiano, che l?"assisteva finanziariamente", si faceva garante di un credito di due miliardi di lire presso la Banca di Roma. C?? anche da dire che n? il patto super segreto, n? la ricca ma soffocante fideiussione di Forza Italia trattennero mai i leghisti dal combinare i peggiori e fallimentari impicci della storia patrimoniale della Seconda Repubblica: cooperative e supermercati made in Padania andati a ramengo, villaggi vacanze mai costruiti, sale Bingo subito chiuse, improbabili casin? croati, sospette truffe latte, editoria dissestata e soprattutto il disastro della banca padana Credieuronord. Ma intanto, a suo modo, l?Asse del Nord tirava. O forse si manifestava in forme fin troppo smaglianti. Ci? che vale la pena di aggiungere ? che senz?altro strattonava l?intero governo di centrodestra verso una logica di radicalismo estremistico. Sulle tasse da abbattere a ogni costo; sull?euro che aveva impoverito l?Italia e sull?Europa ridotta a ?forcolandia?; sul pericolo incombente dell?Islam e su quello imminente della Cina e dei suoi dazi; sulla sicurezza, da rafforzare in termini di legge, ordine e repressione; sui ?valori?, infine, che per? francamente sfumavano in una formale e indistinta esortazione alla Cristianit? e ad altri bla-bla teo-con. Mentre su un altro piano, non esattamente omogeneo ai suddetti ?valori?, c?? da ritenere che l?accordo funzionasse anche per quanto riguardava le cordate bancarie e in particolare le scorribande del patron della Bpi Giampiero Fiorani, che tra l?altro si era preso l?impegno - o gli era stato affidato - di salvare a ogni prezzo la banchetta leghista affondata dai suoi incompetenti amministratori. Se il referendum ha ieri posto la pietra tombale sull?alleanza, ? pure vero che l?ictus di Bossi aveva cominciato a minarla per tempo (marzo 2003). Deve aver confessato una volta Berlusconi al fondatore della Lega: ?L?inizio della tua malattia segna la fine del mio governo?. Si trattava in realt? di una fine simbolica, o meglio premonitrice. Il venerd? santo del 2005 i ministri padani consegnarono a Bossi la bozza della nuova costituzione in un uovo di Pasqua di 5 chilogrammi che il piccolo Sirio estrasse a martellate. Tra domenica e luned?, 25 milioni di italiani hanno scartato quel testo, per sempre, si spera. Esito referendario secco, immediato e per una volta senza sospetti: classico lavoretto angelico. E anche se moltissimo adesso occorre fare, intanto addio alla Lega radicale del Cavaliere. |