29/5/2007 ore: 10:17
"Politica" Il muro settentrionale (A.Statera)
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Prima Pagina (segue a pagina 24) - Commenti Pochi slogan elementari, se possibile feroci, perch? non catturano pi? nel Veneto cattolico e peccatore le ?fumisterie? solidaristiche del Vescovo, ?alibi? della sinistra per coprire l?incapacit? di scelte esplicite e forti. Figurarsi la ?redistribuzione?, concetto di moda a Roma, che il leader nazionali ripetono incoscientemente anche in campagna elettorale sulle sponde del Po. ?Redistribuire? Redistribuiscano a noi quelli di Roma?, ci ha detto un ricco commerciante del "List?n" veronese, faticando a capire il concetto stesso di redistribuzione. Aveva un sindaco moderato, un avvocato ex democristiano, la ricca e moderatissima Verona, talmente moderata che per un mese Forza Italia e Udc litigarono su quale dei loro possibili candidati fosse il pi? moderato. Poi arriv? Umberto Bossi che senza colpo ferire convinse Berlusconi a scegliere come candidato unitario il leghista pi? trinariciuto del Triveneto, il giovane assessore regionale Flavio Tosi, un signore che una volta si present? in comune con una tigre al guinzaglio lanciando lo slogan "el leon che magna el ter?n". Bell?effetto sul proscenio della ?leaderizzazione? locale, una specie di parodia di quella nazionale. Paga pi? la moderazione di un avvocato "understatement", timorato e ben visto nei centri del potere economico, che non ha fatto male nel suo quinquennio, o quella di un giovanotto, capace di fulminee ?scorciatoie mentali? per chi lo ascolta? Pi? i faticosi ragionamenti di Prodi o i fulminanti slogan di Berlusconi? Condannato in secondo grado per violazione della legge Mancino avendo propagandato ?idee razziste?, la leggenda metropolitana veronese dice che quella condanna, nata da un?inchiesta del Pm Papalia, ? stata il vero, grande assist per l?elezione quasi a furor di popolo di Flavio Tosi. Il che, tra l?altro, la dice lunga sul fenomeno Bossi, che guida un partito ai minimi termini e divorato dalle lotte intestine, ma - genio del parassitismo politico e tuttora massimo interprete dell?anima padana - riesce a imporre e a far vincere i candidati scelti da lui. Ci? che fa infuriare il governatore forzista del Veneto Giancarlo Galan, il quale sulla scelta leghista per Verona, che l?altra volta lui non azzecc? aprendo la strada al candidato di centrosinistra, chiese addirittura le dimissioni dei coordinatori nazionali Bondi e Cicchitto, minacciando di creare Forza Veneto, per la quale - pare ovvio - dovrebbe ormai chiedere consulenza a Bossi. In fondo, funziona ancora e sempre da tre lustri il ?modello Gentilini?, sindaco al terzo mandato (ora formalmente nel ruolo di prosindaco) di Treviso, quello che tolse le panchine agli immigrati e consigli? di sparargli come ai leprotti. Il paradosso ? che dopo tanti anni di dichiarato razzismo del primo cittadino, Treviso risulta la citt? del Nord con una delle migliori integrazioni degli immigrati extracomunitari. Vuol forse dire che le ?scorciatoie mentali? servono alla politica per prendere voti, ma che poi funzionano canali sotterranei di compensazione della locale classe dirigente? Dove l?avrebbero spedito Gentilini le decine di migliaia di imprenditori trevigiani, se davvero gli avesse negato la necessaria manodopera straniera? Dove s?incontrano poi ?scorciatoie mentali? e business, l? ? il vero regno di Bossi. Come a Monza, dove ha imposto il candidato leghista Marco Mariani, pi? moderato, ma pi? ?business oriented?, che ha vinto con una campagna elettorale affidata al progettista di una grande speculazione immobiliare della famiglia Berlusconi, la ?Milano-4?, che ora certamente si far? in quel di Monza per replicare i successi di ?Milano-2? e ?Milano-3?, con il fattivo appoggio del governatore lombardo Roberto Formigoni, nel nuovo capoluogo della nuova Provincia brianzola, gi? costata alcune decine di milioni. La destra ne ha fatto un cavallo di battaglia, la gente la Provincia la vuole, ma poi si schifa per i costi della politica. Solo quella degli altri? A Monza, altro presunto luogo felice di moderazione, abbiamo assistito a un comizio allo stato di ?preparola? di Gianfranco Fini su come cacciare immigrati e puttane - ovazioni - e, il giorno dopo, ad uno di Walter Veltroni, assai meno affollato, sullo ?spirito di servizio? e sul sindaco santo di Firenze Giorgio La Pira, che le ragazzotte minigonnate trascinate in piazza Trento e Trieste pensavano fosse un gelato. L?antipolitica non si celebra nella sala ovattata della Musica di Renzo Piano, con Luca Cordero di Montezemolo che sul palco legge il gobbo elettronico, si consuma al seggio di Monza o di Gorizia, anch?essa persa per insipienza dal centrosinistra, dove del Partito Democratico nulla sanno e soprattutto nulla vogliono sapere. L?antipolitica si fa nell?incrocio dello smercio europeo di droga a Verona, si fa alla ?Cascinazza? di Monza, dove Paolo Berlusconi costruir? quasi un milione di metri cubi. L?ondata antipolitica nasce dalle piccole scelte leaderistiche, nazionali e locali, dei partiti in crisi, nei quali l?elettore non si ritrova pi? e corre alla ricerca della scorciatoia mentale, di cui Bossi, nonostante la malattia, resta uno dei migliori interpreti sulla piazza. Fosse stato per Berlusconi e Galan, gli obiettivi veneti sarebbero stati persi, mentre per Monza, quartiere milanese, l?odore del business ? invincibile. Poi, c?? l?effetto ?Berlusconi mancante?, che ha prodotto un calo della partecipazione del voto a sinistra. Se non c?? lui, che odio, perch? devo andare a votare? Croci e delizie del leaderismo. Ma, per favore, nessuno ci racconti pi?, tre lustri dopo la dicci, di un Nord cattolico e moderato. |