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"Privatizzare le farmacie comunali? No, grazie"

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RAPPORTO : SERVIZI PUBBLICI LOCALI
lunedi 05 Maggio 2003
pag. 44
venanzio Gizzi (assofarm)

"Privatizzare le farmacie comunali? No, grazie"



Farmacie comunali: una risorsa o un peso? Al Nord alcuni enti locali hanno già attuato una privatizzazione parziale di questi negozi, mentre altri sembrano intenzionati a farlo, utilizzando il ricavato per una gestione diretta delle politiche sociali. Mentre anche le banche consigliano agli enti locali di concentrarsi di più sol loro core business: meglio una forte plusvalenza che piccoli utili annuali.
Ma Assofarm, l’associazione nazionale delle farmacie comunali, non è d’accordo: "Al Sud, dove le farmacie comunali praticamente non esistono, le richieste per una loro apertura sono numerosissime. Pensare che chi le ha già voglia cederle, è curioso dice il presidente Venanzio Gizzi "Con gli utili annuali ottenuti da questi esercizi, in varie regioni d’Italia si sono migliorati il territorio: le mense, come a Viareggio, le case per anziani, come a Venaria Reale , asili, giardini e cimiteri come a L’Aquila, le terme come a Trento. E le farmacie comunali producono reddito: nessuna è in passivo. "Inoltre prosegue Gizzi quelle a gestione comunale sono preferite dagli anziani, che vi trovano come un’estensione dell’Asl, si sentono più a loro agio e, come sta avvenendo in molti esercizi, possono anche prenotare visite ed esami anziché recarsi nelle Asl stesse, spesso decentrate e in genere affollate; non viene trascurata neanche l’assistenza per le tossicodipendenze. Nei piccoli centri, poi, la farmacia comunale è un punto d’incontro, è un’istituzione alla quale rivolgersi per consigli o rassicurazioni".
"I sindaci del Mezzogiorno vogliono aprire le farmacie comunali afferma Gizzi per avere anche loro parte del controllo sul territorio in termini sanitari, visto che le Asl sono di competenza regionale. E fra esercizi privati e pubblici c’è una sana concorrenza che va tutta a beneficio dei cittadini. Perché mai si dovrebbe dare tutto ai privati? E’ diritto del cittadino poter scegliere i servizi, anche se i prezzi dei medicinali sono imposti e quindi non c’è risparmio fra l’una e l’altra attività. Ci può essere differenza nella qualità del servizio, più rapido quello privato, più vicino e disponibile quello pubblico".
(Lorenzo Toscano)

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