29/4/2005 ore: 11:21
"PolìtEco (1)" «Non sprecate quest´ultimo anno»
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Appello di Confindustria al governo. Istat: boom di cassintegrati Dopo i dati sul declino della competitività italiana elaborati da Confindustria, anticipati da "Repubblica", e discussi ieri dal direttivo degli imprenditori, a meglio delineare il quadro economico italiano sono arrivate le elaborazione dell´Istat sull´occupazione. Le cifre parlano chiaro e rafforzano il concetto: i posti di lavoro nelle grandi imprese fra febbraio 2004 e febbraio 2005 sono diminuiti dello 0,7 per cento (pari appunto a 14 mila posti). Hanno retto i servizi (più 1 per cento), ma è crollata l´industria (meno 2 per cento). Nello stesso mese di quest´anno c´è stato un boom di richieste di cassa integrazione : 30,7 ore ogni 1000 lavorate, in aumento di 8, 9 rispetto a febbraio 2004. Un quadro sul bisogna intervenire d´urgenza. Lo ha chiesto senza mezzi termini Confindustria, che nel suo rapporto parla «di un clima di fiducia ai minimi storici». Ora «l´ultimo anno di legislatura non deve essere sprecato - è scritto nel documento elaborato dalla Giunta - può e deve essere dedicato a scelte concrete nella direzione della crescita, compatibili con gli equilibri di finanza pubblica». Un appello attorno al quale gli industriali sperano vi sia «condivisione da parte di maggioranza, opposizione e parti sociali». E sul che fare la categoria dà alcuni suggerimenti: eliminazione dell´Irap sul costo del lavoro, incentivi alla fusione fra piccole e medie imprese e interventi per ridurre il cuneo fiscale e contributivo. La preoccupazione degli industriali trova sponda nell´allarme del sindacato: per Savino Pezzotta della Cisl «La crisi è sotto gli occhi di tutti, quello che manca è una politica di sostegno all´industria e alla competitività. Ora vedremo come il nuovo governo vorrà intervenire». Una possibilità alla quale Guglielmo Epifani della Cgil non crede troppo. «La nostra sfiducia - ha detto - non è preventiva, ma razionale. Il quadro sul declino tracciato da Confindustria è onesto, ma le idee che il governo sta tirando fuori non mi sembra che abbiano il segno del cambiamento». Ancora più pessimista Marigia Maulucci , sempre della Cgil, che parla di «apparato produttivo allo sfascio», o Santini della Cisl: «dati da bollettino di guerra». |