22/1/2007 ore: 10:42
"Pensioni" Damiano: ridurre l'età pensionabile
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Pagina 4 - Economia RIFORME INCONTRO A PALAZZO CHIGI prima del voto amministrativo» Damiano: ridurre l’età pensionabile ROMA Aveva detto ai sindacati che il tema non poteva essere «tabù». Martedì scorso ipotizzava ancora un «innalzamento graduale» dell’età pensionabile. A poche ore dal vertice di Palazzo Chigi con mezzo governo e i segretari di Cgil, Cisl e Uil il ministro del Lavoro cambia rotta: «Non la innalzeremo». Cesare Damiano sgombra subito dal tavolo della trattativa l’ostacolo numero uno, il più imbarazzante dei nodi per la “nuova concertazione”: «È stato il precedente governo a volere l’età pensionabile a 60 anni dal 2008. Io vorrei scendere e tenere conto del lavoro faticoso». Difficile dire se andrà a finire così. Parte della coalizione di centrosinistra - da Capezzone a Boselli - ha reagito male alla sortita. Ma le parole di Damiano hanno permesso al governo di affrontare in maniera «soft» il primo vertice del 2007 con i sindacati. In meno di due ore e dopo una relazione del sottosegretario Enrico Letta, le parti hanno deciso di aprire entro dieci giorni tre tavoli di confronto su produttività, pubblico impiego e welfare. Il premier Prodi ha proposto di trovare un’«intesa complessiva» entro aprile, prima delle elezioni amministrative. Ma il leader della Cisl Bonanni ha ribadito il suo no: «Siamo contrari al taglio dei coefficienti perché penalizzerebbe i giovani. Ci hanno promesso di abolire lo scalone. Trovino le risorse, altrimenti per quanto mi riguarda meglio lasciare le cose come stanno». Sia Bonanni che il leader Cgil Epifani sono preoccupati delle divisioni nella maggioranza: «Per ora le indicazioni sono generiche, e il governo sembra avere una sola voce», diceva ieri Bonanni. «Ma quando dovranno fare proposte verificheremo se sarà ancora così». Più diplomatico Epifani: «Non essendoci stati approfondimenti di merito era difficile o essere d’accordo o litigare». Ma «lo scalone va abolito». Che sul tema pensioni la maggioranza vada ancora in ordine sparso è evidente. Così, mentre ieri il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa al vertice ribadiva l’importanza di «rispettare gli impegni con l’Europa» il segretario dei Comunisti italiani Diliberto sottolineava che l’abolizione dello scalone «è nel programma di governo». Senza lo scalone però la spesa per le pensioni crescerebbe di circa 500 milioni nel 2008, fino a raggiungere nel 2012, a regime, i nove miliardi di euro. |