28/3/2006 ore: 10:38

"Precari" Il salto nel vuoto

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    marted? 28 marzo 2006

    Pagina 54 - Varie/Diario
      La grande mutazione del lavoro giovanile
      Precari
        DAL MONDO PUBBLICO AL PRIVATO: LE VARIE FORME DI INCERTEZZA



          Pierre Bourdieu
          La flessibilit? e la precariet di un numero crescente di salariati rende difficile ogni azione unitaria e perfino l?attivit? di informazione
          Per un movimento operaio europeo, 2001
          Jeremy Rifkin
          Ogni giorno, negli uffici e nelle fabbriche, la gente aspetta e prega, piena di paure, sperando di scamparla ancora una volta
          La fine del lavoro, 1995
          Ralf Dahrendorf
          ?Flessibilit? - affermava il leader sindacale americano Kirkland - significa due parole: you?re fired?. Alla lettera: ?Lei ? licenziato?
          Per un nuovo liberalismo, 1993
          Ulrich Beck
          Anche negli angoli pi? remoti della societ?, al tempo pieno per tutta la vita sono subentrate le forme pi? varie di flessibilit?
          La societ? del rischio, 1986



        Il salto nel vuoto delle loro vite

        Luce Irigaray

        Forse essere un umano equivale a essere capace di darsi un proprio mondo senza fermarsi a subire ci? che gi? esiste.

        Questo presuppone la possibilit? di poter progettare un futuro e delineare cos? un orizzonte in cui stare e divenire. In altre parole, essere umani esige di non essere solo il risultato o lo schiavo di una situazione imposta dall?ambiente in cui viviamo o dai nostri istinti o pulsioni. Sarebbe umano chi ? capace di trasformare la sua energia tramite progetti che comportano un certo grado di libert? rispetto sia alla situazione ambientale che ai propri bisogni istintivi. Se la mia definizione dell?umanit? si avvicina alla realt?, allora l?umanit? oggi ? in pericolo!

        Questo lo sappiamo attraverso molteplici aspetti del nostro malessere, che si tratti della nostra esistenza naturale, affettiva o spirituale. Conosciamo il crescente squilibrio del pianeta, l?impatto sempre pi? evidente che esso ha sulla nostra vita quotidiana ma anche l?incertezza che grava su di noi rispetto a un possibile futuro. Sperimentiamo anche ogni giorno fino a quale punto il contesto economico-sociale in cui viviamo ? sempre pi? difficile, precario, disumano senza che intravediamo una speranza di cambiamento. E la maggior parte di noi non si fida pi? di valori che l?hanno ingannata e che, d?altronde, non corrispondono alla nostra esistenza e alle nostre esigenze presenti.

        Come dunque progettare un futuro senza certezze al livello della stessa vita, degli affetti, delle convinzioni?

        Non c?? da stupirsi che ormai la gente sia cos? violenta, che torni la violenza contro di s?, contro gli altri o contro il mondo. Non ha pi? la possibilit? di progettarsi un futuro, non nell?aldil? ma quaggi? e questo la lascia sempre meno capace di trasformare i suoi istinti o pulsioni in progetti che utilizzano l?energia immediata per la realizzazione di opere umane.

        Questa impossibilit? pesa in modo pi? inesorabile sui giovani perch? hanno allo stesso tempo pi? energia vitale e sempre meno futuro. Si trovano dunque costretti a spendere, e perfino a distruggere, la loro energia in tutti i modi possibili perch? non possono coltivarla attraverso la costruzione di un futuro. E non si tratta per loro solo di un?angoscia esistenziale che tocca l?avvenire dell?umanit?, ma dell?impossibilit? di strutturarsi un?identit? umana. L?incertezza del nostro futuro non grava solo su di loro inquietudine, paura, disperazione. Sono anche il risultato dell?incertezza che ormai impregna e governa tutta la nostra cultura: incertezza relativa allo stato della terra e del cielo; incertezza relativa all?aria che respiriamo, al cibo che mangiamo e al loro impatto sulla nostra salute; incertezza relativa alla verit? dell?informazione che veicolano i discorsi che ascoltiamo; incertezza relativa al nostro luogo di abitazione, alle nostre frontiere, all?avvenire della nostra civilizzazione, della nostra lingua; incertezza relativa alla pace o alla guerra eccetera.

        L?incertezza economica ? spesso evidenziata come quella che rovina la vita, anzitutto dei giovani, anche se non ? l?unica e che spesso si parla dei suoi aspetti immediati senza interrogare a sufficienza le loro cause. Per esempio, qualunque sia la sua parte di responsabilit?, ? raro oggi che un padrone possa essere considerato l?unico responsabile della precariet? della vita di coloro che lavorano nella sua impresa, nella sua fabbrica, nella sua manifattura. Anche lui ? la vittima dell?incertezza di un mercato che, in realt?, nessuno domina pi?.

        Questo non cambia un granch? il fatto che la relazione con il lavoro ? ormai sottoposta alla precariet?, quale che sia la maniera di travisarla. Molti giovani non sanno se domani avranno un lavoro, quale esso sar?, dove si situer?, quale sar? il loro stipendio. Come ? possibile costruirsi un futuro in un simile contesto? L?energia, l?immaginazione, il cuore coinvolti per l?elaborazione di una vita sono annichiliti o dispersi senza che possano servire a realizzare un?opera umana, nemmeno quella dell?amore. Il consumo di s? attraverso un godimento senza condivisione amorosa ? il frutto della necessit? di scaricare un nervosismo permanente, un?aggressivit? disoccupata, una rabbia impotente. Diversi tipi di droga aiutano a sostituire sogni evanescenti a progetti creativi, e a placare la disperazione, il dolore, la collera. Tutto questo consente di sopravvivere, di trascurare l?assenza di un orizzonte in cui vivere, ma lascia l?umano in qualche modo invertebrato, decerebrato, e in balia di qualsiasi capo, ideologia, credenza, artificio, che gli conceda l?illusione di stare in piedi e di potersi unificare senza iniziativa o progetto personali.

        L?incertezza dei nostri tempi, la loro precariet? preparano cos? il terreno per forme embrionali di totalitarismo: le tendenze di moda, il conformismo, le opinioni da condividere pena l?allontanamento, diverse modalit? di nazionalismo o provincialismo, l?affermazione pi? o meno palese di integralismo, eccetera. Ci sono oggi tante variet? di impostazioni a cui non siamo abbastanza attenti e che, a poco a poco, si sostituiscono alle nostre libert? e creativit? umane.

        Certo il regno del denaro e quello della tecnologia corrispondono a una nuova sorta di totalitarismo. Ma ce ne sono altre. Tutte equivalgono, mi pare, a fare della morte, naturale o spirituale, il sovrano padrone della nostra esistenza. Questo pu? assumere la forma dell?assoggettamento del nostro presente e futuro al passato. Ora, se abbiamo doveri di memoria rispetto alla nostra storia, ne abbiamo anche rispetto alla costruzione di un?umanit? futura, cominciando con il compimento della nostra propria umanit?.

        Senza la possibilit? di un divenire attraverso il progettarsi un futuro, l?umanit? come tale non pu? esistere. ? la forma basilare di trascendenza di cui necessita. ? questo gesto che consente a ciascuno/a di noi di passare senza sosta da un?identit? naturale a un?identit? umana, pur restando vivi. Ma non pu? equivalere a un salto nel vuoto: un tipo di violenza ormai di moda.
          Bisogna che un contesto di vita e di cultura renda possibile la costruzione di un luogo in cui abitare, convivere e compiere la propria umanit?.

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