25/10/2006 ore: 11:30
"Pensioni" Damiano: dalla riforma escluderemo i lavori pesanti
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Pagina 4 - Economia la previdenza Il ministro Damiano: dalla riforma escluderemo i lavori pesanti l'et? minima. In Germania c'? l'accordo per portarla a 67 anni Possibile un'uscita soft coniugando forme di orario part time e anticipi per i lavoratori pi? anziani ROMA - L?et? pensionabile non potr? aumentare senza distinguere tra lavori usuranti e gli altri. ? il primo paletto che fissa il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, in vista dell?avvio del confronto con le parti sociali sul completamento della riforma del sistema previdenziale. E - aggiunge - che ?i tempi e i contenuti? del negoziato sono gi? stati fissati dal Memorandum sottoscritto alla fine di settembre con i leader di Cgil, Cisl e Uil. Un modo - quello di Damiano - per respingere la proposta avanzata dal diessino Nicola Rossi di anticipare a novembre la discussione. ?No - dice il ministro - si partir? da gennaio con l?obiettivo di chiudere entro marzo, rispettando l?impegno preso?. Il fischio di inizio dunque ? tra due mesi. E il perimetro del campo ? stato definito dai nove punti indicati nel Memorandum. Il tema pi? spinoso sar? quello dell?et? minima dell?accesso alla pensione. Questione che riguarda tutta Europa: ? di ieri l?accordo in Germania che porta l?et? a 67 anni. Il governo Prodi punta a superare il cosiddetto "scalone" della riforma Maroni che dal primo gennaio del 2008 innalza bruscamente l?et? della pensione da 57 a 60 anni. L?ipotesi pi? concreta resta quella di un meccanismo che gradualmente elevi l?et? della pensione (si era a lungo parlato di una soglia intorno ai 58, 59 anni), salvaguardando il principio della volontariet?, prevedendo (ma su questo i sindacati sono contrari) anche alcune forme di penalizzazione per chi decide di abbandonare prima il lavoro. ? in questo ambito che potrebbe riapparire l?ipotesi (che si pu? leggere tra le righe del Memorandum) di prevedere un?uscita soft dal lavoro coniugando forme di orario part time e anticipi di pensione per i lavoratori pi? anziani. In discussione anche l?aggiornamento dei coefficienti di trasformazione, un "numeretto" decisivo in un sistema previdenziale contributivo, nel quale cio? l?importo della pensione si calcola in base ai contributi versati. Il coefficiente di trasformazione serve, appunto, a tradurre i versamenti nella rendita pensionistica, tenendo conto anche delle aspettative di vita, considerando l?invecchiamento della popolazione. In realt? l?aggiornamento dei coefficienti andava fatto nel 2005. Il governo Berlusconi soprassedette, lasciando in eredit? la "patata bollente". Il decollo della previdenza integrativa ? gi? stato fissato dall?accordo raggiunto luned? a Palazzo Chigi con i sindacati e la Confindustria. ?, invece, ancora lontano dal chiudersi il processo di armonizzazione delle regole previdenziali. Ci vorr? del tempo, cos? come nella lotta ai tanti privilegi che ancora permangono. Intanto, nella Finanziaria, ? stata fissata la tabella di marcia che porter? i contributi previdenziali a carico degli autonomi al 20 per cento (contro poco pi? del 17 per cento attuale) nel 2008. Se da una parte gli aggiustamenti alla riforma Dini del ?95 dovranno tenere conto dell?andamento demografico, dall?altra si dovr? guardare ai mutamenti che si sono verificati nella composizione del mercato del lavoro. L?impennata del lavoro flessibile e discontinuo (periodi di attivit? seguiti da mancanza di occupazione) impone un aggiornamento del sistema degli ammortizzatori sociali. Anche questi fanno parte del menu del prossimo negoziato che dovr? cercare di definire un nuovo welfare state con particolare attenzione alle nuove forme di disagio sociale. Sul tavolo, infine, pure il progetto di una fusione tra l?Inps e l?Inpdap. |