6/6/2007 ore: 12:05

"Pensioni" Dai Verdi alla SD: assemblea contro la riforma

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    mercoledì 6 giugno 2007

    Pagina 11 - Primo Piano

    PENSIONI / Dai Verdi alla Sinistra democratica, domani assemblea contro la riforma
      E 150 parlamentari vogliono scendere dallo scalone
        Enrico Marro
          ROMA — Il patto d'azione delle sinistre estreme potrebbe prendere forma domani. Con un obiettivo preciso: le pensioni e il ministro dell'Economia, Tommaso Pa- doa-Schioppa, che è deciso a difendere lo «scalone» o almeno i suoi ingenti effetti finanziari (9 miliardi di euro di risparmi all'anno, a regime). Domani al cinema Capranica si riuniranno i gruppi parlamentari di Rifondazione, Verdi, Pdci e Sinistra democratica: circa 150 persone, compresi i 21 deputati e i 12 senatori che fanno capo allo costola staccatasi dai Ds su iniziativa di Fabio Mussi, Cesare Salvi e Gavino Angius. Parteciperanno anche due ministri: oltre a Mussi (Università), Paolo Ferrero (Solidarietà). E proprio il ministro di Rifondazione sottolinea: «Riuniamo un terzo dei parlamentari dell'Unione che diranno la loro sul tesoretto e su tutto il resto, compreso lo scalone». Come dire che la posizione che verrà fuori domani non potrà essere snobbata dal presidente del Consiglio, Romano Prodi.

          La richiesta di abolizione dello «scalone» Maroni (cioè dell'aumento da 57 a 60 anni dell'età pensionabile dal 2008) e il no all'aumento obbligatorio dell'età di pensione, sia pure in forma graduale (gli «scalini» proposti dal ministro del Lavoro, Cesare Damiano) potrebbero diventare un ostacolo insormontabile per Padoa- Schioppa e per Prodi, che certo non potranno dare il via a provvedimenti che poi sarebbero a rischio in Parlamento, soprattutto al Senato.

          È chiaro comunque che la sorte della riunione di domani è appesa a come andrà oggi il voto sul caso Visco-Speciale. Se il governo riuscirà a superare l'ostacolo le sinistre si sentiranno subito autorizzate a tornare all'attacco. Fino al punto da dettare l'agenda. Dice infatti il responsabile Lavoro di Rifondazione, Maurizio Zipponi: «Penso che il governo potrà convocare le parti sociali solo dopo la nostra riunione».

          Appena più cauta Gloria Buffo, uno dei 33 parlamentari della Sinistra democratica: «Non so se arriveremo a un documento comune. Comunque la nostra posizione ha già alcuni punti fermi: rivalutazione delle pensioni, no al taglio dei coefficienti, no all'aumento dell'età pensionabile per le donne, intervenire sui trattamenti privilegiati, tornare alla Dini e cancellare lo scalone». E gli scalini proposti da Damiano? «Prima voglio sapere quanti sono, quali lavoratori riguardano, quali sono esclusi». L'abolizione dello scalone, dice Ferrero, «è una posizione che rispecchia quella del programma dell'Unione». Gli scalini «non vanno bene perché non si può fare una mediazione tra il programma e una posizione come quella di Padoa- Schioppa che nessuno ha manifestato prima delle elezioni».

          Preoccupati i sindacati, perché i contrasti nella maggioranza ritardano l'apertura della trattativa, col rischio che tutto venga rimandato a settembre, come dice il leader della Uil Luigi Angeletti, e alla fine resti lo scalone. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, invece, ripete il suo no all'aumento dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne (oggi 60 anni contro i 65 degli uomini), segno che l'ipotesi è allo studio dell'Economia. Del resto, con i risparmi che ne deriverebbero si potrebbe finanziare il passaggio dallo scalone agli scalini.

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