18/12/2006 ore: 12:47

"Pensioni" Damiano: «Ora nessuno si tiri indietro»

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    luned? 18 dicembre 2006


    Pagina 9 - Economia
      L?INTERVISTA

      Il ministro del Lavoro chiede la regia di Palazzo Chigi e un chiaro accordo di maggioranza

      Damiano:"Riforma pensioni?
      Ora nessuno si tiri indietro"
        l?idea di Fassino
        S? alla consultazione degli
        elettori del centrosinistra,
        ma non sia solo sulla e
        sigenza di innalzare l?et?

        gli ammortizzatori
        Parlare di previdenza deve
        andare di pari passo con
        l?offerta di pi? adeguati
        ammortizzatori sociali

        Ampia discussione
        Sono d?accordo con
        Rifondazione: ci vuole
        una discussione preliminare
        nel centrosinistra.
        Non saranno tempi lunghi

        ROBERTO MANIA

        ROMA - Su Cesare Damiano, ministro del Lavoro, cadr? in gran parte il peso politico della "fase due" del governo Prodi. Pensioni, mercato del lavoro, ammortizzatori sociali sono temi ad alta sensibilit? sociale sui quali l?esecutivo, approvata la Finanziaria, metter? alla prova la tenuta della maggioranza ma anche la sua capacit? riformatrice. In questa intervista Damiano indica le condizioni indispensabili per non ripetere ?gli errori? dei mesi passati e dice che una quota delle risorse derivanti dalla lotta all?evasione fiscale dovr? servire per la riforma degli ammortizzatori sociali. Ai partiti del centrosinistra chiede di trovare una posizione comune sulla riforma delle pensioni e di non ?rilanciare? una volta aperta la trattativa con i sindacati.

        Lei ? favorevole alla proposta di Fassino di una consultazione popolare sull?innalzamento dell?et? pensionabile?
          ?Io non circoscriverei la consultazione all?innalzamento dell?et? pensionabile. Sarebbe importante che il centrosinistra coinvolgesse i propri elettori, con assemblee in tutti i Comuni, innanzitutto per far apprezzare loro i risultati raggiunti con la Finanziaria sotto il profilo del risanamento, dello sviluppo, della redistribuzione del reddito, dell?equit? sociale, della lotta al lavoro nero e alla precariet?. Poi andrebbero legati questi interventi alla "nuova fase" dell?azione di governo che si aprir? a gennaio?.

          Cio? a quel "cambio di passo" di cui per? non vuol sentir parlare Prodi?
            ?Non mi appassionano le dispute terminologiche. Sento l?esigenza di una forte regia politica per affrontare il confronto con le parti sociali, sulle pensioni e parallelamente sugli ammortizzatori sociali, e per impedire che emergano le spinte corporative dei diversi soggetti?.

            Ma il governo non ha ancora una proposta condivisa. Come pensate di affrontare i sindacati senza un?opinione comune?
              ?Su questo sono d?accordo con il segretario di Rifondazione Franco Giordano: ci vuole preliminarmente un?ampia discussione nella coalizione. Su questioni cos? delicate ? impensabile presentarsi ai tavoli con proposte difformi o immaginare che qualche partito della maggioranza punti ad un rilancio in corso d?opera. Sono temi ad alta sensibilit? sociale sui quali nessuno pu? permettersi di fare il furbo. E se vogliamo raggiungere l?obiettivo anche sindacato dovr? presentarsi al tavolo con una posizione unitaria?.

              Tutto ci? non rischia di dilatare i tempi? Davvero pensa che a marzo il negoziato sulla previdenza possa essere concluso?
                ?Non credo che ci vorranno tempi lunghi. Le linee direttive sono gi? state indicate nel Programma e poi nel Memorandum sulle pensioni firmato da Prodi, Padoa-Schioppa, il sottoscritto e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. E in quel testo c?? scritto che parlare di previdenza significa contestualmente parlare di un?efficace azione per rafforzare i servizi sanitari e assistenziali per gli anziani, contrastare la precariet? e disegnare i nuovi ammortizzatori sociali?.

                Dovete troverete le risorse? Solo per superare il cosiddetto scalone di Maroni serviranno dai 4 ai 6 miliardi di euro.
                  ?Una quota parte delle entrate che si otterranno con la lotta all?evasione dovr? servire a finanziare queste operazioni?.

                  Se la sente di escludere la possibilit? che alla fine, per le divisioni nella maggioranza e per le rigidit? dei sindacati, rimanga lo scalone di Maroni?
                    ?Trovo stucchevole che nel centrosinistra ci si divida tra chi vorrebbe eliminare lo scalone e chi no. Per superare quel meccanismo che dal primo gennaio del 2008 obbliga ad avere 60 anni di et? per andare in pensione con 35 anni di contributi, vanno reperite le risorse. Da questo non si pu? prescindere. Come dal fatto che dal ?95 ad oggi si ? assistito, per fortuna, ad un forte aumento delle aspettative di vita, ma anche ad un allargamento della precariet?.

                    Poi c?? la questione dei lavori usuranti che escluderebbe alcune categorie dall?aumento dell?et? pensionabile. ? un decennio che se ne parla senza risultati. Perch? questa volta dovrebbe essere pi? facile?
                      ?? vero che se ne parla da dieci anni ed ? altrettanto vero che non ? una questione facile. Da anni, per?, si parlava anche del decollo dalla previdenza integrativa: dall?anno prossimo partir? con addirittura con dodici mesi di anticipo. Questo ? un fatto?.

                      Quali sono i lavori usuranti, secondo lei?
                        ?Andranno definiti. Certo tra i lavori maggiormente usuranti metterei chi fa i turni, chi lavora alla catena di montaggio. Ma trovo usurante anche il lavoro notturno dell?infermiere e quello della maestra d?asilo?.

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