1/12/2006 ore: 10:30

"QuoteRosa" Donne sull’orlo di una crisi di nervi

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    venerd? 1 dicembre 2006

    Pagina 13 - Politica

      Donne sull’orlo
      di una crisi di nervi

      Gelosie, incomprensioni, voti contrari all’ultimomomento
      Cos?, nei Ds e non solo, ? scoppiata una guerra al femminile
        Litigi e finte solidariet?
          Il caso
          Fabrizio Rondolino
            ?Quote rose? o gallinaio? Aspra battaglia politica o trash neotelevisivo? Il vivace scambio di opinioni (e di mozioni parlamentari) che ha impegnato tre autorevolissime donne diessine - Anna Serafini, Anna Finocchiaro e Livia Turco - pare un remake dell’epica rissa fra Aida Yespica, Antonella Elia e Patrizia Pellegrino sulla spiaggia dell’?Isola dei famosi ?. Quelle immagini, replicate infinite volte dalle nostre tv e tuttora molto popolari su Internet, vennero considerate allora offensive per la dignit? delle donne, nonch? emblematiche della deriva inarrestabile del reality show. Eppure in quella sequenza c’era, per dir cos?, un fondo di verit? comportamentale: le donne, quando s’arrabbiano, s’arrabbiano davvero. E il successo di quella battaglia sulla battigia aveva almeno due ragioni evidenti: la conferma di un luogo comune, e l’incremento di testosterone che un combattimento fra belle donne - chiss? perch? - sempre ingenera nei maschi. Entrambi questi elementi si riaffacciano ora nel cuore della Quercia, sul palcoscenico austero di Palazzo Madama: e proprio per questo l’episodio conquista le prime pagine.
              Se ? stato proprio il femminismo a spiegarci che ?il personale ? politico?, non c’? dubbio che il politico sia (anche) una faccenda personale: di rapporti, di amicizie, di antipatie, di parentele. La senatrice Anna Serafini, responsabile della Consulta infanzia e adolescenza dei Ds ma, soprattutto, moglie di Piero Fassino, ? gi? salita all’onore delle cronache politico- arlamentari proprio per questo suo doppio ruolo.

              Un certo malumore aveva accompagnato la sua candidatura al Senato, lo scorso aprile; e al Botteghino (dove ha un ufficio) viene a volte indicata, ora ironicamente ora invece con timore, come ?la zarina?, per via dell’influenza che eserciterebbe su ogni scelta del marito. Malignit? e cattiverie, naturalmente: che spesso colpiscono le ?mogli di?, colpevoli soltanto di disporre di una vita, e di una carriera, proprie. Ma anche le malignit?, in politica, hanno un significato politico: e lo scontro sulla
              quantit? massima di spinelli consentita per legge potrebbe anche essere un aspetto della sotterranea lotta precongressuale tra i ?fassiniani? e i ?dalemiani?. Questi ultimi, intenzionati a presentare una mozione autonoma, ripiegheranno probabilmente su un meno pericoloso ordine del giorno: ma che l’asse tra i due leader si sia incrinato, dopo la fallimentare gestione (fassiniana) della candidatura (dalemiana) prima alla presidenza della Camera e poi al Quirinale, non ? un segreto per
              nessuno.

              E cos?, guarda caso, la ?fassiniana ? Serafini ha deciso di impallinare il decreto della ?dalemiana ? Turco senza dir nulla all’altra ?dalemiana?, la capogruppo Finocchiaro. Donna tenace, intelligente e di straordinaria bellezza, quest’ultima: e ignara fino a cose fatte del colpo di testa della Serafini, che pure ha seriamente messo in imbarazzo la maggioranza.

              ?Livia non si ? confrontata?, ha sostenuto la Serafini con lessico paleomilitante, assicurando per? che ?? una donna di razza e anche un politico di ottima razza?. Qualunque cosa significhi questa espressione, lo scontro fra (prime) donne riporta alla luce una ruggine antica, che ha a che fare con carriere inabissatesi repentinamente ed altre in permanente
              rianimazione, con scelte ministeriali non sempre condivise e legittime
              aspirazioni personali.

              Giovanna Melandri, giusto per citare un altro nome prestigioso, deve la sua fortuna politica ad un successo televisivo, quando, nella primavera del ’96, mise in difficolt? il Cavaliere in un bel programma di Lucia Annunziata.

              Quando divenne ministro nel governo D’Alema, i maligni (e anche
              qualche maligna) dissero allora che fu scelta per la sua bellezza, e da allora le polemiche l’hanno costantemente accompagnata, fino alla (mala)parata con la Nazionale vittoriosa per via del Corso.

              Resta da capire quanto queste polemiche siano colpa delle donne che le animano, e quanto invece dei media che inesorabilmente e sadicamente le amplificano. N? vale il ricordo di una Iotti o di una Ravera: erano altri tempi, e soprattutto c’erano meno donne in politica. Oggi che il palcoscenico e i camerini sono cos? affollati, qualche spintone ? inevitabile.

              Fu una giovanissima Livia Turco, chiamata da Natta nella segreteria
              del Pci all’indomani della morte di Berlinguer, a dare avvio ad un radicale ripensamento del ruolo delle donne in politica: il femminismo buss? a Botteghe Oscure, e la ?lobby delle donne? che si raccolse intorno alla Turco cominci? la battaglia poi sfociata nelle ?quote rosa?.

              Si potrebbe allora concludere cos?: proprio il successo della ?lobby delle donne? ne ha decretato lo sfarinamento, la polverizzazione, la divisione. Oggi nella Quercia esistono correnti ?femminili ? divise e in concorrenza tra loro, trasversali agli schieramenti ?maschili? e pronte, quando occorre, alla battaglia. E’ la politica, bellezze.

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